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Canoa & senso della vita
La Mari:
quasi filosofa e inesperta canoista, spesso mi pongo domande simili: meglio, me le pongo ogni volta che imbarco e ogni volta che sbarco. (al massimo sul III grado :-[ ...)
all'imbarco mi domando: <<perché?? chi me lo ha fatto fare?? non sono in grado e ho paura. quello che sto facendo non ha senso perché mi procura ansia. non mi sto divertendo. sono una povera milanese frustrata che cerca la riscossa>>.
poi entro in acqua dicendomi cose diverse: <<al diavolo, se ho deciso di entrare in fiume la prima volta un motivo ci deve essere; se ho deciso di restare in fiume, c'è un motivo in più; se ho deciso di amare il fiume, i motivi sono tanti. allora sveglia! è il momento di imparare a conoscere il fiume.>>
allo sbarco invece ho capito tutto: indipendentemente da come sia andata la discesa, dal numero di bagni, trasbordi, errori e spaventi, devo ammettere con semplicità che MI DIVERTO!!!
mi rendo conto che le frustrazioni non c'entrano; anche il confronto con me stessa non conta, perché le mie prestazioni non sono mai molto soddisfacenti... anzi, forse è più forte lo scontro con i miei limiti che la soddisfazione di superarli. infatti dopo il primo bagno, e dopo aver allontanato quell'ansia da prestazione che mi blocca all'inizio, la mia discesa è molto più rilassata e divertente!
semplicemente mi diverto. mi piace il fiume, la sua acqua e le sue onde...
ad ogni modo, di questi bei ragionamenti, me ne dimentico velocemente: al prossimo imbarco ancora suderò domandandomi <<chi me l'ha fatto fare?!?>>
ciao ciao
Mari
La Mari:
ancora possiamo dire che... la canoa viaggia nel tempo!
http://xkcd.com/209/
Francesco Balducci:
Grande Maurizio, sapevo già che tra noi c'era sintonia e i mirabili versi danteschi da te citati mi hanno ulteriormente confermato l'affinità di pensiero. Non a caso infatti ricordai quegli stessi versi nel prologo del mio libro sui fiumi di Liguria di oltre dieci anni fa : mi parvero i più idonei per esprimere il mio stato d'animo e quello degli amici canoisti d'alto corso quando, novelli esploratori dell'ignoto, solchiamo gli oscuri, sconosciuti, profondi solchi vallivi animati dall'acqua. Or quaggiù entriam nel cieco mondo, io sarò primo e tu sarai secondo: così tuonò Virgilio a Dante entrando nell'inferno. Così sovente diciamo ai nostri compagni tuffandoci nell'avventura liquida delle strette gole dei nostri amati fiumi...
Il senso della scoperta e dell'avventura, il gusto del gioco e quel quid di fanciullesco sono ancora presenti in noi, mentre ormai si sono persi nel ritmo alienante e disumano della vita moderna di stampo occidentale. Ecco perchè andiamo in canoa: per ritrovare noi stessi e ripercorrere le orme del nostro passato. Per vivere e per non morire fagocitati dagli schemi crudelmente imposti. Pagaio ergo sum!
Mauro:
una pala in propulsione
un manico per equilibrio
la canoa che scivola
l'orizzonte che gira
volo tra cielo e terra
un'invisibile bolla del tempo
silenzio e sospensione
un leggero sciabordio
passato e presente
le epoche e l'evoluzione
nuoto e cammino
la genesi inversa
orizzonti inesplorati si schiudono
non più percorso ma viaggio
l'eterna scoperta in noi stessi
il flusso della vita
sul filo della corrente o
cullati da una dolce balia
emozioni da dominare o
un aulico meditare
il pulsare del ritmo
un cuore che batte
la pagaia che entra
il tempo che scorre
M.
Mauro:
cartella fonts di win ;D
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