Mi è molto piaciuta questa discussione. Passatemi queste note (amo Dante ed amo andar per fiumi):
Dante e Virgilio hanno sceso l'Inferno a piedi. Come avrebbero fatto in molti...
In realtà noi sappiamo che avrebbero potuto imbarcarsi subito dopo la porta, per andarsene "su per l'onda bruna" dell'Acheronte, fare un po' di fondo sull'acqua piatta dello Stige, trasbordare fin sulle rive del Flegetonte impetuoso - come il Montone, dice Dante - , fare una bella ricognizione della cascata (chi non se la sente...sale in groppa a Gerione!) ed infine sentire il vento gelido delle ali di Lucifero sopra e la corrente gelata del terribile Cocito sotto.
Tutto l'Inferno è percorso da acqua di fiume. Dov'è la sorgente? Qual è la "semenza"?
"In mezzo al mar siede un paese guasto che s'appella Creta", dove c'è una statua enorme di vecchio che ha la testa d'oro, il corpo d'argento, le gambe di rame ed i piedi d'argilla. Questo vecchio piange e le sue lagrime, che escono da fessure del corpo, raccolte ai suoi piedi, forano la roccia, si insinuano dentro la Terra, la scavano e si riuniscono diventando fiume.
Il vecchio ha voglia di lacrime perchè piange la decadenza dell'umanità, la sua discesa impetuosa ed inarrestabile verso la morte.
Ma siamo quasi alla fine dell'Inferno, siamo quasi arrivati nel buco del culo del mondo (VIII cerchio - VIII malebolgia, dove sono puniti i consiglieri fraudolenti: possiamo quasi sentire sbatacchiare le ali di Lucifero) e lì incontriamo Ulisse: arrostito dentro una fiamma a due corna, è uno dei peggiori peccatori, un vero bastardo, punito per la frode del cavallo di Troia, un uomo che ha ingannato e preso in giro un'intera città ed un'intera stirpe, ma che con una "orazione picciola" rende i suoi compagni così "aguti" al cammino che "a pena poi" li avrebbe "ritenuti".
"Ercule segnò li suoi riguardi" presso lo stretto di Gibilterra: oltrepassarlo, avrebbe significato, per un mortale, sfidare il dio, oltrepassare il limite posto dall'immortale all'uomo, disprezzare la consapevolezza di essere mortali, limitati, finiti.
Chi gliel'ha fatto fare?
"Considerate la vostra semenza"..
Chi ce lo fa fare?
Consideriamo la nostra semenza...
Si chiama adrenalina?
Od è più naturalmente l'"ardore a divenir del mondo esperti/ e de li vizi umani e del valore"?
Tanto sappiamo che dopo l'imbarco non si può più mentire o bluffare.
"Ma misi ME per l'alto mare aperto"!
Credo che questo "ardore" sia semplicemente il richiamo ancestrale alla nostra "semenza": oltre le colonne d'Ercole, c'è una montagna in mezzo al mare. Sulla sua vetta c'è quel paradiso terrestre da cui siamo stati allontanati, ma a cui desideriamo tornare, perchè ci appartiene.
Anche lì ci sono fiumi: Lete ed Eunoè.
Non credo che sia strano scendere fiumi.
Trovo che sarebbe strano non farlo.