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Skillo

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Re: ICF CANOE SLALOM COACHES SYMPOSIUM
* Risposta #15 il: Dicembre 20, 2009, 05:35:18 am *
Mica volevo metterci nome e cognome, ma se insistete, si; non è veneto. Per pochi km non è in Veneto.
Comunque, Ettore, che qualcuno di noi si opponga all'omologazione delle canoe (e son contento per gli Hochschorner e le loro pagaie home made) non vuol certo dire che si voglia tornare a vivere di aria & poesia.
Sai benissimo che la penso in maniera diametralmente opposta, dai canali artificiali alla professionalità dei tecnici, e mi stupisce che il mio oppormi all'omologazione delle canoe perchè in ciò vedo anche un freno all'evoluzione delle forme e dei materiali, ti suoni come un voler tornare ai c2 coi pozzetti lontani. 
Trovo solo che questa omologazione non sia fatta nell'interesse degli atleti "poveri" e che di conseguenza non capisco come potrà portare ad una maggior diffusione del nostro sport.
Sulla passività dell'Italia sono invece rassegnatamente daccordo con te.

nikemerlino

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Re: ICF CANOE SLALOM COACHES SYMPOSIUM
* Risposta #16 il: Dicembre 20, 2009, 10:18:21 am *
E' chiaro che in Italia si fa fatica ad accettare questi ragionamenti.
Dove sono i canali artificiali in Italia?
Dove trovare i campi zeppi di slalomisti dai 10 ai 70 anni?
Quanti sono i praticanti slalomisti iscritti o non iscritti alla FICK?
Come al solito l'Italia vive per le sue punte di diamante senza curarsi del movimento sportivo di massa.
Nell' Europa dell'Est lo slalom e un pochino meno la discesa sono sport popolari.
Ho paura che l'impatto iniziale in Italia sarebbe durissimo, spero sia rimandata la data attuativa.

Però devo scrivere che sono d'accordo in linea di principo alla creazione di tipi, in realtà sarei ancora più felice del monotipo.
Il monotipo ha fatto benissimo alla vela anche se si è perso molto in termini di ricerca e sviluppo.
Regatare con un Fliyng Dutchman era diventato proibitivo, la risposta è stata il Laser. Una barca relativamente poco sviluppata ma pratica ed estremamente diffusa.
Forse la canoa sta seguendo l'esempio velico....

Certamente Gengis ha ragione nel sentirsi limitato nella pratica della canoa marina in Italia. Anche se non lo ritengo un vero problema. Quanti sono i canoisti marini in Italia che si allontanano dalla costa? Non molti.
E' vero che siamo anarchici ma forse lo siamo in risposta ad un stato molto burocraticizzato e poco realista.
Quindi ben venga l'omolagazione delle barche marine ma ho paura che poi si porterà dietro anche tutta una serie di conseguenze imprevedibile, ad esempio la patente nautica per kayak da mare.

massimo.aiello

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Re: ICF CANOE SLALOM COACHES SYMPOSIUM
* Risposta #17 il: Dicembre 20, 2009, 02:42:43 pm *
é vero ...basta regole e regolamenti,
quando ho inizizto ad andare in canoa alle gare si andava con tutto ciò che galleggiava ,ci divertivamo ci facevamo nuovi amici e non stavamo in strada a far casino.
 Si crei un categoria di elite e si continui con una aperta a tutti.
Si porti la canoa nelle scuole anche se la nuova riforma pare preveda solo il calcio ,ilcalcio a 5 ,a 7, a9 e poco altro.
Il nocciolo è qui ,poche storie,diffusione dello sport non significa preclusione allo sport per i meno dotati finanziariamente.
Abbiamo poco tempo canoisti le prossime gare saranno a chi salta attraverso il cerchio di fuoco.
 Auguri ai laici e ai libertari .....tutti gli altri facciano come credono.
massimo aiello

roberto.bussolino

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Re: ICF CANOE SLALOM COACHES SYMPOSIUM
* Risposta #18 il: Dicembre 20, 2009, 04:51:40 pm *
si porta spesso ad esempio lo sci come una strada già segnata e da seguire anche per la canoa, ed in effetti le similitudini sono molte, però io mi faccio una damanda: per le attrezzature ( sci e bastoncini) esistono omologazioni o semplicemente delle misure da rispettare ( sciancrature, altezza piastre ecc.)?
io nn ho mai sentito parlare di omologazioni e nn mi sembra che questo abbia limitato coperture televisive o lamentele da parte dei costruttori di sci, e non riesco a comprendere come la omologazione possa aiutare il movimento a crescere, piuttosto il contrario.
Il problema è ben diverso, lo vedo nell'immagine che si ha della canoa fluviale da parte del grande pubblico, sport pericoloso, freddo. è in quella direzione che bisogna lavorare e nello sviluppo degli impianti.
per quanto riguarda il monotipo, potrei essere d'accordo per le categorie giovanili, ma anche in quel caso con diversi dubbi, perchè porterebbe ad una limitazione alla ricerca e allo sviluppo.
saluti.

Ettore Ivaldi

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Re: ICF CANOE SLALOM COACHES SYMPOSIUM
* Risposta #19 il: Novembre 05, 2010, 03:13:03 pm *
* Ultima modifica: Novembre 05, 2010, 03:18:07 pm da Ettore Ivaldi *
Non bisognerebbe mai uscire dai propri confini per non incappare nell’errore di farsi trascinare in un vortice che ti lascia a bocca aperta. Sono al “ICF Canoe Slalom Coaches Symposium” a Londra e più esattamente alla “Brunel Univerity West London”. Un convegno organizzato sotto il patrocinio e l’attenta  organizzazione della British Canoe Union che dovrebbe portarci anche a vedere il neo nato canale olimpico distante pochi chilometri da dove ci troviamo attualmente.  Passeremo qui tre giorni con i colleghi allenatori di molti paesi ad ascoltare quello che  il Boarding dello Slalom ha da dirci e che il XXXIII Congresso  Ordinario  dell’ICF di una settimana fa ha approvato.  Già! Nessuno ci ha aggiornato su questo importante congresso svoltosi in Spagna a Isla de la Toja che aveva all’ordine del giorno molti punti da approvare. Eppure in Galicia, paese dove si mangia un’eccezionale zuppa di  pescado e marisco,  avevamo diversi delegati: il tesoriere, il presidente degli atleti e, se non vado errato, il rappresentante ufficiale italiano Adelfi Scaini.  L’ ufficio stampa ha completamente ignorato l’evento. Di cambiamenti ce ne sono stati e direi che gli aspetti che più ci toccano sono quelli legati agli Under 23. Infatti sono stati approvati ed inseriti i campionati del mondo per questa categoria e sembra che prenderanno il via già dal 2012 poiché a Wassau (prossima sede per i mondiali di slalom junior) si sono detti disponibili ad aprire le porte anche agli U23.
Per la velocità invece si dovrà aspettare il 2013 a Welland (Canada). Dico ciò per fare contento, spero, il mio amico Frank Guglielmi, aggiungo anche, sempre per la sua gioia,  che finalmente il K4 potrà sostituire un atleta tra batteria e semifinale o finale se un componente sta male o si è procurato una lesione e le donne potranno gareggiare anche in C2 ovviamente nei 500 metri.
Dal congresso emerge anche l’intenzione di usare 500,000 € per la televisione al fine di produrre un prodotto che offra la possibilità di pubblicizzare al meglio e con costanza  la canoa e i suoi protagonisti.
Mi parlava di tutto ciò Joao Tommasini, presidente della Federazione Brasiliana di Canoa, che sta già lavorando duramente per i Giochi Olimpici di Rio 2016. Loro hanno pianificato un “piano di guerra” per arrivare all’evento pronti, ma soprattutto per sfruttarlo come momento di crescita di tutto il movimento sportivo: partire da questa opportunità  per far decollare nel paese lo sport della pagaia. Giusto per la cronaca o per chi ignorasse la cosa: a Foz do Iguaçu c’è un canale artificiale eccezionale  per lo slalom, tanto che nel 2007 ospitò il mondiale valido come qualificazione olimpica.

Allora non ci rimane che  prepararci  per il Symposium e sempre che la cosa vi interessi vi aggiornerò di giorno in giorno, se poi avete qualche quesito da rivolgere ai grandi politici dello slalom fatemi sapere anche via mail (ettoreivaldi@alice.i t) oppure se avete problemi tecnici allora... qui c’è il meglio del meglio dal punto di vista allenatori!

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

London, 5 novembre 2010  - the open day of  “ICF Canoe Slalom Coaches Symposium”

Ettore Ivaldi

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Re: ICF CANOE SLALOM COACHES SYMPOSIUM
* Risposta #20 il: Novembre 06, 2010, 10:20:39 am *
Una cosa è certa:  gli inglesi fino alle olimpiadi non vogliono nessuno al “White Water Centre” nel parco regionale Lee Valley.
Ci hanno presentato alla grande il canale che ospiterà i Giochi Olimpici del 2012 in una zona molto bella che si estende in un  parco che ha una estensione di oltre 4.000 ettari e corre lungo il Thames per 43 km. Più di 4 milioni di persone ogni anno visitano il parco o vi soggiornano per godere della natura e del clima particolarmente rilassante e piacevole. Il centro dello slalom è praticamente a nord di Londra a 30 minuti in auto dall’aeroporto di Stansted e a 70 da quello più lontano e cioè Gatwick. Sarà a 25 minuti dal villaggio olimpico che aprirà le porte il 16 Luglio 2012. Le gare a cinque cerchi inizieranno il 28 per terminare il 31 luglio o il primo agosto.
Ma veniamo ai dati tecnici di questa struttura che è stata progettata da Scott Shipley e da Andy Laird. Lungo 300 metri con un salto di 5 metri può funzionare con 11/12 metri cubi al secondo ed è alimentato da 4 pompe che riportano l’acqua a monte. C’è anche un canale di allenamento (intermediate course) lungo 150 metri e con un dislivello di 1,6 e funziona con 8/10 m3/sec
L’impianto è predisposto per ospitare 12.000 spettatori e dotato di un sistema per tenere perfettamente  pulita l’acqua. Il tutto prima di essere realizzato è stato riprodotto in scala negli Stati Uniti e successivamente, su questo modello, sono state sperimentate tutte le varie opportunità per creare onde, riccioli e ritorni d’acqua. Qui potete vedere il video del modellino http://www .facebook. com/album. php?aid=27 814&id =113362002 052307#!/v ideo/video .php?v=101 2711998942 49.
L’aspetto più interessante è che quello che si era studiato e pensato nel modellino poi si è concretizzato nella realtà con un incredibile successo. Molto soddisfatti  Scott e Laird. Innovativo il sistema di ancoraggio degli ostacoli. Per farvi un’idea visitate il sito www.rapidb locs.com dove troverete foto e studi specifici. In sostanza sul fondo del canale ci sono dei binari e a questi si agganciano questi ostacoli di plastica color grigio, per non disturbare l’impatto visivo, realizzati da Dagger.
Costerà 400 sterline per ora e ci si dovrà però prenotare per tempo.  A partire dal 28 luglio 2011 organizzeranno il primo “London Invitational Canoe Slalom” aperto a 250 pagaiatori in relazione al ranking internazionale (l’Italia potrà parteciparvi con 9 barche, l’Irlanda con 5) con una gara il primo Agosto e con altri 4 giorni di allenamento successivi.

Chiuso il capitolo olimpico, presentato da il suo general manager Mr. John Mac Leod, ben conosciuto nell’ambiente dello slalom, si è tornati all’annoso problema dei regolamenti.
Vi ricordate l’anno scorso quando vi avevo parlato dell’omologazione dei materiali? Bene dopo un anno piuttosto traballante ed incerto il congresso è arrivato ad un dunque per i salvagenti e per i caschi.
In sostanza questi due capi d’abbigliamento obbligatori dovranno riportare l’omologazione CE o ISO ben visibile con l’anno di produzione. Questi materiali dovranno essere registrati all’International Canoe Federation. In sostanza cosa cambia rispetto alle disposizioni precedenti? Semplicemente la parola “license of ICF” con “registered ICF” che sta a significare che la cosa diventa molto più veloce e spedita sia per le aziende che per l’utilizzatore finale.
Qualche piccola regola cambiata, o meglio resa più elastica, dopo l’esperienza di quest’anno ai mondiali di Tacen, per le gare a squadre e per facilitare la partecipazione alla doppia gara.

Giornata di lavoro conclusa con l’intervento di Olli Dudfield del “UK Sport” la nostra “Scuola dello Sport” per capirci, che ci ha parlato di un programma di sviluppo sportivo in Africa con tutta una serie di ovvi motivi diversi di approccio. Tutto ciò è servito a Jean Michel Prono per spiegare l’impegno dell’ICF in relazione a progetti di sviluppo in Africa, Asia, Centro e Sud America. Qui si aprirebbe un lungo dibattito perché, a mio modo di vedere, la politica che sta seguendo la Federazione Internazionale non è certo quella di offrire opportunità di crescita a molti  Paesi, ma solamente quello di cercare di dimostrare al CIO di avere i numeri per restare nella famiglia olimpica. Crescere e svilupparsi implicherebbe altre strategie.

Oggi giornata di presentazione e approfondimenti su temi specifici che speriamo di dimostrino essere interessanti. A voi tutti un buon sabato e buone pagaiate visto che l’acqua certo a casa non ci manca!

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi


London, 6 novembre 2010  - 2nd day of  “ICF Canoe Slalom Coaches Symposium”

Ettore Ivaldi

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Re: ICF CANOE SLALOM COACHES SYMPOSIUM
* Risposta #21 il: Novembre 07, 2010, 01:26:48 am *
* Ultima modifica: Novembre 07, 2010, 01:30:01 am da Ettore Ivaldi *
Iniziare una giornata di lavoro con della sana filosofia sul futuro dello slalom  non è certo male! Poi visto che è sabato mattina la cosa si fa interessante e lasciando libera la mente si può anche entrare in un mondo fatto di sogni e irreali realtà.  Per dirla come Jurg Gotz, il relatore di questa mattina e noto personaggio dello sport delle paline, guardiamo che cosa mettiamo dentro la nostra bottega - shop window - per attirare la gente e farla comprare. Ecco allora che la fantasia si dimentica della politica, dei soldi, degli interessi extra-sportivi.
La visione dello svizzero, migrato 10 anni fa nel Regno Unito per essere oggi il direttore tecnico della squadra di slalom di sua Maestà,  per il 2020 è decisamente particolare. In sostanza, partendo dal presupposto che i numeri per la canoa slalom e velocità non cambieranno, tanto per la cronaca 330 in totale (84 per lo slalom), propone una divisione equa tra le due specialità, che diventerebbero tre,  introducendo 6 prove per lo slalom (contro le 4 attuali), 2 gare per il freestyle, 8 gare per la velocità e 2  per la marathon. In questa fantascientifica visione del futuro lo slalom vedrebbe le gare per k1 men, C1 men, C2 men e le stesse prove per le donne. Poi una prova maschile e femminile in K1 per il freestyle. Mentre passando alla velocità le prove si concentrerebbero solo sui 200 o 500 metri, introducendo la prova di marathona per i K1.

Per inquadrare meglio la realtà olimpica ricordo che attualmente gli sport sono 28 e prevede  una partecipazione massima di 10.500 atleti. Lo sprint sta allo slalom con 3 atleti a 1. Sono 16 le medaglie che si assegnano e ben 12 sono per lo sprint.

A riportare i piedi a terra agli oltre 40 allenatori presenti ci ha pensato subito dopo Sue Natoli che ha cercato di analizzare i cambiamenti fra la stagione 2009 e quella appena conclusa. L’australiana che lavora nel board dello slalom ha utilizzato una serie di dati raccolti durante le gare per cercare di capire l’andamento della stagione. L’analisi è stata fatta  con molta difficoltà vista la poca risposta che c’è stata da parte di tutti nel collaborare durante l’anno a questa raccolta di dati.  E’ come aspettare risposte sul nostro “Forum”!
Tutti i presenti concordano che  il 2010 è stato positivo per il salto di qualità nella canadese femminile, per il supporto video che si è arricchito anche della parte grafica e per le dirette su internet. Non sono neppure però mancati alcuni lati decisamente negativi come un calendario di gare assurdo, l’assenza o quasi della televisione e in modo particolare della diretta su Eurosport per gli appuntamenti più significativi della stagione.

Problemi poi per la designazione dei tracciatori di gara e per i giudici. Si pensi che ai campionati del mondo sono state giudicate 18.200 porte, le richieste di rivedere penalità (inquires)  per le decisioni prese sono state 63, 15 di queste si sono trasformate in proteste ufficiali, 4 sono state cambiate di cui 2 grazie all’utilizzo del video. Parlare dei giudici e delle tecnologie che possono essere d’aiuto non è sempre facile. Si innescano diverse problematiche a partire dal fatto che molte volte queste figure non hanno un diretto e costante contatto con le gare e con tutte le varie sfaccettature che la cosa rappresenta.  Soluzioni? Sono state oggetto di lunghe discussioni di confronto e approfondimento, ma alla fine non sarà facile apportare cambiamenti: il processo di trasformazione è lungo.

Domani scappata al canale, ci porta Jurgen.  Partiamo alle 7 con il mezzo della Britisch Canoe Union... la curiosità è tanta speriamo di poter scattare anche qualche foto!

Occhio all'onda! Ettore Ivaldi


London, 7 novembre 2010  - 3th day of  “ICF Canoe Slalom Coaches Symposium”

Ettore Ivaldi

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Re: ICF CANOE SLALOM COACHES SYMPOSIUM
* Risposta #22 il: Novembre 09, 2010, 10:51:47 am *
Sono arrivato a casa ancora emozionato, ad aspettarmi Amur, Raffy e Zeno. Nell’attesa dell’aero ho montato un filmatino per cercare di mettere assieme le gioie che ho condiviso alla mattina con Xabi e Pierpa guidati per mano dal nostro mentore Jurge Goetz (anche se il nostro campione olimpico lo chiama Jurgen) cicerone di un sogno che è già iniziato: Londra 2012.
Quatti quatti ieri mattina siamo saliti sul pullmino della British Canoe Union. C’era ancora buio e il primo freddo invitava a qualche oretta di letto in più. Vado o non vado... per la verità il dubbio non c’è mai stato anche se il piccolo biondo basco ha aspettato l’ultimo minuto per alzarsi.
Dalla Brunel University abbiamo imboccato la M25 e, dopo una sosta, preannunciata, per il tradizionale cappuccino take away  che fa tanto americano, eccoci a  Broxbourne. Ad accoglierci cartelli che pubblicizzano la realizzazione di questo mega centro per gli sport dell’acqua selvaggia: “Welcome to the Boroug of Broxbourne - hosting the Canoe Slalom Events for the 2012 Games” e poi ancora “White Water canoe centre coming soon!”, non male questi inglesi che  stanno smuovendo il mondo per realizzare un sogno che rincorrevano da tempo dopo le  edizioni storiche del 1908, di quella ottenuta ma ovviamente mai disputata del 1944 e poi quella successiva del 1948. I tempi sono diversi e la storia delle Olimpiadi è decisamente cambiata. Una manifestazione, un evento che sta  assumendo quel ruolo di universalità che solo lo sport ogni 4 anni è capace di offrire.
Dopo aver parcheggiato il mezzo in una traversa di Station Road ci siamo presentati all’entrata speranzosi di arrivare almeno al lago e bagnarci le mani  con l’acqua di quello che per noi fra non molto tempo diventerà fonte di vita. La scritta stampata a caratteri cubitali ci rassicurava: “You’re part of it”.  Neppure il tempo di leggere le parole invitanti  e ci si  para davanti un marcantonio in divisa alto 2 metri e di colore. Jurg Goetz ha iniziato a parlargli dicendogli che era il responsabile della squadra inglese e bla bla bla... e che volevamo dare un’ occhiatina veloce alla struttura. Il tipo ha respirato a lungo e con un “no sorry” molto convincente sbattendo il lungo sfolla gente sull’altra mano ci ha liquidato velocemente senza possibilità di replica!
Sarebbe stato meglio scrivere “You’re not part of it yet” come la famosa canzone dei Depeche Mode “Little 15”, ma noi ovviamente non ci lasciamo intimorire e aggiriamo l’ostacolo. Usciamo ancora su Station Road giriamo a sinistra e troviamo il canale che alimenta lo stadio dello slalom. Lo risaliamo per qualche centinaio di metri per avvicinarci alla meta. Ancorate sulla riva troviamo alcune barche viaggianti che ispirano ai miei due compari  battute del tipo:”Ettore estos barcos son como tu caravan, para Londres puedes poner dos piraguas degajo y parar aqui”. In effetti le casette viaggianti sull’acqua sono molto romantiche, con i loro camini fumanti, le loro strane dimensioni, il loro galleggiare su canali che attraversano città importanti e famose. Assomigliano molto alla mia casa viaggiante. Jurg però non perde tempo, sa che dobbiamo tornare per l’inizio dell’ultimo giorno del Symposium allenatori,  il suo passo è lungo e ben disteso verso la meta che arriva da lì a pochissimo. Sulla nostra sinistra ci appare d’incanto un ampio spazio ed è qui che il collega inglese si ferma ed inizia la sua spiegazione su cosa si vede e su cosa nascerà all’altezza del ponte, poi il canale di allenamento, il grande caseggiato per il ristorante, l’interrato per gli spogliatoi e i vari servizi. Se vogliamo la struttura ricorda molto l’impianto di Pau in Francia. Il campo di gara è lungo 300 metri e ha un dislivello di 5 metri. In corso d’opera sono state apportate delle modifiche che hanno rubato tempo per la consegna finale che ha  così un ritardo di ben due mesi... Inconcepibile per la precisione britannica!  Per questo motivo  anche oggi, nonostante sia domenica,  l’impianto pullula di omini dalla testa gialla e dalle tute bianche. I bulldozer, parcheggiati a bordo campo, hanno lasciato posto al lavoro manuale per gli ultimi ritocchi e per aggiustare quello che le macchine non possono fare. Il nostro sguardo ora cerca il particolare: dove parcheggeremo le macchine e i pullmini, dove si potrà fare riscaldamento, dove porteremo gli atleti a svagarsi dopo l’allenamento e se ci servisse pagaiare fuori dalle porte? Il tempo passa velocissimo e bisogna  tornare al lavoro alla Brunel University sperando che nessuno abbia notato la nostra assenza, ma purtroppo non è così visti i sorrisini e gli occhi di stupore che ci riservano i colleghi al rientro in aula. Fingiamo un malore collettivo e una digestione difficoltosa dopo la cena ufficiale, ma forse è più credibile dire che la sveglia non è suonata...  Pochi credono anche a questo, forse era meglio tentare con... “era finita la benzina, si bucò un pneumatico. Non avevo i soldi per il taxi! Il mio smoking non era arrivato in tempo dalla tintoria! Era venuto a trovarmi da lontano un amico che non vedevo da anni! Qualcuno mi rubò la macchina! Ci fu un terremoto! Una tremenda inondazione! Un'invasione di cavallette!” . No! Neppure Elwood e Jake Blues ci vengono in aiuto ma poco importa perché l’avventura olimpica è già iniziata... non abbiamo visto praticamente nulla, ma abbiamo respirato l’aria, visto il cielo e calpestato la terra del Canale Olimpico. Poco forse ma una cosa è certa: abbiamo  dato il via ufficiale ai sogni.


Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

“ICF Canoe Slalom Coaches Symposium”

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