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CANOE DA SLALOM

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Skillo:
Il Manta! Bravissimo Ettore! Era uno spettacolo di canoa; punta e coda schiacciatissime ma di pianta generosa, linea di giunta quasi sempre sommersa lungo tutta la lunghezza della canoa e coperta talmente piatta e bassa sull'acqua che in molte immagini dei due campioni all'opera ci si stupiva di come potessero realizzare gran parte dei percorsi in quello stato di quasi continua e completa immersione della canoa. Sembrava più un U-Boot che una canoa da slalom.
La sezione triconcava dominava tutto il troncone centrale dello scafo e, a parer mio, era stata realizzata per rendere più efficaci le rotazioni nelle risalite sfruttando il profilo concavo del fianco esterno alla curva che, mantenendo la barca assolutamente piatta, faceva da binario alla rotazione aiutando non poco a trasformare la velocità di ingresso in velocità d'uscita.
Nella tecnica di Hemmer-Loose, grossi omoni che usavano pagaie cortine in proporzione alle loro misure e che non mi ricordo di aver mai visto eseguire un debordè, "dare pancia" era una voce inesistente, in qualunque situazione, e molti di noi appassionati che prevedevamo qualche deroga in tal senso almeno in occasione dei mondiali americani sul Savage River dove portata, difficoltà e velocità avrebbero fatto pensare che almeno lì avremmo visto i due tedeschi sollevare un fianco, rimanemmo stupefatti nel vedere quel grosso bestione nero farsi il percorso praticamente sempre in immersione e giungere al traguardo con un ottimo tempo. 
Ettore si ricorderà sicuramente se vinsero il mondiale, come sospetto, o no, ma la cosa importante resta che quei due atleti, la loro canoa e la tecnica particolare che misero a punto furono sicuramente un qualcosa di eccezionale nel panorama e nella storia della canoa slalom.
Rividi un qualcosa di similmente particolare qualche anno dopo quando i francesi tirarono fuori il c1 "Gros nez", o un nome simile: aveva grosso volume anteriore, punta arrotondata (da lì il nome) e due binari che correvano paralleli sotto il secondo e terzo circa dei cinque quinti della lunghezza dello scafo. Qui l'effetto ricercato era sempre quello di ottenere una sorta di binario nel quale far scorrere il c1 durante tutto il percorso ma senza costringere l'utilizzatore a tenere la canoa sempiternamente piatta. Poco manovriera e dificilotta da portare con disinvoltura nei cambi di corrente, era però in grado di esaltare le traiettorie precise, mantenere alte velocità in curve di grande raggio, e ottenere alte velocità di uscita dalle rotazioni.
Per la cronaca fu l'ultimo modello di c1 (il suo era giallo) usato in gara dal grande Renato De Monti.
Le versioni successive andarono perdendo sempre più i binari a favore di un ritorno al trionfo del convesso.

Ettore Ivaldi:
Sono diversi giorni che vedo in acqua la più piccola della flotta da slalom made by Vajda cioè la “Smurf” costruita per i bimbi e fino ad un peso massimo di 45 chilogrammi.
E’ una barca studiata appositamente per muovere le prime pagaiate in slalom per i giovanissimi e la sua forma imbananata permette una grandissima manovrabilità: punta e coda sempre fuori dall’acqua. L’ho vista usare da una piccola ragazzina con natali illustri, ma si sa che nessuno nasce “”imparato” e così anche lei deve percorrere la strada della vita, magari con qualche corretto sostegno, come la stessa canoa che le permette di muoversi leggera su un canale impegnativo come quello di Penrith. Positivi anche i commenti di altri allenatori che con me hanno visto all’opera il piccolo kayak per piccoli slalomisti. 
Bei volumi distribuiti nella parte centrale che danno al mezzo una buona stabilità ed un certo spazio all’altezza del pozzetto per permettere al giovane canoista di pagaiare facilmente in una posizione naturale.
La “Smurf” viene costruita in tutte e quattro le versioni classiche oltre alla costruzione “styrolyght” . Quest’ultimo sistema consiste praticamente nell’uso di materiale termoplastico, più leggero del polietilene che ben assorbe i colpi e la rende praticamente indistruttibile. Un ottimo compromesso tra leggerezza e tenuta nel tempo. Potrebbe rivelarsi quindi un ottimo investimento soprattutto per i club che potrebbero così acquistare un prodotto che possa durare più stagioni e resistere a numerosi passaggi di pagaia.
Mi sento di consigliarlo anche a Damiano Tavella che chiedeva qualche consiglio per canoe per bimbi, ovviamente per lo slalom. Aggiungo solo che è importante avvicinare i ragazzini mettendoli nella condizione ottimale relativamente ai materiali. Io con i miei ragazzi ho sempre cercato di fare ciò per un approccio non traumatico ad uno sport già di per sé complesso.

Altra novità in tema di kayak  da slalom arriva fresca fresca da Fabien Lefevre che ha annunciato l’arrivo della sua nuova canoa: una 370 più veloce e più manovriera… già pronta e che sfoggerà prossimamente a Penrith – Australia – dove trascorrerà gran parte dell’inverno ad allenarsi. A noi non rimane che goderci il sapore dell’attesa, nella speranza di avere l’occasione di provarla per tutti Voi.

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Ettore Ivaldi:
Il 27 novembre mi ero preso un impegno di trovare qualche foto del mitico "Manta" - oggi ho pubblicato sul mio blog -  ettoreivaldi.blogspot.com - le due che sono riuscito a reperire. Non è facile perchè non sono a casa e le foto sono tutte in pellicola (molte diapositive) devo trovare l'occasione di passare da casa e spulciarle tutte. Per il momento accontentatevi di queste!

Occhio all'onda! Ettore Ivaldi

P.S. Buon 2010 ricco di pagaiate

Ettore Ivaldi:
 Vi avevo messo in allerta il 27 dicembre ricordate? Vi dicevo che eravamo in attesa delle novità di Fabien Lefevre in relazione alla canoa… non è stato facile, ma alla fine anche il buon francese  si è lasciato andare e così abbiamo potuto provare la sua nuova canoa 370  anche se è ancora in via di elaborazione come lui stesso ha voluto sottolineare.
In sostanza la filosofia del transalpino è stata quella di cercare più velocità rispetto alla canoa che aveva usato dall’ultima gara di coppa del mondo dello scorso anno  in avanti e cioè la Ego di Vajda.  La soluzione a questa sua necessità l’ha trovata nel raddrizzare la coda della Ego, che ora rimane perfettamente parallela e non si imbanana, mentre nella  parte anteriore  è stata vistosamente sfinata. Allungata poi di 10 centimetri, si è passati  dai  360 ai 370. Ma le novità per il francese non sembrano però finire visto che sta pensando e realizzando una ulteriore elaborazione allungando il kayak e portarlo tra i 380 e 390 centimetri.

Le sensazioni avute, nel provare questo nuovo modello, che per il momento è conosciuto con il nome  di 370 L, è che, rispetto alla gettonatissima Kapsl, la manovrabilità è decisamente inferiore sia nel cambio di direzione repentino che con la coda piantata in acqua. Guadagna nella fase di uscita delle risalite, prendendo acqua sulla parte anteriore qualche attimo prima rispetto ad altri modelli. La forma decisamene affusolata fa perdere stabilità. Le dimensioni sono per atleti tra i 70 e i 73 chilogrammi. Visivamente è facile notare, quando si osserva Lefevre in acqua, la veloce ripresa di velocità fuori dalle risalite, come altrettanto è evidente la scorrevolezza nei pezzi in cui bisogna solo pagaiare diritti. In più occasioni, però, abbiamo visto il transalpino in difficoltà in manovre molto strette e su cambi di direzione repentini.

Approfondendo con il campione la sua idea sulle imbarcazioni da slalom, non ci ha sorpreso, quando sostiene che sui percorsi in Francia – che conosce molto bene – la canoa di 4 metri risulta per lui essere ancora decisamente più veloce e redditizia. Lo ha dimostrato a fine stagione quando si è preso la libertà di vincere con la sua Optima ben tre gare di cui due a Pau. Ma l’idea sua è che sui percorsi internazionali, intendendo quelli di Coppa del  Mondo e mondiali, sicuramente si dovranno avere due  opzioni pronte all’uso: una  370 o una 390. La scelta definitiva su che barca usare dipenderà esclusivamente dal tipo di percorso disegnato per ogni competizione perché a questo punto la scelta del mezzo diventerà fondamentale per cercare di contrastare un nutrito e sempre più qualificato gruppo di kayak di altissimo livello.

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Ettore Ivaldi:
Vi avevo messo in allerta il 15 gennaio  sull’arrivo a Penrith – Australia - di Campebell Walsh. Si diceva che sarebbe arrivato con una canoa nuova uscita da un periodo di collaborazione con Vajda. In sostanza è stata ridimensionata per lui la Kapsl, dopo vari test a Bratislava, ma la vera  novità è… che novità non c’è!
Infatti il campione del Regno Unito dopo alcuni mesi di test ha preferito venire dall’altra parte del mondo con la sua canoa vecchia e per il futuro si vedrà! Non siamo riuscito a sapere di più visto che il bianchissimo inglese (speriamo che non faccia la fine degli Oblinger) è rimasto molto sulle sue quando abbiamo chiesto delucidazioni in merito: non piace a nessuno fare buchi nell’acqua e tanto meno ad un Lord inglese che sappiamo che certamente non brilla per simpatia. 

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

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