Corsica 1985, Taravo Medio, arrivato troppo lento sul secondo di due salti ravvicinati, sono finito nel rullo sottostante. Tralascio la dinamica degli eventi intermedi. Una volta sotto, prima ho tentato invano di assecondare il movimento della "lavatrice", sperando con un guizzo di emergere per raggiungere un 'eventuale corda, nel momento in cui mi rendevo conto per la maggior luminosità di essere più vicino alla superficie. Niente. Poi di cercare di capire dove fossero i lati del letto del fiume per spostarmi di fianco, nel minor volume: ne' riuscivo a capire, ne' vari tentativi fatti a caso di spostarmi in qualche direzione hanno dato frutti. Giravo in maniera irregolare in un bianco indefinito senza più idea di dove fosse sopra , sotto, destra o sinistra. Ormai veramente a corto d'aria, e senza più fiducia in un aiuto esterno, ho cominciato a considerare l'ipotesi che non sarei mai uscito di lì. Gli ultimi tentativi di spostamento mi avevano fatto bruciare quasi tutto l'ossigeno disponibile e ho cominciato a lasciarmi andare (il tunnel con la luce in fondo esiste!). Forse perché ormai nella condizione di non poter più fare altro che pensare, mi sono ricordato l'ultima cosa da fare, e l'ho fatta. Mi sono tolto il salvagente. Mi è partito via sopra la testa, trascinandomi violentemente le braccia verso l'alto, e sono sprofondato subito, dalla luce al buio. Sono uscito una quindicina di metri più a valle.
Propendo per l'ipotesi che togliere il salvagente possa servire.
Alberto