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DAL FONDO AL RIDICOLO

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enrico lazzarotto:
Ciao Ettore che risate ho fatto quando ho letto bunker Brentano, sei un genio....hahahahahah
ciao.
enricolazz

Antonio Fierro:
Ho letto solo oggi la discussione di Ettore sul forum.
Non sono inserito nelle questioni della federazione e non conoscono i particolari però posso portare la mia solita testimonianza.
Noi del Canoa Club Brescia abbiamo un campo scuola/gara che ha acqua "temperata" tutto l'anno e garantita dalla Centrale elettrica e dal lago d'Idro.
Insomma la situazione ideale per investire pochi euri per realizzare un bel campo slalom. Inoltre il Comune di Vobarno si è reso disponibile a valutare progetti di sviluppo del nostro sport, ma ovviamente senza metterci soldi, ma dandoci le concessioni per la realizzazione di una nuova sede.
Detta così sembra tutto bello, peccato che non abbiamo una lira, il campo slalom sta morendo perchè non abbiamo i permessi per fare i lavori e non abbiamo le risorse economiche per realizzare la sede nuova.
Quello che potrebbe essere semplice per realizzare qualcosa di economicamente vantaggioso è in realtà assai complicato.
Ovviamente tralascio la solita menata che vi ho già raccontato dei nostri atleti di caratura internazionale che sono sulle spese e stanno ancora aspettando di entrare in qualche corpo nazionale.
Inoltre facciamo veramente fatica ad organizzarci per cercare di sviluppare il settore giovanile come credo tutti gli altri club.

Ettore a noi ogni tanto le palle ci girano !!

auguri
Antonio Fierro

Ettore Ivaldi:
... e i francesi ci rispettano
che le balle ancora gli girano
e tu mi fai - dobbiamo andare al cine -
e vai el cine, vacci tu -
tarattata - tarattata - tarattata - ta - ta - ta
Sembravo il mitico Zigoni, questa mattina alla settimanale partita di calcio che puntualmente facciamo al sabato mattina! Dalla fascia laterale destra scende Fabio, un giovane kayak, molto dinamico da sistemare dal punto di vista tecnico, ma potenzialmente buono, scarta un difensore, e calcia il pallone verso il centro. Io avevo seguito la cavalcata portandomi verso il centro dell’area in attesa del passaggio magico. Vedo partire il pallone, accelero e inizio a spiccare il volo guardando sempre con la coda dell’occhio eventuali sorprese avversarie. In volo capisco che sono leggermente in anticipo, allargo le braccia come per rallentare quel balzo magico. Ci riesco e il difensore cade nel tranello e si schianta al suolo. La palla è lì pronta per essere colpita. Guardo dov’è posizionato il portiere e mi accorgo che è piantato fra i pali. Fatale errore avrebbe potuto uscire come faceva la pantera nera, il leone di Mosca, l’uomo seracinesca e cioè Lev Yashin, l’unico portiere ad aver vinto il pallone d’oro, e mi avrebbe anticipato. Io carico indietro la testa, guardo per l’ultima volta la sfera, chiudo gli occhi e colpisco con forza. Parte una fiondata a mo’ di schiacciata e si insacca nella rete. Il pubblico è in delirio ed inizia a strapparsi i capelli. Tribune affollatissime con  40.000 paganti e 12.000  abbonati. Preti e bimbi sotto il metro e 30 entrano gratis. Il  cielo sereno, molte forze dell’Ordine schierate sugli spalti.
Mi ero perso all’annata 1984/85 del grand Hellas, scusate e se non conoscete Zigono informatevi!  Comunque  manca ancora molto alla fine della partita, ma sicuramente questo è il gol più spettacolare degli ultimi tre incontri... resterà negli annali. Il proseguo dell’incontro è piatto anche se si corre molto e Tony, l’allenatore che lavora con me, ha mancato clamorosamente molti goal davanti alla porta con sparacchiate sulla luna.

Beh... meglio parlare di altro perché se dovessi iniziare a commentare i programmi federali per il 2012 ci sarebbe da piangere per un anno intero. Ma che ci volete fare le palle ci gireranno ancora a lungo mentre a rimetterci sono i nostri giovani che saranno costretti a fare selezioni in Aprile dove si giocheranno i posti per le olimpiadi a molta distanza dalle gare e in piena attività scolastica, senza ore di acqua mossa visto il gelido inverno e la ricca proposta federale.  Questa, loro,  la chiamano programmazione e tutto va bene!

Occhio all''onda! Ettore Ivaldi

P.S. Caro Carlo Mercati. Punto! non so che dirti -







Ettore Ivaldi:
Mi ero ripromesso di non parlare dei programmi federali. Non c’è nulla da dire vista la povertà di contenuti sommata alla dichiarata esplicita dichiarazione di una Federazione che fa capire alle società che è meglio arrangiarsi.
Totò e Pepino De Felippo, nella splendida pellicola post bellica del 1959  “Arrangiatevi” - sono sublimi e il povero marito verso la fine pronuncia quella frase che rimarrà nella storia: ”mi dimetto dal ruolo di padre e marito”... qualcuno dovrebbe prendere esempio e non solo assentarsi dai consigli federali per protesta e poi far finta di nulla assecondando questo modo di fare, massacrando progetti e prospettive per il futuro.

Ma non si può tacere di fronte all’esagerata, assurda, impossibile, priva di logica richiesta che si fa agli junior per partecipare ai campionati del mondo di categoria. No, non si può soprassedere illustrissimi signori politicanti. Vogliamo arrivare ad umiliare i nostri giovani? Ci siete già riusciti!
Chiedete a loro di fare le selezioni a Tacen il 21 aprile e mettete percentuali assurde oltre ad una data che non ha logica. Junior e U23 che si giocano il posto con i senior.
Le canadesi se restassero nel 18% da voi richiesto significherebbe che farebbero meglio di Colazingari al mondiale 2010, vinto da Molmenti. Vi ricordo, se mai nessuno si fosse preso la briga di fare due conti che il sublacense realizzò il 19,3%. Colazingari passò l’estate a Tacen e non sarebbe riuscito a qualificarsi per fare i mondiali junior, secondo i vostri criteri. Eppure lor signori lo hanno considerato in grado di partecipare ad un mondiale senior! Incongruenze? Incapacità di capire che quanto richiesto è assurdo? Oggi chiedete agli unici  3 C1 giovani in Italia di ottenere percentuali assurde.  Pensare che sull’organigramma slalom  ci sono ben tre tecnici per questa categoria.
Le donne junior se rientrassero nel 30% avrebbero sfiorato la finale senior al mondiale 2010. Con questa percentuale sarebbero arrivate 12esime! Non male vero? Le volete già campionesse per portarvi gloria da gettare poi  fumo negli occhi per assicurarvi il posto?
Ai Kayak junior si chiede di fare l’8% che significa entrare nei primi 20 k1 al mondo tra i senior!
E’ questo che vogliamo? Paolini che è Paolini ai mondiali di Tacen prese il 6,3% dal miglior k1 assoluto che come ho già ricordato è stato Molmenti.
Agli U23 si chiedi il 4% che significa finale diretta! Tra i senior ovviamente.
Ma ci rendiamo conto di che cosa sta succedendo in Italia? A qualcuno girano le palle, ma agli altri va bene così?
Non umiliate i nostri giovani, vi prego, scrivete piuttosto che non sapete come fare perché non c’è più un euro... sareste più credibili invece di girare attorno al vero problema.

La discesa l’avete già archiviata, non fatelo anche con lo slalom!

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

maurizio bernasconi:
Non tutto è perduto, Ettore, i nostri yunior hanno 4 possibilità 1) Una prestazione miracolosa. Oppure 2) Essere convocati in extremis discrezionalmente, dimostrandosi socievoli e disciplinati verso le Autorità, verso le Istituzioni e, immagino, verso il professor Baron. 3) Correre d'ora in poi per il Lussemburgo o per il Togo. 4) Darsi al tennis da tavolo.
Ma vorrei ora riagganciarmi ai tuoi post precedenti sulla didattica.
Per quanti suggerimenti e insegnamenti il maestro distribuisca intorno a sé, il suo sacco sarà sempre pieno. Quando tu comunichi attraverso il nostro forum alcune tue scoperte, accorgimenti, trucchi e ripensamenti in modo gratuito e con larghezza, non possiamo che ringraziare.
Qua e là mi pare di cogliere un tratto di insofferenza verso quello che definirei il conservatorismo degli atleti. Un atteggiamento che eccede l'argomento presente del puro slalom, specialità sulla quale non oserei addentrarmi con osservazioni tecniche. Non è una mia scoperta... l'atleta (come il turista), a qualunque livello, stenta sempre ad abbandonare gli schemi, le strategie, i gesti e i marchingegni sui quali è abituato ad appoggiare la propria sicurezza. Per indurlo a cedere è probabilmente necessario esercitare una forza, anche se con l'opportuno tempismo, delicatezza e furbizia. Ci sarà anche il genio che trova da solo la soluzione? Non so. Dunque un ruolo attivo per l'allenatore/istruttore probabilmente esiste. Specialmente i giovanissimi, anche se sono molto intelligenti, possono essere poco duttili e ricettivi verso i consigli e le novità.
Quando nasce questo loro rifiuto spontaneo e a volte inconscio di sperimentare un gesto nuovo (o antichissimo), gesto che evidentemente mette in discussione alcune abitudini consolidate, si trovano a difendere anche degli errori e lo fanno talvolta con la determinazione di chi vuole proteggere, non un semplice (o complesso) schema acquisito, ma la propria individualità, il proprio io, la propria anima. Attenzione però: potrebbero aver delle ragioni!
Ancora prima della psicologia, la stessa biologia prevede questo comportamento che evidentemente ha delle motivazioni. Ben inteso, non penso ora alla tua situazione brasiliana, ma ad altri fenomeni più vicini a me.
Intanto quello che i ragazzi sanno fare è frutto di un più o meno lungo lavoro, non è dunque un patrimonio da mettere in discussione a cuor leggero inoltre, se dovessero dare retta a tutti quelli che offrono dei più o meno saggi consigli, potrebbero trovarsi nella completa confusione, rischierebbero di rovinarsi magari per assecondare le fissazioni del sedicente esperto di turno. Tra l'altro occorre dire che una certa soluzione potrebbe essere ineccepibile per quell'atleta in un dato momento, ma sconsigliabile in una situazione leggermente diversa, il che rende complicato e talvolta assurdo dare consigli.
Probabilmente occorrerebbe sin dall'inizio abituare i ragazzi ad acquisire un repertorio di soluzioni molto vasto in modo da poter eseguire una manovra con strategie diverse e intercambiabili, dei fondamentali allargati, soprattutto perché crescendo e potenziando l'azione anche il gesto dovrà adattarsi al fisico, all'aumento della forza, ai nuovi attrezzi.
Sarebbe anche auspicabile una riconoscibile e uniforme scuola italiana (o italo/cinese, non ha importanza), ma che fosse davvero presente sotto il profilo della autorevolezza tecnica.

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