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Buchi e Ritorni
Andrea Gangemi:
spero di non violare nessun copyright avendone citato la fonte
http://www.democraticunderground.com/discuss/duboard.php?az=view_all&address=389x5965322#5965649
altergg:
Ho detto che i rulli artificiali sono pericolosi anche con forze in gioco più accettabili. ;) Penso si possa dire che sia dovuto al fatto che si formano con situazioni geometriche molto regolari (che si riscontrano praticamente solo in condizioni artificiali): tutta la forza disponibile gioca contro. Nei buchi naturali che tengono c'e' invece soprattutto un bel caos, solo una parte della forza disponibile gioca contro.
Le hai viste le foto degli sbarramenti del Mincio dove sono morti più d'uno!? Sono situazioni apparentemente tranquille che mi sembra non hanno molto a che fare con quella hai linkato (lo sbarramento del salvataggio tra l'altro rispetto all'impressione che fa forse non è poi così pericoloso, si vede infatti tanta acqua che ribolle ma il ritorno, che indubbiamente non deve mancare altrimenti la malcapitata non rimaneva lì, si vede poco e probabilmente dev'essere poco altrimenti la malcapitata non la salvavano).
Se postando quella foto del salvataggio su rullo artificiale, vuoi intendere che solo una situazione del genere è pericolosa mandi un messaggio errato ai principianti: i rulli artificiali sono pericolosissimi anche se apparentemente insignificanti, basta un salto di pochi decimetri. :-\ E in queste situazioni, da quanto riportato, pare che togliersi il salvagente sia una possibilità di salvarsi. Il salvagente oltre a sfilarlo cmq è anche possibile tagliarlo col coltello che ci si porta dietro.
Cmq credo che discussioni come queste siano utili ;) per cercare di capire; anche se la prima cosa è evitarle quelle situazioni e poi la sorte ha probabilmente un grosso ruolo..
renzo monelli:
Intervengo ancora solo per fissare alcuni concetti che, secondo me, sono fondamentali sopratutto perchè a leggere il forum sono, probabilmente oltre ad Andrea, anche altri canoisti "nuovi".
1- gli sbarramenti artificiali normalmente sono pericolosi e per non saper ne leggere ne scrivere, meglio evitare, sopratutto se la portata è elevata perchè diventano estremamente pericolosi;
2- nei corsi per la sicurezza mi risulta che venga sempre utilizzato il salvagente anche perchè provvisto di imbragatura che consente il recupero della persona con la presa dalle spalline, robuste e comode da prendere;
3- quando una persona si è fatta 4 o 5 giretti nel rullo non è propriamente lucida e la cosa migliore che ci sia, penso sia un amico imbragato e incordato che col pelo sullo stomaco, si butta nel rullo a prendere come ho detto sopra il pericolante e viene tirato a riva con la corda dagli altri; scoperto perchè non si va in torrente da soli e perchè dietro, il giubbotto serio ha un anello. Così, tra l'altro, si diventa amici per la vita.
Il Mincio è il fiume di 1° grado che frequento almeno 1 volta a settimana e lo conosco come le mie tasche. C'ha 2 o 3 sbarramenti che hanno fatto + morti della banda della Uno bianca. Se qualcuno volesse scenderlo io sono qui, come del resto il canoa club di Rivalta, e tanti amici miei. Per far pratica è l'ideale, ma come ho detto bisogna conoscerlo. Buona acqua a tutti e scusatemi se ho ripetuto cose già dette da altri
Renzo
alessio cortesi:
La questione è composita e complessa ma forse non complicata, provo a dire la mia … se avete solo dieci secondi per leggere, lasciate pur perdere ;-)
Capisco e per certi versi condivido il parere di Gange, soprattutto per il fatto di dover nuotare senza salvagente, una volta usciti dal rullo/buco, in acque di un certo grado di difficoltà ... già un fiume di III continuo mette a dura prova uno a bagno senza salvagente.
Tuttavia, se fossi in un buco/rullo dal quale non riesco a uscire, non mi arrivassero aiuti, avessi già bevuto mezzo fiume e il terrore salisse verso l’incontrollabile, beh, avendo un po’ di lucidità mentale le proverei tutte, compreso il togliermi il salvagente: di nuotare senza salvagente mi preoccuperei dopo, magari a valle il fiume perde profondità e si spiana, magari c’è qualcuno che mi aiuta ma non riesce ad arrivare fino al rullo dove sono … insomma, prevarrebbe il bisogno del momento, cioè tirarmi fuori dal rullo, sul resto
Condivido anche l'idea di altergg di distinguere tra configurazione naturale e artificiale di un rullo/buco, con probabilità alta un buco naturale prima o poi ti sputa fuori proprio per la difformità delle correnti in ingresso/uscita, dai due lati, superficiali/profonde.
Il discorso può cambiare se il buco, pur naturale, è di dimensioni importanti e collocato in posizione che favorisce la creazione di correnti di ricircolo abbastanza regolari.
In ogni caso, dovrebbe valere il principio “se non galleggi e riesci a prendere le correnti di fondo che defluiscono dal buco/rullo, allora riesci a uscire” è una questione banalmente fisica, semmai il problema è raggiungere tali correnti con una forza di galleggiamento inferiore alla forza impressa dalle correnti stesse su ciò che galleggia
Al proposito, vi giro due esempi di vita vissuta
1992 – Rapida della Balmuccia con buon livello, scendiamo in raft per allenarci, per un errore di conduzione finiamo troppo a sx (a 2/3 della rapida), il gommone si impenna contro la roccia e ricade ribaltandosi, restando bloccato in mezzo al fiume con la punta a monte, io che pagaiavo davanti a sx riemergo sotto il gommone capovolto, c’è aria tra il fondo del gommone e l’acqua e quindi riesco a respirare, prendo fiato, passa qualche secondo ma il gommone non si muove, aspetto ancora un attimo, niente, allora provo a immergermi affondando i piedi, tocco il fondo ma non esco, ritorno su, prendo aria e riprovo, ancora niente, allora provo ad affondare immergendo prima la testa e finalmente esco … per completezza d’informazione:
- non mi ero tolto il salvagente, sapevo di doverlo fare come ultimo tentativo, non so se ci sarei riuscito
- il Sesia ha lasciato libero il gommone dopo qualche minuto, se mi fossi incastrato sotto senza poter respirare i danni sarebbero stati ben peggiori
L’altroieri - Sul Trebbia, uno dei nostri corsisti è andato a bagno in rapida ed è finito in un mulinello controroccia proprio a fine rapida (dx orografica, prima della Galleria), in posizione tra l’altro non facile da raggiungere con sicure, la corda è stata del tutto inefficace, gliene sono arrivate sulla testa ma era troppo stordito/inesperto per pensare anche solo ad una corda che ti arriva, pur sapendolo … ha cominciato a girare nel gorgo e con lui la canoa, alla quale di tanto in tanto riusciva ad aggrapparsi, in quei momenti i secondi sono eterni, a occhio sarà stato dentro per circa un minuto … … quando sono arrivato sul posto, gli ho urlato “molla la canoa”, mi ha ascoltato ed è stato preso dalle correnti che scendono verso il fondo e sputato fuori dal mulinello … sempre per completezza d’informazione, il mulinello sarebbe stato facilmente raggiungibile in canoa, cosa che i miei compagni stavano apprestandosi a fare quando sono arrivato io, quindi non era una situazione particolarmente rischiosa per il corsista, che comunque s’è preso un bel battesimo
Nel caso “mulinello contro corsista”:
- qualcosa che galleggiava (la canoa + il salvagente) gli impediva di uscire, come se n’è liberato (della canoa) il galleggiamento è stato vinto dalla forza delle correnti di fondo
- certamente una canoa (se inaffondabile) galleggia molto più di una persona con salvagente, ma il principio vale, se non galleggi abbastanza e prendi le correnti di fondo vieni fuori.
Continuando con la teoria:
- il corsista sapeva cosa avrebbe dovuto fare, ma non ha saputo farlo, io sul Sesia sono riuscito a farlo, e questo può fare la differenza
- occorre anche mettere le persone in condizioni di poter fare ciò che si dovrebbe fare, ad es. ci sono giubbotti salvagente estremamente difficili da sfilare in caso di necessità
- questo potrebbe comunque non bastare, sono riuscito a uscire dal gommone anche perché ho avuto la sorte dalla mia.
Allora, in senso generale dovremmo migliorare le nostre prestazioni di gestione dell’emergenza in fiume, al proposito è fondamentale distinguere tra prevenzione e protezione (deformazione professionale) e lavorare su entrambe, consci del fatto che potrebbe non bastare ma che aumenta molto le probabilità di successo.
Dal lato prevenzione, discendo un fiume se/quando:
- sono all’altezza sia per capacità/esperienza canoistiche che per forma fisica/mentale
- lo conosco o sono con qualcuno (che conosco e di cui mi fido) che lo conosce, in modo da minimizzare gli imprevisti
Questa cosa non basta, perché potrebbe benissimo succedermi, pur essendo all’altezza, in forma fisica/mentale adeguata e a conoscenza del fiume, di finire in un buco dal quale volevo stare lontano: qui la prevenzione è finita, visto che sono nel buco e quindi l’emergenza (grande o piccola che sia) è in atto, devo allora agire dal lato protezione, cioè tirarmi fuori dal buco minimizzando i danni.
E’ chiaro che qui il discorso si allarga, perché ad es. fa parte dell’esperienza/capacità di un gruppo di canoisti sapere che quel buco tiene e quindi prepararsi a gestire l’emergenza (bow rescue, corda, sicura, …).
E’ altrettanto chiaro, e vengo al punto, che NON siamo abituati a esercitarci in questo senso, ossia a simulare situazioni di emergenza per saperle poi gestirle nel caso reale, quando accadranno senza simulazione.
Allora, forse, prima di schierarsi a favore/contro il togliersi il salvagente, esercitiamoci a farlo in condizioni di sicurezza (io personalmente non l’ho mai fatto, e sarei curioso di vedere cosa salta fuori …) in modo da avere un’arma in più, l’addestramento ci abitua a riconoscere le alternative e scegliere quella migliore (meno peggiore?).
Comunque sia, grazie a chi ha portato il proprio parere/esperienza, che aiuta sempre moltissimo
Cortez
--- Citazione da: altergg - Marzo 29, 2010, 11:46:06 pm ---Forse la verità stà nel mezzo. ;)
--- Termina citazione ---
Gengis:
Ciao a Tutti,
io ò avuto sicuramente molta fortuna nell'agosto del 1980 quando sono finito nello sbarramento doppio
che c'è sull'Isarco nel centro di Brixen, dove per circa una decina di minuti mi sono girato e rigirato
come in una lavatrice, ò avuto la fortuna di ritrovarmi tra le mani la mia kenion 390 e di infilarci la testa e respirare,riprendere un poco forza e lucidità, tanto da sganciare il salvagente ed aprire la muta , buttarmi sul fondo e trovare la lingua d'acqua che portava fuori, dove sono stato recuperato malconcio, quel giorno anche Carlo Belfiore dei Gladiator de Roma
ebbe la stessa fortuna di salvarsi dove un mese prima si era annegato un canadesista Tedesco.
Naturalmente tutti rulli non sono uguali,ma una delle poche possibilità è quella di trovare la lingua d'acqua che porta fuori che è sempre sul fondo e con il salvagente andare sul fondo è praticamente impossibile.
La fortuna gioca un ruolo determinante in certe situazioni, le foto che ci sono del muratore imbracato con le catene
di una potente gru ne sono la più lampante prova, uomo giusto, attrezzatura giusta (gru ) momento e posto giusto
e la pericolante a salvato la vita, bel buco di ....
Gengis
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