Caro Mauro, scusa se non ho afferrato in tutto il suo significato il tuo lapidario intervento, magari avrai generosamente la pazienza di spiegarmelo di persona... Mi riaggancio ugualmente al tuo discorso. Quelli che si chiamano come te e come me, Mauro, Maurizio (e anche Bruno) hanno a che fare con l'oscurità, con il segreto e con la lotta interiore per liberarsi della menzogna. Mauro vuol dire Moro, Negro. San Maurizio, poi martirizzato, era il comandante militare della falange egizia dell'esercito romano (un reparto di punta, il migliore, una specie di gruppo sportivo dell'esercito romano). Era negro. Il benedettino san Mauro salvò il giovane san Placido da sicuro annegamento nel fiume Aniene in quel di Subiaco. La gente è Placida, scazzata, mezza addormentata, stà lì in balia della corrente. Chi potrà riacchiapparla in tempo se non noi? Parlare è agire, qualche volta. Anche se in teoria tacere naturalmente sarebbe meglio. Arpocrate era uno dei più importanti dèi egizi, era il dio del segreto, del silenzio, raffigurato con l'indice dritto davanti alle labbra. Il segreto è tutto! nel campo della verità. Il vero uomo non parla, tace, osserva, medita. Così ho sempre creduto e ammiravo gli uomini veri, i montanari, i lupi di mare, gli uomini vissuti. Quelli che guardano fisso con la messa a fuoco stabile a due metri e sessanta e tacciono. Poi mi è venuto il dubbio che spesso dietro ai silenzi decennali, eterni, si potesse nascondere la più perfetta e schietta imbecillità. Ebbene, dopo verifica, ho constatato che il mio dubbio aveva qualche fondamento. Nel nostro paese veniamo educati nel principio che, per masticare prima o poi qualcosa, occorre conformarsi a un sistema mafioso/massonico (e clericale, familiare naturalmente) basato sui silenzi, sui segreti, sull'omertà. Allora vediamo che, per esempio, incaricano un "nessuno" in un posto di responsabilità e stiamo zitti. Vediamo che trattano male un nostro amico e taciamo. Infine vedremo che spaccano la testa a nostra figlia e, temo, ancora staremo zitti, perché ormai avremo perso la voce. Nel mondo della canoa si potrebbe magari scoprire che ogni tanto è più divertente parlare che tacere, eventualmente per sostenere gli amici. Tutt'al più verremo martirizzati. Ciao. Maurizio