Un sincero augurio a tutti i nostri slalomisti azzurri in partenza per Seu, dal fenomenale Super Cali al giovane e promettente Colazingari (sperando di poterlo presto chiamare Super Cola
):
siamo tutti con voi!
Permettetemi però di dire ancora due parole su un paio di atleti della compagine azzurra che ho salutato giusto ieri.
Due amici che in questi anni hanno dimostrato di avere spalle larghe e attributi tali da compensare abbondantemente le capponesche caratteristiche di certi personaggi che si sono accaniti contro di loro.
Dicevo, ieri siamo andati ad Ivrea, canale che a forza di milionate e mezzi pasticci sta finalmente prendendo le sembianze di un qualcosa di fruibile anche da parte di non incoscienti, e abbiamo fatto una seduta di allenamento a modo nostro.
Tanta tecnica.
Proprio di quella che si faceva "una volta", quella che studia combinazioni, assetti, passaggi, atteggiamenti, ergonomie, economie, equilibri, scorrimento, traiettorie, manovre, etc, etc, etc,
Quella tecnica che prende spunto dallo judo, dal salto con l'asta, dal bob, dalla danza e da mille altri sport per mettere meglio a fuoco problemi ed inquadrare soluzioni che non possono essere altrettanto facilmente individuate se ci si chiude nella sola conoscenza e comprensione della canoa slalom.
Quella tecnica che può essere snobbata solo ed esclusivamente da chi non la capisce.
E' stato bello. E' stato bello mettere a punto un percorso all'apparenza difficile ma che i ragazzi hanno sbrogliato individuando tempi, modi e ritmi per mettere in atto quella danza che sola li avrebbe potuti vedere vincenti tra le insidiose combinazioni presenti.
E' stato bello vederli mugugnare sui miei "soliti percorsi esagerati" e poi ritrovarli felici e soddisfatti del lavoro svolto, di quella specie di uovo di Colombo che spesso sono alcune situazioni.
E' stato bello vederli uscire dall'acqua ancora più pronti alla battaglia di quando vi erano entrati e, infine, è stato bello salutarli e leggere nei loro occhi la conferma dell'amicizia e della stima reciproca che ci lega.
Adesso tocca a voi, ragazzi.
Dritti per la vostra strada e lontani dalle cazzate, mi raccomando.
Adesso faccio due richieste sperando che non cadano nel vuoto e che non vengano travisate.
La prima la faccio ai loro compagni di squadra (non necessariamente quelli di quest'occasione) perchè so che spesso nei raduni si pretende che i più vecchi insegnino ai più giovani: è una regola che non esiste. Se ci sono i tempi e i presupposti ogni atleta può insegnare agli altri ma l'insegnamento è cosa che spetta ai tecnici ed è un problema esclusivamente loro. Gli atleti, specie durante i raduni a ridosso di gare importanti, sono lì per fare gli atleti e basta.
Chiudo con una richiesta a chi dovrà avere a che fare con i miei due amici pur non avendoli nè in amicizia nè in stima (ma che è poi sempre pronto a mettere il proprio cappello sui loro risultati): lasciateli in pace.
Non sarete mai loro amici e non avete nessun bisogno che loro vi dimostrino devozione, lealtà o cose che da loro non avrete mai. Non sfidateli, non importunateli e lasciateli tranquilli, in poche parole, lasciateli in pace.
Loro non vi pesteranno i piedi e tutti avremo da guadagagnarci: noi da casa non ci arrabbieremo, loro probabilmente otterranno risultati migliori e voi avrete un chiodo più alto dove mettere il vostro cappello. Solo uno stupido si comporterebbe diversamente.
Ancora un sincero in bocca al lupo a tutti.