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Canoa & senso della vita

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maurizio beccafichi:
"Considerate la vostra semenza: Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza....... e volta nostra poppa nel mattino de remi facemmo ali al folle volo" - Dante Inferno canto xxvI.
De remi facemmo ali al folle volo, meraviglioso questo canto della Divina Commedia in cui Dante parla di Ulisse che mettendo la barca verso occidente si appresta ad oltrepassare le Colonne d'Ercole.
Anche io, anche noi canoisti che amiamo scoprire e scoprirci nel profondo facciamo spesso delle pagaie ali al folle volo.
Ma cos'è che ci spinge? Cos'è quel tumulto e quel piacere-dispiacere  che sentiamo prima di affrontare un passaggio impegnativo o prima di passare l'angolo della gola? E' solo adrenalina? E solo chimica?
Molti "ben pensanti" considerano negativamente questo nostro modo d'essere ed anche al tempo di Dante la voglia di affrontare l'ignoto e l'ira di Dio era sacrilega (non a caso Ulisse era all'inferno).
Noi sappiamo però che c'è qualcosa di nobile, di alto, di puro che ci spinge. Questo ovviamente non significa che siamo nobili, alti e puri (anzi probabilmente anche questa nostra ricerca è un modo per riscattare il nostro essere inevitabilmente ed umanamente delle merde?).
La discussione è aperta.
Saluti.
Maurizio Beccafichi Hic Sunt Leones

Luigi Garioni:
Saper rispondere a queste domande è come svelare il senso della vita. Io non sono così convinto che sia poi bello. Fin che rimane un mistero o anche solo un dubbio ha senso la ricerca. Provare, cimentarsi, pensare, consolarsi, desiderare sono tutte facoltà che ci umanizzano nel senso che ci nobilitano. La verità nuda e cruda non sempre è bella da reggere e ci renderebbe disoccupati e vane le nostre capacità superiori. Maurizio! Su via un po’ più di autostima l’ultima frase sembra più un’affermazione che una domanda.

maurizio beccafichi:
Si, si concordo:  il dubbio ed il mistero alimentano la voglia di ricerca, è così in amore ed è così nella vita. L'ultima frase è si un'affermazione ma vivaiddio autoironica.
Saluti.
Maurizio

maurizio bernasconi:
Miracolo! Qualcuno ha alzato gli occhi dal paraspruzzi. E adesso? Che diranno gli "zappatori"? So benissimo che il semplice "pagaiare" è già sacro senza affondarlo tante chiacchere, ma occorrere ricordarsene, ogni tanto. Grazie

hitlione:
Trovo bellissimo il paragone fatto dal nostro Maurizio in cui paragona il nostro andare in canoa con la scelta di Ulisse di attraversare le porte di Ercole che aprivano ai loro l'essenza dell'ignoto!!
é anche molto bello filosofeggiare sul nostro sport che per molti è una ragione di vita, di evasione, di conoscenza del mondo e di noi stessi!!A mio avviso uno dei lati piu' belli della canoa è dato dal fatto che è uno sport che ci mette davanti a noi stessi, alle nostre paure ma anche davanti alle nostre sicurezze!!per alcuni essere davanti a se stessi risulta una posizione scomoda, perchè è una posizione nella quale è impossibile mentire o fingere!!Molte domande mi sono posto davanti ad un passaggio impegnativo che decido di fare: le risposte le trovo alla fine del passaggio a prescindere dal fatto che sia andato bene o no!trasbordare il passaggio alle volte è piu difficile che volerlo fare ma è li che la nostra vera essenza ci guida e ci aiuta a scegliere la giusta cosa da fare e noi, in quanto noi stessi, dobbiamo accettare quello che ella ci dice!
la voglia di conoscere e di mettersi in gioco, di provarsi e di riuscire...per me sono queste le cose che piu spingono a chiudere il pozzetto e a buttarmi giu'....che dire : ai posteri l'ardua sentenza!!
saluti
hitly

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