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On the Road on the Wave!
Fra CKfiumi:
Sì Ettore, parlaci dei C2 e continua a parlarci delle altre specialità,
è un piacere leggere i tuoi resoconti.
Quando ti accompagnarono alla porta avrebbero dovuto
quantomeno proporti un posto come giornalista ;D
Francesco
--- Citazione da: Ettore Ivaldi - Agosto 19, 2010, 06:07:47 pm ---...E pensare che nel 2006, ai mondiali di Praga, il presidente della Fick, dopo avermi cortesemente accompagnato alla porta come commissario tecnico, mi aveva offerto di rientrare occupandomi della tifoseria italiana...
P.S. ... lo so mancano i C2 all'appello! Cosa dite nel prossimo post ne parliamo?
--- Termina citazione ---
Ettore Ivaldi:
Davanti ad un birra, lo scorso aprile, papà Hochschorner, gesticolando con le sue grandi mani, mi aveva fatto capire che stava combattendo una guerra che non conosceva o meglio che non avrebbe mai pensato di dover combattere. Dopo i Giochi Olimpici di Bejing 2008 Peter e Pavol sono stati assorbiti dai media e da mille impegni più o meno mondani. I due fratelli, risolutamente molto schivi, per la verità sono rimasti con i piedi per terra, a parte qualche giusta stranezza tipo l’Hammer o la Nissan color oro. In barca però ci sono risaliti subito per proseguire a fare la cosa che certamente in questo momento gli riesce ancora e comunque alla grande. Nel 2009 vincono il mondiale a Seu d’Urgell per un’inezia davanti a Skantar/Skantar, ma continuano a combattere soprattutto contro se stessi. Il 2010 non è brillante per loro... ovviamente lo sarebbe eccome per chiunque altro. Sono secondi in coppa a Praga e settimi a a Seu d’Urgell, mentre ad Augsburg restano fuori dalla finale, fatto quest’ultimo assai raro. In sostanza, ora, si trovano in quel limbo che colpisce i grandi campioni che hanno praticamente vinto tutto non una volta, ma molte di più*. La motivazione sembra essere scesa sotto le suole delle scarpe e al momento decisivo patiscono quella che gli psicologi sportivi definiscono: “la paura di vincere”. Loro che quando sono a contatto con porte e canali molto impegnativi ci regalano sempre puro spettacolo, incantando per eleganza e stile. Loro che sono la storia vivente di una specialità che sembra riservarci le ultime emozioni prima di passare nei ricordi di qualche onesto scrivano di gesta canositiche. Loro, che anche a questi Europei sembravano, dopo la semifinale, avere il titolo continentale già sulle loro coronate testa. Quel 96,87 era inarrivabile per chiunque non si chiamasse Peter e Pavol Hochschorner. 10% dai Kayak è qualche cosa di strepitoso. Eppure in finale in poco meno di dieci secondi si sono giocati praticamente tutto. Partono bene al primo split hanno un vantaggio sui compagni di squadra, Skantar/Skantar, di 0,46, leader di classifica con il tempo totale di 101,21. Nei successivi 30 secondi di gara guadagnano un secondo e 56. Il vantaggio nel primo minuto è quindi di due secondi e 01. Affrontano le porte a “ski” come un kappa uno. Pavol non si scompone e Peter sposta la barca a suo piacimento contorcendosi non poco alla 18, dove però, anche se in ritardo, gli viene data una penalità. Arrivano al salto e in fase di entrata nella morta a destra perdono l’equilibrio, il timoniere è costretto a fare un debordè sulla destra per contribuire a mantenere la sua testa e quella di suo fratello fuori dall’acqua. In una frazione di secondo, a meno di 50 metri dal traguardo, passano dalla stelle alle stalle con il rischio di saltare ben tre porte. A questo punto però lo spirito di reazione è velocissimo e rimettono in piedi una situazione piuttosto delicata. Salvano la faccia e l’orgoglio con un recupero eccezionale, ma la successiva penalità li relegherà in settima posizione. La gara è vinta dai compagni di squadra Ladislav e Peter Skantar che bissano così il successo del 2007. In seconda posizione gli onnipresenti ceki Jaroslav Volf e Ondrej Stepanek già campioni europei nel 2004 e 2005. Dal 1998 ad oggi i ceki sono sempre stati protagonisti in questa disciplina interpretando uno stile decisamente personale. Bronzo ai britannici Florence e Hounslow. Il primo gareggia anche in C1 e il secondo in K1, ma questo è superfluo dirlo perché ormai tutti voi iniziate a conoscere alla perfezione questi grandi campioni, tanto magari da farvi venire anche qualche incubo notturno!
In ottica azzurra questa specialità presenta non pochi dilemmi. L’ho già scritto, ma lo ripeto: fermate il buon Erik e curatelo a dovere come fu nel 2007, hanno in cui il C2 italiano vinse il bronzo ai mondiali in Brasile. Vederlo pagaiare è una sofferenza per lui e per noi che stiamo sulla riva. Se aspettate che l’atleta prenda questa decisione aspetterete a lungo, un guerriero combatte sempre pur sapendo che molto probabilmente dopo una colazione abbondante cenerà alla sera nell’Ade, ma non mollerà mai!
Non serve insistere anche se si dovesse vincere i mondiali a Tacen, la qualificazione olimpica è troppo importante ed entrare nei primi cinque o sei equipaggi, dipenderà cosa faranno gli inglesi, in Europa non è facile, anzi è una vera e propria impresa.
Lo sa bene il CT dell’Italia che ad ogni gara fa il conto delle nazioni che ci stanno davanti in tutte le specialità. Per i kayak uomini non ci sono problemi, per tutte le altre categorie bisogna a questo punto andare ad Haiti e affidarsi a quale rito “voodoo” dopo aver gettato alle ortiche sei anni di lavoro con presunti progetti e promesse!
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
Cunovo, 21 agosto 2010 - Campionati Europei Canoa Slalom - e con questo abbiamo chiuso con i campionati continentali... odissea iniziata a giugno!
Risultati dei fratelli Hochschorner in C2 slalom: 5 titoli europei individuali - ’98, 2000, 2002, 2008, 2009; 2 titoli europei a squadre 2002 e 2005; 3 titoli mondiali individuali - 2002, 2007 e 2009, 1 titoli mondiale a squadre nel 2009; 3 Giochi Olimpici - 2000, 2004 e 2008
p.s. è di questi minuti: gli Hochshorner sono rimasti fuori dalla qualifica ai pre-mondiali. Due salti di porta, uno nella prima e uno nella seconda manche ne è stata la causa. Il secondo sembrava però proprio voluto e ricercato da Pavol. Ma?
Ettore Ivaldi:
Rovigno è sempre una bella cittadina sul mare e la chiesa di Sant’Eufemia che la sovrasta mi è particolarmente cara. Anche a Verona c’è una chiesa dedicata alla santa protettrice dei pescatori. Ci andavo la domenica mattina alla messa delle otto con mio papà e ci sedevamo all’interno del coro. Andavamo a quell’ora perché dopo mi avrebbe portato a fare allenamento. Partivo da Ceraino e con la mia “mendesta” arrivavo alla diga del Chievo dove ad aspettarmi c’era sempre Lui immerso nella lettura o con la matita in mano intento a disegnare la natura e la mia canoa azzurro trasparente.
Sono al mare, forse non si era capito, in una pausa tra la fine dei pre-world e l’inizio dei world: appuntamento clou dell’anno di grazia 2010. C’è giusto il tempo per tirare il fiato. La stagione agonistica è molto lunga ed intensa e ha offerto, fino a questo momento, spunti interessanti per analisi e approfondimenti. Un anno particolare nel bel mezzo del cammino olimpico. La tranquillità vacanziera ti apre la mente e ti lascia il tempo per ottime cenette a base di pesce accompagnate dal bianco fermo della zona: non male. Cibo, ottima compagnia, sano sport da spiaggia, relax e belle letture ti rendono più riflessivo, forse la situazione ottimale per azzardare anche qualche pronostico in vista del mondiale numero trentatre. A Tacen nel frattempo fervono i preparativi a poche settimane dall’apertura fissata per il 9 settembre nella cittadina di una Slovenia che si prepara alla grande all’appuntamento mondiale.
E allora la prima riflessione sullo stato delle cose fino ad oggi parte proprio dal mio atleta, l’irlandese Eoin Rheinisch. Certamente non abbiamo fatto una grandissima stagione dal punto di vista dei risultati. Abbiamo faticato spesso e volentieri con le prove di qualifica e in semifinale abbiamo sempre avuto manche segnate da gravi errori soprattutto tecnico-tattici. La sfida con lui, quando ho accettato di seguirlo fino ai Giochi Olimpici di Londra 2012, è stata quella di rivoluzionare il suo modo di andare e per questo motivo abbiamo rimesso in discussione praticamente tutto. Il tentativo è stato quello di aggiungere al suo stile, molto lineare e classico, una dinamicità che a mio avviso gli mancava. Il primo passo è stato quello di trovare un mezzo che gli permettesse tutto ciò, impresa enorme considerando il fatto che dal 2005 usava una canoa che poco offriva all’inventiva alla dinamicità; per la cronaca era la “Scimitar” della Double Duch. Dal mio punto di vista, considerando il fatto che in questi ultimi cinque anni lo slalom ha subito profonde trasformazioni, aver insistito per tanto tempo con la stessa canoa non è stata una grandissima idea. Gli ha impedito di adeguarsi gradualmente all’evolversi della disciplina.
Il mezzo può fare molto specialmente nei giovani. Lo sottolineo da sempre: è importante far partire bene i ragazzini con strumenti adeguati alla loro età così eviteremo di impostarli male. Inoltre è importante che i giovani abbiamo riscontri positivi e stimolanti per farli continuare e migliorare costantemente. Abbiamo speso molto tempo nel provare e riprovare diversi modelli di canoa e alla fine dei campionati europei non abbiamo ancora trovato la soluzione alle nostre ricerche. Ai prossimi mondiali, molto probabilmente, gareggeremo con l’ultima evoluzione della Galasport. Sotto l’aspetto fisico certamente non possiamo dire di essere stati fortunati, infatti abbiamo dovuto combattere con una serie di piccoli problemi fisici che ci hanno costretto a cambiare più volte i programmi: prima uno stiramento all’interno della coscia, poi un ciste infiammata sull’avambraccio, quindi un brutta otite e ora stiamo lottando con una infiammazione alla spalla sinistra.
Dal punto di vista tecnico abbiamo lavorato moltissimo sull’uscita delle risalite per ritrovare subito velocità ed equilibri. Un altro importante lavoro è stato fatto sulla parte conclusiva della gara dove riscontravamo spesso gli errori più penalizzanti. Ci siamo quindi dedicati a fare tecnica sull’ultima parte dei tracciati di gara da stanchi perché ovviamente le problematiche si presentavano a serbatoi vuoti e con poca lucidità. Poco serviva fare percorsi con tanto recupero in questa zona del tracciato.
Un lavoro lungo, ma molto appassionante alla ricerca costante dello scorrimento della barca e dell’efficacia del colpo in acqua. “Forza per Colpo” come lo ha da sempre classificato il mitico Oreste Perri, impegnato ultimamente con la fascia tricolore al fianco. Peccato perché la canoa già sente la sua mancanza... era dal 1991 che l’Italia non tornava a casa da un mondiale senza medaglie, bisognerebbe iniziare a pensare gente!
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi -
fine prima parte di analisi e pronostici in vista dei mondiali... giochi da spiaggia -
Ettore Ivaldi:
Avatar è la ditta che realizza, fra le altre cose, anche uno spettacolare carrellino in legno per trasportare agevolmente e velocemente canoe di un certo ingombro o peso. Io l’utilizzo per il il mio K2 da mare. Il legno è stato trattato con vernice marina, leggero e completamente smontabile è costituito praticamente da 4 pezzi: tre che compongo la struttura portante e il quarto non è altro che un tubo dove si infilano le ruote. Una volta ripiegato occupa poco posto e lo si può tranquillamente portare con sé nello scafo. Senza di esso si farebbe molta fatica a mettere in acqua ogni mattina il mio kayak biposto rosso soprattutto dopo averlo caricato di tutto punto per affrontare la giornata in mare con tutta la famiglia. Dalla casa viaggiante al punto di imbarco ci sono circa due o trecento metri non di più, ma il carrellino su due ruote mi fa risparmiare tempo ed energia. Le operazioni di entrata in acqua non sono sempre molto agevoli, dipende dalle condizioni del mare e sono sempre seguite dai bagnanti che già alla mattina presto hanno preso posizione sulla spiaggia. Devo essere diventato una specie di attrazione visto che ormai mi salutano e sorridono al mio arrivo con tanta mercanzia. Utilizzo la discesa dei pedalò e la lunga canoa entra in acqua con il mitico carrellino. Una volta in mare procedo alle operazioni di sganciamento del prezioso marchingegno e attendo Amur con il resto della truppa per prendere la via del mare spinti solo dalla forza delle braccia e, a volte, dal forte vento che spesso e volentieri influenza la decisione sulla direzione da prendere.
Il kayak da mare è fantastico e mi ci vorrebbe tempo per poterne apprezzare ed apprendere arte e parte, ma un giorno mi dedicherò con calma e rettitudine. Oggi restiamo sullo slalom!
I campionati del mondo di slalom sono alle porte e le scommesse sono aperte. Partiamo dai kayak uomini e per tentare di capirci qualcosa affidiamoci alle statistiche di coppa del mondo ed europei. Super Cali, inutile nasconderlo, parte da favorito numero due con un Peter Kauzer in pole positon. L’eroe italiano capace di miracoli ha iniziato la stagione alla grande. Ha vinto in Australia al debutto 2010, ha fatto gran bene a Tacen in casa dello sloveno in più di un’occasione: ha vinto sia a marzo che a maggio con due belle gare. Ha dominato la coppa del mondo con due vittorie e un quinto posto. Agli Europei è arrivato con il peso di campione europeo uscente e in finale si è fatto prendere la mano da una partenza fuori giri, vecchio stile, finendo in ottava posizione. A Tacen troverà pane per i suoi denti e, se tutto fila via liscio, si presenterà alla partenza della finale con tanta birra in corpo e una grande opportunità da sfruttare al meglio. Il diretto avversario è certamente Peter Kauzer che invece ai mondiali arriva con le corone, europea e mondiale, riunite sopra un’unica testa. L’avvio di stagione non è stato tra i più interessanti, considerando anche il fatto che “Pero” aveva preferito rinunciare alla preparazione invernale in Australia per posticipare lo stato di forma il più a lungo possibile. In casa si è fatto battere da più di un atleta, forse la motivazione non era alle stelle considerando il fatto che il posto in squadra lo aveva già conquistato vincendo i mondiali a Seu d’Urgell lo scorso anno. L’impressione che ho avuto però è stato quella che non volesse approfittare troppo della dea bendata e la sua è stata una lenta, ma costante crescita verso la ricerca del risultato.In coppa ha preso un sesto, terzo e quarto posto.
Tutto qui è sotto il segno di Peter Kauzer. I manifesti giganti per la strada, i poster e loghi vari ritraggono il campionissimo in un plastico aggancio vestito con i colori nazionali e con la sua ormai tipica canoa gialla - nera. Quando scenderà sul canale per lui sarà come per Kakà giocare al Maracanà... bella questa! La folla lo avvolgerà con il suo calore, lo spingerà avanti con urla e sonore trombette. Il vento farà svolazzare le mille bandiere di una Slovenia che ospita per la prima volta la rassegna iridata dello slalom. Anche se Tacen è al terzo Campionato del Mondo di canoa Slalom organizzato. La prima fu nel 1955 e la seconda nel 1991…ma allora era Jugoslavia…. Magari nei prossimi giorni facciamo un tuffo nel passato e andiamo a vedere che cosa accadde in quelle due mitiche edizioni. Oggi però restiamo legati al tema e alle statistiche che ci vengono in aiuto evidenziando tra i possibili protagonisti nel kayak maschile Alexander Grimm e Michael Kurt. Il primo, il tedesco campione olimpico che pagaia con una pala gigantesca color argento, quest’anno tra coppa ed europei ha centrato tre finali con un podio in casa ad Augsburg. Anche lo svizzero ha al suo attivo tre finali con due podi e sta remando con il vento in poppa come si usa dire in questi casi. Punterei anche su un certo Hannes Aigner : tedesco classe 1989 vincitore della finale ad Augsburg, quinto a Seu d’ Urgell, secondo agli europei under 23 e vincitore dei Pre-World a Bratislava due settimane fa. Pagaia con gran classe discostandosi di parecchio dal classico stile teutonico. Qualcuno potrà scandalizzarsi non vedendo inserito nel lotto un certo Fabien Lefevre vincitore di due mondiali consecutivi e due medaglie olimpiche. Il francese fino ad oggi non ha beccato nessuna finale e sembra vivere una profonda crisi d’identità: C2 o K1... questo il dilemma! Interessante anche il tema da approfondire proposto dal mitico doctor Gigi Sesana: “può aver influenzato negativamente per il transalpino preparare due specialità così diverse”?
Per i colori azzurri nel Kayak maschile, oltre ovviamente a Super Cali, prenderanno il via Stefano Cipressi, qualificatosi grazie al sesto posto nella finale di Augsburg, e Diego Paolini, 12esimo sempre in Germania. Un terzetto che a Praga 2006 aveva fatto grandi cose individualmente e a squadre. Non tutti però la pensano così visto che la Marina Militare ha fatto una lettera in Federazione sostenendo che il terzo uomo avrebbe dovuto essere Lukas Mayer anche lui 12esimo, ma agli europei recuperati ad agosto. La motivazione è semplice: il meranese ha ottenuto gli stessi risultati del veneto, ma è più giovane. Lukas classe 1989 e Diego classe 1982. Quest’ultimo ha partecipato già a due mondiali senior. Nel 2006 chiuse al 4^ posto nella prova individuale e secondo a squadre e nel 2009 in Spagna si perse nelle qualifiche con una prova decisamente sotto tono.
Anche fra le donne, C1 e C2 c’è molta attesa. C’è nessuno che vuole azzardare pronostici e analisi, io magari aspetto!
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
meno sette giorni ai 33^ Campionati del Mondo di Canoa Slalom
maqroll:
Un link per chi fosse incuriosito o ne volesse far uso (come me):
http://www.avatakpagaie.com/accessori_it.htm
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