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DAL FONDO AL RIDICOLO

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Ettore Ivaldi:
Mi verrebbe da lanciare un appello, un proclama, un editto. Mi verrebbe da urlare ai quattro venti non fatevi scappare anche questa occasione signori federali. Aprite le vostre menti e i vostri spiriti, salite sulla cresta dell’onda e cavalcate la corrente, spingete sulle vostre pagaie per mantenervi  la sedia, che a quanto pare vi è tanto cara, se non lo volete fare per il bene della canoa azzurra, allora fatelo per voi… ma non fatevi scappare anche questa possibilità, non perdete il treno, non scialacquate risorse costruite in tanti anni di lavoro, passione, dedizione, successi e perché no anche fortuna. La canoa discesa ha chiuso un lungo ciclo aperto tanti anni fa con Perli, Previde e poi via via con Ceccato, Ferrazzi, Mulazzi passando da Pontarollo,  fino a Panato e Mercati. Lo avevo già scritto cantando lodi e gloria all’umbro Carletto che sembrava trasmigrasse dal Gruppo Sportivo Forestale ad un club civile dopo la forzatura, personalmente non compresa, del club giallo-verde. Lo immaginavo o meglio lo avrei voluto vedere ancora una volta lottare con gli specialisti mondiali con l’orgoglio che sempre lo ha contraddistinto. Lo avrei voluto vedere ancora in nazionale con la casacca senza stellette come fece il buon Cesare e l’anziano Marco. Ma, devo essere onesto, neppure la mia anima ci credeva tanto in questo ultimo canto del gallo, in questo gesto da cavaliere della tavola rotonda alla ricerca del sacro Graal. Di Panato sto scrivendo le eroiche gesta e ho la fortuna di sentirlo e vederlo tanto  spesso quanto il tempo me lo permette. Lo confesso sentire o veder il “piccolo pagaiatore dei gorghi dell’Adese” ogni volta che ritorno a casa è una mia necessità per ricaricarmi di energia, di saggezza e di semplicità. La sua vita è di esempio, la sua gloria è l’orgoglio di molti. Il lavoro che sta facendo al club è importantissimo, come è fantastico, unico e magico ciò che è riuscito a trasmettere alla sua piccola Alice, nata tra due braccia possenti e circondata da pagaie, canoe e fiumi. Bello vederla in classifica a Città di Castello, diffidate di chi parla di canoa e non è seguito neppure dai propri pargoli, perché la passione, la gioia delle emozioni si trasmette senza volerlo semplicemente vivendo per e con un ideale. I cuccioli d’uomo sono come gli animali che  fiutano il pericolo o l’amore, la tranquillità o il terrore. Nulla si insegna, tutto si trasmette epidermicamente.
Vi prego signori illuminati, sapienti o  improvvisati amministratori dello sport nazionale, non dimenticate Carlo Mercati, non perdete l’energia di Vladi Panato, non lasciate che il tempo raffreddi gli animi e faccia dimenticare le imprese eroiche e i giorni di festa di cui tutti noi abbiamo gioito e goduto. Abbandonate l’orgoglio richiamate a Camelot Sir Lancelot du Lac, ricordate  l’aiuto che il padre gli aveva dato in gioventù a Re Artù e ordinateli  Cavalieri senza aspettare il  giorno di San Giovanni!

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Ettore Ivaldi:
Mi chiedo perché scrivere e pubblicare programmi quando alla fine si fa sempre quello che si vuole. Infatti era previsto un raduno per il “Team Speranze” nel periodo di Pasqua a Valstagna o a Marlengo, quest’ultimo fra le altre cose centro federale. Invece di seguire questa proposta si è optato per Subiaco che ci sembra non corretto per tre motivi. Il primo è legato alla posizione geografica della bella cittadina laziale: il 99% dei convocati appartiene a società del nord. Il secondo motivo è puramente  tecnico visto che Subiaco  non offre nessuna valida crescita per i giovani canoisti convocati. Terzo non è corretto visto che da qui a poco ci saranno delle gare di selezione per formare la squadra del “Team Speranze” sullo stesso percorso dove si svolgerà il raduno.
A tutto ciò si unisca il fatto che il responsabile tecnico non sarà presente visto che è impegnato con gli junior altrove e di ciò non se ne capisce la motivazione. Se io sono responsabile di un settore vorrei essere presente e lavorare con loro, ma ciò dovrebbe avvenire anche per il settore junior. Quindi perché scrivere sui proclami federali tante belle parole con grafici ed organigrammi e poi  fare tutt’altro?
Non si capisce neppure perché ad accompagnare i giovani ci debba essere un dirigente federale che guarda caso accompagna i propri atleti di società al raduno stesso. Non si capiscono neppure tutti i criteri selettivi per convocare questi giovani atleti, la domanda sorge spontanea: quale logica è stata seguita? Se per i ragazzi sono stati presi a riferimento i campionati italiani ragazzi dello scorso anno, altrettanto non si può dire per gli allora cadetti che oggi sono stati convocati. Quindi questi nomi escono per simpatia, per vicinanza politica, per un’estrazione a sorte, per segnalazione? Per restare nel settore convocazioni non si comprende perché certi atleti vengono convocati nei raduni junior e ora anche nei raduni speranze: sono junior o speranze? La stessa cosa si può dire per chi viene convocato fra gli junior  e poi improvvisamente passa nel settore senior. Ma perché scrivete in grossetto che se un atleta viene chiamato nella rappresentativa junior non può far parte delle speranze e viceversa? Fate a meno di scriverlo è tanto facile! Meglio fare ciò che si vuole senza nessuna remora, ma non è bello prendere in giro le società e i tecnici che leggono le vostre delibere.  L’impressione è che non si segua nessuna logica, ma solo l’istinto del momento, dimenticando chiaramente la proposta precedente.  Non si capisce neppure perché venga impiegato un tecnico che non ha nessun atleta nella rosa dei convocati e che negli ultimi anni certo non ha prodotto grandi campioni. Ma questo non è nulla se si pensa che siamo arrivati a nominare sul campo allenatori personali anche giovanetti che forse sono attratti più dalle bellezze delle loro amiche che dalla passione per lo slalom!
Poi ci chiediamo perché l’Italia della pagaia non ha risultati ed è ridotta ai minimi termini… non stupitevi mai più visto il modus  operandi di chi dovrebbe avere idee chiare per creare uno stile tutto italiano! Beh lo stile comunque c’è … ed è tutto italiano,  non ci sono dubbi.

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Ettore Ivaldi:
Che spettacolo deve essere stato per Valentina Volpe e Elke Weger leggere oggi sul sito della federazione canoa della loro splendida prestazione ad una gara alla quale non hanno neppure preso il via, rispettivamente prima e seconda nella categoria K1 senior feminile!
Infatti nell’articolo SLALOM: A MERANO SFIDA AD ALTA INTENSITA' PER VINCERE E CONVINCERE  si legge tra le altre informazioni: “…Al femminile, tra i senior, vince Valentina Volpe del CUS Verona su Elke Weger dello Sporting Club Merano”.
Le classifiche riportano a fianco dei loro due nomi l’acronimo DNS che sta ad indicare in inglese did not start  e tradotto in italiano dice chiaramente che l’atleta  non è partita.
Ora l’attento giornalista, o chi per esso, che ha ricevuto le classifiche non ha neppure badato minimamente ad approfondire che cosa sia mai successo in gara, si è limitato a copiare una serie di nomi in… ordine di apparizione! Se solo ci si fosse spinti un pelo più a destra con lo sguardo, ci  si sarebbe accorti che forse non era riportato nessun tempo o penalità, ma, per l’appunto, la dicitura di cui si faceva prima  menzione.
Aprire poi il pezzo con “Grande partecipazione e altrettanto grande spettacolo a Merano” ci sembra proprio una grande presa in giro per il  lettore per due precisi motivi. Il primo sul numero di partecipanti, visto che gli atleti presenti erano 88 per un complessivo di 99 barche gara e il secondo è legato ad una errata collocazione logistica. Infatti la località di gara non era Merano sul fiume Passirio, che tutti noi conosciamo e che ha ospitato ben tre edizioni iridate dello slalom (’53, ’71 e ’83), ma Marlengo. Sulla guida turistica si legge di quest’ultima località: “ridente comune con oltre 2.000 abitanti in Alto Adige che offre innumerevoli possibilità di passeggiate ed escursioni” … bla, bla, bla e poi si elencano tutta una serie di offerte alberghiere e turistiche. Il suo campo di gara sul fiume Adige ben si adatta alle categorie giovanili, discostandosi parecchio dal suo famoso vicino campo mondiale.
L’informazione federale prosegue con: “a seguire le  prove delle categorie allievi, cadetti, ragazzi e master”, ma queste non meritano nessun altra menzione. Peccato, visto che la gara del 25 aprile rappresentava una prova di selezione per la squadra Giovani Speranze. Eppure la fantasia non manca stando a quando si è letto precedentemente!
Restiamo in tema giovani e godiamoci la terza versione dei  “programmi attività 2010” – non mancherà sicuramente anche la quarta con l’inserimento di Elena Bargigli come allenatrice nazionale junior per il settore femminile. Interessante notare invece che la tanto annunciata promozione giovanile - le giovani speranze per l’appunto – ha avuto una piacevole sorpresa: sarà a carico delle società.  La Federazione metterà a disposizione il tecnico, sempre che sia disponibile e non convocato con altre squadre,  e le spese di viaggio… auguri!

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Ettore Ivaldi:
UAHUUUUUUUUUUUU!!!! E' sicuro:  ci leggono... hanno tolto la vittoria alla Volpe e l'argento alla Weger, ma ci hanno lasciato nel dubbio sulla collocazione geografica
M I T I C I  - Sul mio blog c'è la versione antica! guardare per credere - http://ettoreivaldi.blogspot.com/

Occhio all'onda! Ettore Ivaldi

Johnny Lazzarotto:
Certo che leggo. Non è una novità.

Grazie per la segnalazione. Chi fa è più facile che sbagli prima o poi, chi non fa non sbaglia mai.

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