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Ettore Ivaldi

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Re: DI COSA PARLIAMO?
* Risposta #30 il: Dicembre 21, 2010, 08:15:01 am *
Oggi ho raccontato una bella storiella ai miei giovani atleti irlandesi. Il tentativo era quello di spiegare loro e renderli partecipi sul fatto che l’andare in canoa e fare slalom è questione di feeling con l’acqua, con il mezzo, con il proprio corpo e con la mente: tutto il resto sono piccoli dettagli che partecipano ad un progetto comune. Ho portato l’esempio del tango, un ballo che nasce nelle strade di Buenos-Aires quale momento di sfogo di tensioni e malessere sociale. In questa espressione corporea ci sono due soggetti e la musica. La donna segue gli inviti e le evoluzioni  dell’uomo, la bandoleira e gli altri strumenti musicali  guidano ed ispirano l’espressività maschile. Bene, fino qui nulla di nuovo, ma il tutto, secondo me, può essere traslato nello slalom. La donna è il canoista, l’uomo è la canoa e la corrente detta tempo e ritma i movimenti. La canoa segue la corrente e il palista (per dirla alla spagnola che rende molto bene) non deve fare altro che assecondare il tutto. Detta così è facile, ma la difficoltà e la finezza  di tutto ciò  dove sono? In sostanza l’inghippo si trova dentro di noi nascosto dalla forza  muscolare e dalla testa che pensa di mediare tutto con la logica e con l’azione. Molte volte alcune problematiche  si potrebbero risolvere semplicemente con l’attesa lasciando il nostro copro libero di agire per seguire quello che la corrente e la canoa hanno in serbo per noi. Certo è che bisogna essere lesti e pronti per cogliere ogni dettaglio, ogni segnale che ci arriva in frazioni di secondo. Come fredda deve essere la nostra mente ad accettare questa tipologia di soluzione! Una mente capace di fermare l’istinto brutale che ci vuole tutto muscoli e niente cervello. L’obiettivo allora dovrebbe essere quello di avere come riferimento non quello che stiamo facendo, che già è accaduto, ma quello che andremo a fare da lì ad un attimo. Vivere e lasciar vivere al presente la nostra canoa con il cervello rivolto al futuro immediato, solo così la velocità e la scorrevolezza ne trarranno beneficio. Se il concetto è chiaro ora ci dobbiamo concentrare su come trasmetterlo e farlo percepire ai nostri compagni di lavoro, alla nostra argilla da modellare in relazione però alla specificità ed individualità della stessa;  tradotto ciò starebbe a significare che l’allenatore dovrebbe, per ogni atleta, trovare la chiave giusta per aprire la porta di questo semplice, ma efficace  meccanismo.
Dobbiamo proporre percorsi che esaltino questo concetto come ad esempio combinazioni di risalite e discese che permettano uscite veloci verso valle. L’idea deve essere quella di prediligere un’entrata nella porta con più respiro per avere un’uscita che tenga punta e coda sulla stessa direzione verso la porta successiva. Mi sono trovato ad urlare spesso ai miei atleti:”keep the view to the next gate”,  specialmente nella fase di uscita dalle risalite. Sarà anche per questo che ora la voce è sparita e la gola mi brucia un pochino... rimedierò con la propoli acquista a buon prezzo in Slovenia quest’anno durante i mondiali. Forse l’unico prodotto ancora conveniente in  questo paese. 

Tra i paletti dello slalom si può guidare la propria canoa in due modi: con le braccia o con il peso del corpo coadiuvato dal lavoro delle gambe. Tanto per tornare al tango diremo che è come portare una donna a delle figure con la forza delle braccia oppure con i cambi di peso. Inutile dire che il secondo sistema è decisamente più efficace ed armonioso. In canoa, se si usano il peso a dovere e la spinta delle gambe si possono tenere linee più dirette e risparmiare energie preziose da utilizzare nel momento opportuno. Così facendo il movimento si avvicina alla danza per grazia ed armonia.
Certo non tutto è frutto dell’improvvisazione o dell’estro, qualità queste che si affinano solo con molte ore di canoa tra i pali. E’ già da tempo che non conto le ore passate in acqua dai miei atleti, ma annoto con doviziosa pignoleria il numero di porte fatte per ogni sessione di allenamento e per ogni sessione cerco di conoscere le penalità fatte e come sono state fatte le varie combinazioni, ma di questo vi parlerò prossimamente... ora devo guardare il video con i miei atleti.

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Panz

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Re: DI COSA PARLIAMO?
* Risposta #31 il: Dicembre 21, 2010, 10:50:01 am *
Ciao Ettore, tutto questo vale anche per la canoa discesa secondo te? O c'è qualcosa che cambia?
Grazie,
Luca

enrico lazzarotto

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Re: DI COSA PARLIAMO?
* Risposta #32 il: Dicembre 21, 2010, 07:07:49 pm *
AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH Ettore, ogni volta che ti leggo penso......................................................ma che ci fai in Irlanda con tutto il rispetto....... e ancora penso..... e qui mi censuro da solo, ma lo sai bene cosa penso dei vari tuoi colleghi.
Ettore massimo rispetto
enricolazz
ps ti hanno letto in 4440 però.

elena bargigli

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Re: DI COSA PARLIAMO?
* Risposta #33 il: Dicembre 22, 2010, 12:46:14 pm *
Condivido assolutamente quello che hai scritto!
ed anche il commento di Enrico!

Elena

Ettore Ivaldi

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Re: DI COSA PARLIAMO?
* Risposta #34 il: Dicembre 24, 2010, 11:15:27 pm *
Tornando a Valstagna, l’altra mattina,  mi sono fermato all’ultimo autogrill sulla Valdastico prima di uscire a Dueville. Ho bevuto un cappuccino delizioso. Profumo intenso di caffè, una schiuma consistente, un piattino asimmetrico che ha depistato la mia manualità inconscia nel cercare il cucchiaino necessario per mescolare la  mezza bustina di zucchero che addolcisce il mio palato.  Se a tutto ciò  aggiungiamo il gentile sorriso e la cortesia della barista direi che la scelta di concedermi una pausa nel, se pur breve, viaggio è stata azzeccata. E allora perché non approfittare di questo segnale per un break mentale  dai paletti dello slalom e riflettere,  su esplicita richiesta del buon Luca Panziera, sulla canoa da discesa? Beh! la prima cosa che mi sfiora a pelle  è che farsi portare dalla canoa discesa per diversi chilometri su fiumi come il Rienza, Noce, Dora, Isere, Passirio alto e tanti altri è qualcosa di unico, sublime, esaltante. Tu  e la tua formula uno in mezzo ad onde, correnti , riccioli, curve, ostacoli. Tu,  con il solo rumore dell’acqua che corre verso valle. Tu, ritmato dal tuo cuore e dalla fatica dei tuoi muscoli. Una corsa verso valle senza fremito, senza rimpianto a pieni polmoni. Il piacere di scivolare sull’acqua e spingere sulle gambe che fremono nel guscio per essere anche loro toccate e irrorate da quell’acqua fresca e amica che invece bagna e rigenera faccia, mani e busto. E quel filetto di acqua che riesce a infilarsi giù dal collo anche  nelle ormai super stagne e tecnologiche giacche   di oggi, ti riporta ad una gioventù fatta invece di k-way alla buona a maniche chiuse da elastici troppo fini per contenere l’irruenza e la forza della corrente. Arrivati a terra fradici, ma pronti per un’altra prova, un’altra discesa per cercare di appagare quella voglia di volare che è insita nell’uomo.  Per noi canoisti scivolare sull’acqua è la vita. Se per uno slalomista la libidine di una risalita è impagabile, per un discesista la punta che sull’onda tocca il cielo è un’emozione irrinunciabile. Bene, ma veniamo al tema proposto dal Panziera meteorologo per lavoro e discesista per vocazione che mi chiede se anche in discesa valgono i principi dello slalom e cioè spinta di gambe, rotazione delle spalle, sensibilità, proiezione della menta verso il passaggio successivo. Credo che su tutto ciò non ci siano dubbi. Ho ben presente i calzoncini di Marco Previde Massara sempre consumati sui glutei a testimonianza della sua spinta di gambe. La possente muscolatura della schiena di Carlo Mercati  dimostra che la pagaiata parte proprio da qui. Le prodezze acrobatiche di Vladi Panato sono poi il capolavoro di un talento che ha fatto della sensibilità in acqua la sua carta vincente.
Inizio sempre gli allenamenti ricordando con Zeno e Raffy di pagaiare con la testa, con il cuore e ascoltare sempre quello che l’acqua ha da raccontare loro.  Se durante la seduta mi rendo conto che la testa non funziona, oppure non viene dato il cuore e se si li trovo sordi allora preferisco fermare tutto e capire che cosa sta succedendo.

Ecco la discesa per me è tutto ciò.

L’altro aspetto nella discesa è la  componente strategica e tattica che una prova classica richiede. Fra il 2004 e 2005 avevo realizzato ed elaborato uno studio proprio su questi aspetti che, a fine stagione, avevo consegnato alla Fick. Questa ha pensato bene di archiviare  il lavoro in questione con l’etichetta di un report giornalistico e abbandonarlo su qualche polveroso scaffale dopo il mio buon servito.  Per chi fosse interessato può essere visionato sul mio blog. Qui ne riporto solo alcuni fondamenti.
Il concetto era semplicissimo e cioè dividevo il tracciato  in fiume in diverse zone in relazione alle varie caratteristiche dello stesso. Queste aree venivano marcate in modo tale che fossero ben visibili dagli atleti in acqua. Partivo dal principio di voler far esprimere al massimo per ogni frazione tutta la potenzialità dell’atleta e per far questo dovevamo capire quale effettivamente essa fosse per quel singolo tratto.  In sostanza quello che viene fatto per chi corre i 10.000 metri o nuota i 200 stile libero... tanto per citare qualche esempio. In questo modo si ha una velocità massima per ogni tratto che dovrà essere messa in relazione con la distanza di gara. Se si vogliono correre i 10 km sui 28 minuti dobbiamo conoscere la velocità sul singolo chilometro, tanto per chiarire le idee. A questo punto interviene la strategia e la tattica di gara in relazione alle varie caratteristiche fisiche e ovviamente tecniche.

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Ettore Ivaldi

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Re: DI COSA PARLIAMO?
* Risposta #35 il: Gennaio 23, 2011, 12:12:30 pm *
Sicuramente non sarà passato inosservato, o perlomeno spero,  il post sul sito della Fick relativo al prossimo mondiale di sprint ad Augsburg. L’ICF ha inserito la prova iridata di questa specialità ogni anno e ogni due ha mantenuto il mondiale della disciplina classica. Ora il commissario tecnico della discesa, l’amico Robert Pontarollo dice:"un esperimento che  potrebbe dare ai discesisti un’opportunità unica e finalmente concreta di farsi notare in chiave olimpica".
Purtroppo la cosa non è come può sembrare e come noi tutti vorremmo. In realtà non si tratta del primo passo  che fu invece fatto nel 2005 quando a Notthingham si disputò la prova di coppa del mondo sul canale che solitamente ospita le prove di slalom. Questo per dire che in realtà la strada è aperta da molti anni, ma l’indifferenza generale mantiene la situazione stantia. A mio modesto avviso dovrebbero essere gli allenatori e i vari responsabili delle squadre nazionali a cercare di smuovere le acque perché sappiamo bene tutti che la discesa è a una svolta storica. Certo è che non si può aspettare la manna dal cielo per far cambiare le cose, bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare.
L’unica strada che potrebbe portare lo sprint alle gare a cinque cerchi  arriva solo dalla possibile combinata, come più volte ho avuto modo di scrivere su questo forum e al presidente ICF.  Questo perché? Semplice! Non possono aumentare il numero di partecipanti alle Olimpiadi quindi non rimane che offrire la possibilità a chi va di partecipare a più gare. Gli stessi atleti che si qualificano per lo slalom potrebbero gareggiare nello sprint e poi in una successiva combinata. Le medaglie passerebbero da 4 a 12. Così facendo non si penalizzerebbe nessuno. Si fanno le qualifiche per lo slalom e per lo sprint e poi saranno le nazioni a decidere quale posto occupare e cioè con uno specialista dei paletti o uno sprinter puro. Ad esempio noi italiani non prendiamo il posto ai giochi olimpici in slalom  nella canadese monoposto dal 1996, se ci fosse stata questa possibilità certamente Vladi Panato non avrebbe avuto problemi a conquistarne uno e in questo caso non ci sarebbero stati problemi su chi mandare.

Ora la situazione è chiarissima. Prima che il free style soffi questa opportunità, visto che stanno lavorando molto bene in questa direzione,  ci si dovrebbe attivare per portare avanti questa strada. Come? Beh!  Io dico la mia... tipo tempestare il presidente federale a prendere in esame la cosa e portarla avanti nell’ICF. Se tutte le società inviassero una o più mail al responsabile federale del settore chiedendo tutto ciò, forse qualcuno si mobiliterà. Se tutti gli atleti e gli allenatori facessero la stessa cosa diventerebbe un movimento importante, se si organizzasse una tavola rotonda in questa direzione invitando anche rappresentanti di altre nazioni potrebbe essere un lavoro da Centro Studi. Se poi facessimo un passino un po’ più lungo si potrebbe anche organizzare qualche prova importante in questa direzione, tipo in Val di Sole (dove tutto è stato abbandonato) o Ivrea o Merano o Valstagna. Insomma dobbiamo farci portavoce di un movimento che vuole lo sprint a cinque cerchi con lo slalom e la combinata!

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Panz

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Re: DI COSA PARLIAMO?
* Risposta #36 il: Febbraio 05, 2011, 09:22:59 pm *
* Ultima modifica: Febbraio 05, 2011, 09:24:36 pm da Panz *
Ciao a tutti,
Ecco una proposta di e-mail da mandare in federazione. L'oggetto della e-mail potrebbe essere: Salviamo la Canoa Discesa!
Ecco qualche indirizzo email a cui mandare la lettera (indirizzi pubblicati sul sito FICK):
Settore tecnico:   sett.tecnico[at]federcanoa.it
Federazione:        federcanoa[at]federcanoa.it

Vi invito a mandare tale e-mail a questi indirizzi.
Luca Panziera
__________________________________________________________________________________________________________

Buongiorno,
 la situazione della canoa discesa non é sicuramente delle migliori, specie se confrontata con le altre specialità olimpiche della canoa. Sappiamo bene come sia difficile organizzare gare di discesa, in quanto non c'é l'interesse né da parte dei media nè da parte degli sponsor per questo tipo di eventi. Il numero di partecipanti alle gare internazionali, del resto, é di molto inferiore rispetto alle altre discipline. Sicuramente il fatto che la canoa discesa non sia disciplina olimpica é la principale causa di tale decadenza, che si sta manifestando ormai da alcuni anni. Penso che la canoa discesa non si meriti un tale disinteressamento generale, pertanto chiedo la sua collaborazione per provare a portare la canoa discesa alle olimpiadi. Mentre le gare di discesa classica, infatti, richiederebbero un percorso diverso rispetto alla canoa slalom, le gare di discesa sprint potrebbero essere organizzate interamente all'interno dei canali artificiali dove si disputano le gare di slalom. Visto che non si può aumentare il numero di partecipanti alle Olimpiadi, non rimane che offrire ai partecipanti la possibilità di gareggiare in più discipline. Ecco quindi che l'unica strada che potrebbe portare la canoa discesa alle Olimpiadi arriva dalla possibile combinata slalom + discesa. Gli stessi atleti che si qualificano per lo slalom potrebbero gareggiare nello sprint e poi in una successiva combinata. Le medaglie passerebbero da 4 a 12. Così facendo non si penalizzerebbe nessuno. Si potrebbero fare le qualifiche per lo slalom e per lo sprint e poi saranno le nazioni a decidere quale posto occupare e cioè con uno specialista dello slalom o uno sprinter puro.
Con questa mia lettera voglio portare alla sua attenzione questa proposta, convinto che anche lei, come me, abbia a cuore il futuro della canoa discesa, anche considerato il ruolo che si trova a svolgere. La invito pertanto a proporre al più presto delle iniziative concrete per sollevare un dibattito su questa tematica. Sarebbe opportuno aprire una discussione a 360 gradi con atleti, allenatori e dirigenti, per capire come si possa salvare la canoa discesa da una morte che sembra ad oggi inevitabile. Il fine potrebbe essere proporre alla Federazione Internazionale la gara di combinata o un'altra strategia per risollevare l'interesse verso la canoa discesa.
Distinti saluti,
Nome e Cognome

Ettore Ivaldi

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Re: DI COSA PARLIAMO?
* Risposta #37 il: Febbraio 06, 2011, 06:11:39 am *
* Ultima modifica: Febbraio 06, 2011, 06:13:41 am da Ettore Ivaldi *
Dictum factum!

Occhio all'onda! Ettore Ivaldi

Ettore Ivaldi

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Re: DI COSA PARLIAMO?
* Risposta #38 il: Febbraio 09, 2011, 03:59:00 am *
Mi  sembra doveroso aggiornare il forum copiando la mail che il presidente Luciano Buonfiglio ha inviato come risposta alle nostre mail di prendere in esame la combinata. Colgo l'occasione per ringraziarlo per l'impegno preso in modo ufficiale, oltre al fatto che fa molto piacere che lo stesso presidente condivida con piacere ed entusiasmo  la nostra idea.

Occhio all'onda! Ettore Ivaldi

Caro Ettore e cari amici della discesa,

è da tempo che molti di Voi  hanno apprezzato la mia attenzione e le mie proposte, ovviamente condivise dal Consiglio Federale, verso la discesa (vedi l'inserimento della maratona fluviale ed i riconoscimenti ottenuti per l'Adige Canoa Marathon ) o comunque verso iniziative atte a dare impulso e nuova forza a questa stupenda disciplina, e non ultimo, verso questa strada che stai proponendo.

Il primo passo a livello internazionale, è stato fatto dal Presidente Perurena e dal sottoscritto nei confronti del responsabile tecnico I.C.F. e già quest'anno ci sarà, come avete avuto modo di vedere, una grande novità ad Ausburg, che mostra la particolare attenzione dell'ICF verso la discesa.

Il 2011 ed il 2012 saranno fondamentali per verificare se quest'apertura trova consenso e partecipazione, in tal modo il d.t. dell' I.C.F. ed il Board avranno la possibilità di proporre al CIO eventuali cambiamenti, infatti nel 2013 il Comitato Olimpico Internazionale rivedrà tutto il programma olimpico, sia le discipline ammesse che le diverse gare al loro interno.

Credo che non sia necessario aggiungere che, pienamente convinto della validità di tale proposta, ne sarò un forte promotore, cogliendo ogni opportunità. E' fondamentale però che a livello internazionale vi sia maggiore partecipazione, inviterò nel prossimo Board di Aprile il Sig.Perlitz, d.t. ICF, a studiare iniziative che stimolino altri  paesi oltre ai soliti a partecipare almeno ai mondiali e lo inviterò anche a costituire una commissione con i rappresentanti delle nazioni più rappresentative (Francia Germania Italia Rep.Ceca) per verificare soluzioni organizzative più accattivanti. Pertanto, dopo la riunione del Board di aprile saprò aggiornarvi sull'evoluzione dei fatti.

Grazie ancora per la partecipazione propositiva e a presto

 

 

Luciano Buonfiglio

Presidente Federale

Viale Tiziano, 70

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+39 06 36858349

presidente@federcanoa.it