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IN ATTESA DEI MONDIALI DI SLALOM

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Ettore Ivaldi:
Leggendo la convocazione federale per i prossimi  mondiali di canoa da velocità  in Canada,  mi sono chiesto quale fosse la funzione di capitano apparsa su questo documento ufficiale.
Ora, dalle mie conoscenze in materia e da quanto posso immaginare, il capitano è colui che all’inizio della partita ha due precise funzioni. La prima consegnare il gagliardetto della propria squadra al capitano dell’altra squadra, che a sua volta gli consegna il proprio. La seconda è quella di prendere la difficile decisione di scegliere testa o croce con lo scopo finale di optare per la palla o per la scelta del campo. Il capitano è anche colui che in caso di controversia viene chiamato dall’arbitro per redimere in campo questioni inerenti al gioco. Tralascio  il fatto di sottolineare che riveste anche la figura di leader della squadra.  Il capitano porta al braccio appunto la fascia di capitano. Pensandoci bene però, nella canoa da velocità, non funziona proprio così, forse nella canoa polo? Eppure ho letto bene, si trattava dei mondiali di canoa di velocità. Mah evidentemente la nostra federazione è avanti già proiettata nel futuro. Certo è che non ce lo vedo il bell’Antonio camminare lungo il campo di gara con la fascia di capitano pronto ad intervenire in caso di problema, magari ostacolando il lavoro che dovrebbe essere del capo delegazione, o forse  del direttore tecnico oppure del vice-presidente? In una immagine più pittoresca  vedo, l’alfiere di Beijing, cavalcare le onde del lago canadese con una lunga frusta e delle briglie spronando i giovani a vigorose palate. Come Leonida con i 300 spartani prende in mano la situazione e prima dell’ultimo e decisivo attacco grida agli eroi: “Spartani, fate una ricca colazione e mangiate molto, perché questa notte ceneremo nell'Ade”. Sul fatto della ricca colazione non ho dubbi! 
Altro quesito che mi sono chiesto è la convocazione con il ruolo di vice-presidente. Se viene convocato con il suo ruolo federale starà a significare che rappresenterà il presidente che, in Canada viceversa, rappresenterà l’organo internazionale della canoa. Tutti rappresentano tutti in funzione della loro carica e non del ruolo.  Mi sono chiesto ancora, dopo aver seguito la stagione dove si leggeva grandi progetti per le canadesi e dove la passione deve sconfiggere i tabù, perché nella squadra nazionale non trova spazio  nessuna canadese? Mah,  i misteri della vita,  e nel frattempo il buon Cosimuccio è partito  in avanscoperta a preparare il campo tutto soletto e si sa meglio soli che…
Il tempo atmosferico ha fatto il pazzerello e, nel pomeriggio, un cielo grigio e minaccioso  ci ha tenuti tutti sotto la grande terrazza del ristorante-bar che da sul lungo specchio d’acqua che porta ai due canali: quello olimpico di gara e quello di “iniciacion”, come lo chiamano qui. Poco danno, visto e considerato, che dopo una settimana di duri allenamenti il sabato pomeriggio è stato dedicato al riposo e a letture più o meno interessanti. Unica nota della giornata è l’arrivo di tutta la famiglia Oblinger che si fermerà in Spagna fino ai mondiali con figlio, baby-sitter e allenatore. Che personaggi questi austriaci. Lui Helmut ha 36 anni, lei Violetta è più giovane. Condividono da molti anni amore e canoa. Lei, figlia di Peter, un canoista tedesco che si racconta abbia smesso di pagaiare dopo un incidente fortuito accorso ad un suo carissimo amico:un fulmine colpì il compagno che stava pagaiando con lui: una tragedia. Violetta è tornata dalla Cina con un bronzo al collo e tanta energia. La gravidanza conclusasi a marzo sembra aver dato vigoria alla coppia. Lei è risalita subito in canoa,  ha rinunciato solo a qualche gara di coppa del mondo, ma ora sembra pronta a tenere alto onore e gloria visto che la stirpe Oblinger è già assicurata.

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi - Seu d’Urgell 8 agosto ... a 32 giorni dal Mondiale e a 1.083 da Londra!

Ettore Ivaldi:
E’ mia abitudine arrivare sul campo di allenamento almeno 15 minuti prima degli atleti, dipende dalle cose da preparare prima di andare in acqua. Forse di questo ve ne ho già parlato. Non è facile però trovare un bar aperto, qui in Spagna, magari alle 7! Gli iberici tirano lungo alla sera, ma alla mattina recuperano allegramente. L’unica possibilità per bere un cortado – il nostro latte macchiato – è al bar la “estrella” un nome, un programma! Questo si trova nella via più vecchia del paesino catalano: carter de Santa Maria che a metà diventa carrera dels canonges – strada del clero. A quell’ora si trovano le solite facce, per la precisione due: la signora proprietaria dell’esercizio commerciale e un tipo con baffoni che beve il “cigalò” in catalano e “carajillo” in spagnolo – un caffè corretto – si fuma una sigaretta e poi resta fisso con lo sguardo sulla vetrina del bar. L’arredamento è rigorosamente in formica giallina, l’unica eccezione per  il bancone in cemento ricoperto da piastrelle bianche 20x20.  Di spalle, a chi serve, le mensole con lo specchio sul fondo. Vecchio trucco per far sembrare ricco di bottiglie lo stesso bar. Il gusto del caffè è piuttosto acquoso, diciamo che non è dei migliori che mi sia capitato di bere nella mia vita. Non ho ancora trovato però, il coraggio, di affrontare l’offerta delle brioches… sembrano un tantino stantie e quel lucido troppo lucido mi fa pensare. Altro dettaglio: ogni mattina le conto,  noto però, che sono sempre nello stesso numero e nella stessa posizione… che siano sempre le stesse o la signora è di natura molto precisa? In effetti i frequentatori del bar “le estrella” non sono certo personaggi da “Pavesini”. La signora, sulla settantina vecchio stile, indossa sempre una sorta di grembiulone blu scuro con fiorellini piuttosto sbiaditi. All’interno la lingua madre è un catalano molto, molto catalano. Io, cerco di nascondere le mie origini chiudendo il più possibile le vocali e troncando le lettere finali. Ovviamente oltre all’ordinazione non oso espormi  e chiudo la conversazione, una volta pronta la mia consumazione, con un mèrci. Con la “e” rigorosamente accentata, residuo questo di un evidente legame con la Francia catalana. Dimenticavo,  il caffè macchiato costa un euro, altrove bisogna aggiungerci 20 centesimi.
La giornata lavorativa si è conclusa sulla terrazza del bar, dove ho piazzato il mio ufficio mobile,  con l’amico e collega Jurg Gotz e  due chiare (mezza birra, mezza gassosa). Lui è uno svizzero che lavora da molti anni per gli inglesi. Parla correttamente inglese, francese, tedesco e si sta cimentando con buon esito anche sulla lingua locale. Sul suo biglietto da visita è riportata la dicitura di “National Performance Coach (Slalom)”, è praticamente il responsabile tecnico di tutta la squadra inglese. Coordina ogni movimento di atleti, tecnici, fisioterapisti, medici, collaboratori vari. Con il tramonto alle spalle, mi raccontava, che a Londra hanno già iniziato a scavare per il canale olimpico. Praticamente quasi tutti gli impianti saranno fatti sull’anello che circonda la capitale e l’impianto di slalom sarà a pochi minuti dai due aeroporti dei voli low-cost e cioè Gatwick e Luton. Stimano di finirlo per la fine del 2010. Avrà due opzioni, la prima per le gare olimpiche con un dislivello di 5 metri e un secondo per riscaldamento e più facile con un drop di 1,5 metri.
Riflettendo sulla giornata non posso lamentarmi:la settimana è iniziata molto bene per il mio atleta. Sui percorsi tipo gara della mattina ha fatto registrare il miglior tempo e se il buongiorno si vede dal mattino, possiamo dormire sogni tranquilli… si fa per dire!
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi - Seu d’Urgell 10 agosto ... a 30 giorni dal Mondiale e a 1.081 da Londra!

Mauro Canzano:
Bellissime descizioni...posso chiederti di descriverci che allenamenti fanno gli atleti con le loro varie nazionali in questi giorni ???

Ettore Ivaldi:
Che strano! Mi è capitato di entrare nel sito www.danielemolmenti.it e leggere il suo commento alle gare dell’ultima prova valida per la Coppa del Mondo di slalom. Poco prima avevo preso visione del commento sul sito della Fick. Dopo una brevissima riflessione noto con piacere che l’arte del taglia ed incolla non è solo  prerogativa del commissario tecnico dello slalom, visto che non sono neppure male i nostri giornalisti. Infatti, dopo aver portato un pochino di iella nell’attribuire la coppa già nelle mani dell’italiano 15 giorni prima dalla fine delle competizioni,  hanno pensato bene di selezionare il testo dalla pagina web del campione friulano, quindi di utilizzare il tasto destro del  mouse, spostare il cursore  sul comando copia, cambiare foglio, cliccare nuovamente il tasto destro del piccolo topolino e utilizzare il  terzo comando dall’alto: copia!
Le parole usate e le frasi, alcune delle quali mantenute nella loro integrità 

(… “dopo una facile qualifica, si e' imposto nella semifinale e si e' confermato in finale come il più veloce conquistando un'altra gara internazionale e ampliando il suo palmares” – “Daniele (1 oro,1 argento,1 bronzo,1 sesto posto finale) e Peter (2 ori, 1 argento, 1 dodicesimo fuori finale), sono volati in Canada proprio per…”)

sono state leggermente modificate per dare meno nell’occhio. Così l’apertura di Molmenti viene fusa con il proseguo del pezzo, facendone l’apertura della Fick e così via. Peccato solo che una telefonata al protagonista assoluto dello slalom nazionale potevano pur sprecarla, magari per offrire ai lettori anche un’altra angolazione dei fatti. Dalla voce, un bravo giornalista, può capire e intendere molte cose, chiedere poi che l’informazione fosse approfondita, mi rendo conto di chiedere troppo! La  iella, i giornalisti,possono tranquillamente scaricarla sul commissario tecnico (sulle ultime convocazioni leggo però che attualmente usano la dicitura  tecnico nazionale) visto che lo stesso dichiara - da fonte Fick:” ’Rientreremo in Italia e vedremo di chiarire meglio la situazione – ha affermato il dt azzurro Mauro Baron, anch’egli sorpreso” . Sorpreso di cosa? Forse di non sapere il regolamento della Coppa del Mondo ampiamente discusso e approfondito nel corso del simposio di allenatori tenutosi lo scorso inverno a Varsavia  o di non essere più direttore tecnico?
Altro amletico dubbio: ma il tecnico delle canadesi perché non segue le canadesi visto che sulla carta è lui il responsabile? Perché non ci fanno sapere nulla sul rimpasto degli staff tecnici dopo una burrascosa riunione tenutasi in quel di Limena? Le Società protagoniste della Federazione, ma è meglio non utilizzare i relativi tecnici e soprattutto meglio tenerle all’oscuro dei macchinosi congegni che si stanno ponendo in essere.

Leggo poi con molto piacere le richieste dell’amico Mauro Canzano, rientrato dai mondiali di discesa con parecchie medaglie al collo, che mi invita praticamente a nozze! Mi rendo conto in effetti che le squadre con cui ho modo di collaborare o veder all’opera, stanno seguendo gli stessi principi metodologici. Sono queste infatti le ultime settimane di gran carico di lavoro. Si stringono i denti in attesa del conto alla rovescia, dove si preferirà avere meno lavoro, puntando quasi esclusivamente sull’aspetto qualitativo. Siamo a 29 giorni dalla prova iridata e quasi tutti stanno chiudendo con i  sovraccarichi. Ancora la prossima settimana e poi i pesi si impolvereranno in palestra in attesa del prossimo autunno. Gli inglesi, già da alcuni anni, utilizzano, negli allenamenti con sovraccarichi, esercizi  del sollevamento pesi per rinforzare gambe e zona lombare oltre al fatto di allenare l’aspetto proprioccettivo che poi ritroveranno in canoa. Sulla barca si mantengono ancora dei lavori aerobici, soprattutto per smaltire i lavori lattacidi che sono diventati punto cruciale di questa fase di preparazione. Molto lavoro è fatto sotto l’aspetto tecnico e qui ogni squadra, ma direi soprattutto ogni atleta, si sbizzarrisce su come elevare al massimo questo aspetto strettamente personale. In sostanza, chi sta lavorando sul percorso dei mondiali, si concentra su tutte le possibili combinazioni che potrà trovare in gara. Le soluzioni poi si inseriscono nei percorsi lunghi, nei diviso due o quattro. Anche l’utilizzo del video è predominante senza però diventare assillante. Si cerca soprattutto la positività dell’atleta nelle singole manovre, per dargli precisi punti di riferimento,  che poi dovrà ritrovare nei momenti decisivi. Noto che in tutte le grandi squadre c’è la massima esaltazione nel lavoro individuale. Un costante feedback tra atleta e allenatore e tra allenatori e allenatori. Uno scambio costante di informazioni e di sensazioni che inevitabilmente fanno parte del gioco. Lo scopo è quello di aggiustare le proposte di lavoro in relazione allo stato psico-fisico di ogni atleta. Si sa che insistere su un allenamento, se pur programmato, potrebbe avere conseguenze negative. Ecco qui l’abilità di calibrare costantemente il tiro. Formule magiche non ci sono e non le vedo in nessuna altra squadra, c’è la consapevolezza in tutti che alla base c’è sempre una costanza nel lavoro e soprattutto una grandissima motivazione, soprattutto in questa fase dove è facile vivere esaltanti momenti ed è altrettanto facile  farsi trascinare nel buio dell’attesa.


Occhio all’onda! Ettore Ivaldi - Seu d’Urgell 11 agosto ... a 29 giorni dal Mondiale e a 1.080 da Londra!

P.S. rimango a disposizione per richieste di approfondimenti vari o curiosità e ringrazio Canzano che ha rotto il ghiaccio.

Mauro Canzano:
Ciao Ettore,

le domande mi vengono spontanee perchè ahimè dentro di me brucia il fuoco della passione per la canoa e la voglia di tenermi costantemente aggiornato...

Ma quando intendi esercizi ( per gli inglesi ) per irrobustire gambe e dorsali intendi esercizi combinati tipo pesistica ? In barca sulla CL si lavora solo su combinazioni sul difficile o su percorsi divisi in + parti o si effettuano anche lavori sull'acqua facile ( ad esempio lavori su scatti in laghi o tratti meno impegnativi ) ?

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