I Mondiali di Maratona concludono ogni anno la stagione agonistica internazionale. Per questa ragione a queste gare si ritrovano non solo i protagonisti della stagione di Maratona, ma anche diversi velocisti, sia tra i Senior che tra gli Junior. In effetti il livello di questo Mondiale a Crestuma, una cittadina appena fuori Porto, è stato uno dei più elevati delle ultime stagioni, con diversi Campioni del Mondo in gara nel K1 e K2 Senior.
Il campo di gara era stato predisposto sul fiume Duero, utilizzato nei secoli per trasportare tramite delle lunghe piroghe il prezioso prodotto della vendemmia, dalle colline alla città di Porto per essere poi spedito ai mercati inglesi. Mille metri a monte del campo gara è presente una chiusa che permette oggigiorno il passaggio dei traghetti di turisti. Il mare invece dista 16 chilometri, ma si fan ben sentire con le sue ampie maree che hanno fcreato repentini cambi di corrente durante le gare. Con il nuovo percorso deciso dallICF con giri da poco più di quattro chilometri, però, questo aspetto tattico è oramai andato in secondo piano, anche se l'intramontabile Manuel Busto è riuscito a trovare una linea d'acqua leggermente favorita nell'ultimo chilometro per avvantaggiarsi nel suo sprint vincente.
Il weekend di gare ha riservato bel tempo per tutti, con qualche accenno di nebbia dall'Oceano al mattino e qualche nuvola passeggera durante la giornata. Il tanto temuto vento, con le onde conseguenti, incece, non si è fatto sentire.
La spedizione azzurra ha avuto quest'anno diversi chiaro-scuri. Un grosso complimento alla fortissima Stefania Cicali, che dopo esser stata protagonista della stagione di velocità, si è riconfermata Campionessa del Mondo Under23, dopo i due titoli Mondiali vinti negli anni passati da juniores. Inoltre, insieme con Anna Alberti, ottima 5° nella gara U23, hanno piazzato un altrettanto ottimo 4° posto nel K2 Senior con una gara generossisima.
Altrettanti complimenti a Carlo Cecchini e Leon Galeotti, anche loro reduci da importanti risultati nella velocità, i quali hanno finalmente offerto un'ottima prova nel K2 junior, piazzandosi secondi con uno sprint mozzafiato.
Dall'altra parte invece diversi equipaggi italiani si sono rovesciati o ritirati, compreso il sottoscritto, in un sussegursi di eventi, come se agli atleti italiani queto campo proprio non piacesse.
Per quanto riguarda le altre Nazioni, si è notato il consolidamento della Spagna come nazione da battere (e da [in]seguire) nei prossimi anni, Ungheria leggermente in calo, ma sempre ad ottimi livelli, il Portgallo, nazione ospitante, con un ottimo migliormento e titoli e medaglie conquistate. Il Sud Africa ha rischato invece di fare filotto nel K1 uomini, dopo aver vinto e dominato la gara junior e U23, con Rubenstein, campione del mondo nel 2006, che si è presentato nel gruppo di testa per lo scatto finale. Peccato per lui aver perso quache secondo all'ultimo trasbordo. Trasbordo che è stato fatale anche ad Emilio Merchan, campione del Mondo in carica, nonchè ottimo velocista (quest'anno vincitore del k2 1000 metri ai Mondiali in Canada), che fino a quel momento sembrava aver gestito agevolmente la gara e i cui sogni di vittoria si sono infranti rovesciandosi al rientro in barca. Vittoria che è andata appunto a Manuel Busto, con l'inglese Ben Brown e il portoghese Carvalho a seguire. Strana cosa vedere una fila di cinque imbarcazioni che si inseguono compatte per gli ultimi 500 metri!
Nelle donne vittoria dell'atleta di casa Batriz Gomes, sulla favorità ungherese Csai. Certo che questo nuovo circuito, con percorso da 4200 metri da ripetere più volte (ed ogni giro un trasbordo), per una distanza totale di meno di 30 chilometri per gli uomini e di 26 per le donne, ha favorito le atlete più veloci. La Gomes è arrivata terza quest'anno sul K4 200 metri!
Questo circuito a me non piace, come ho ribadito anche ai vertici ICF. Potrà anche essere più spettacolare, ma fare 7 giri e 7 trasbordi, ci fa sembrare più dei criceti dentro la ruota che dei canoisti innamorati della libertà. Per tenere conto dei giri è perlomeno necessario avere il GPS per saper quanti chilometri si sono percorsi. Eppoi se è anche vero che dei proffesionisti della maratona non hanno difficoltà ad interpretare questo percorso (ma si è anche visto che togliendo i trasbordi, come è successo due anni fa per l'alluvione, i risultati non cambiano e quindi mettiamone un numero ragionevole!) è ben difficile secondo me proporlo in sede nazionale ad un atleta normale che vuole misurarsi prima di tutto con se stesso.
La domenica infine si sono disputate le gare dei K2/C2. Nelle donne si sono ancora una volta imposte le danesi, al terzo titolo di fila, arrivate allo scatto finale con le ungheresi con la Csai in cerca di riscatto e che, invece, si è dovuta accontentare nuovamente del secondo posto, e con le portoghesi, con la Gomes, che hanno portato un'altro bronzo al Portogallo.
Nel C2 ennesima vittoria dell'Ungheria in questa specialità che la vede trionfare da anni.
Nel K2 uomini Merchan andava a prendersi la rivincita del giorno prima, andando a trionfare sul finale, con uno sprint fino all'utlimo metro, sull'equipaggio sudafricano di Rubenstein-Stott. Terzo l'equipaggio ceco del gigante buono Jambor, che non poteva credere di avercela fatta, sull'equipaggio portoghese.
La sera c'è stata la festa offerta dalla Nelo, visto che da diversi anni ormai la Federazione Internazionale ha vietato l'organizzazione dei party di fine gare. Decisione sicurmanente discutibile, vista la suggestone di vedere tutti gli atleti ballare e festeggiare insieme la conclusione delle gare e della stagione.
Marco Lipizer