L’ho vista soffrire molto, l’ho vista correre e incitare le sue ragazze, vestita dei colori rosso, blu e bianco. L’ho vista con diversi capelli bianchi e il viso tirato. Non so perché, ma Anna Boixel ha qualche cosa di famigliare: assomiglia moltissimo alla zia Dina, sorella di mia mamma un tipo che mi ha sempre ispirato fiducia e serenità.
Lei, la transalpina, ha avuto una carriera sportiva importante. Seconda al mondiale della Val di Sole su quel podio che vedeva al primo posto Jerusalmi Fox, lei e ancora una francese: Marianne Agulhon. Nella gara a squadre vinta su statunitensi e britanniche fu inserita al posto di Marianne Sylvie Arnoud, sesta nell’individuale. Sylvie aveva sposato un certo Thierry Lepeltier, un C1 alto e dal capello lungo conteso da molte donne per la sua indubbia prestanza fisica, anche lei però non era male! Due partecipazioni olimpiche – Barcellona e Atlanta - pagaiò fino ai mondiali in Brasile del 1997 dove finì nona e seconda a squadre. Dall’anno successivo entrò nel centro di allenamento di Cesson – la Francia ha 21 poli di specializzazione sparsi sul territorio – e ha seguito in questi 12 anni moltissime atlete portandole fino alla categoria junior. Nella finale ha piazzato tre ragazze e con Noria Newman ha vinto l’argento dietro all’imprendibile tedesca Stefanie Horn. Tra le ragazze mi ha piacevolmente impressionato Viktoria Wolfhardt: la più giovane finalista di questi europei: il suo anno di nascita è il 1994. Lei è la nipote di Eduard – secondo nel ’79 e di Andreas quinto in Coppa Europa nell’80 e figlia di Beatrix anche lei canoista negli anni ’80 da noi sempre molto apprezzata dal punto di vista estetico!
Chi ha altrettanto sofferto è stato sicuramente Juri Ontko nel seguire i suoi atleti. Anche lui ha alle spalle una lunga carriera agonistica iniziata nell’81 nella canadese singola e conclusa nel ’93 in canadese doppia. Ha gareggiato per la Cecoslovacchia e successivamente per la Slovacchia. Per tre anni è stato prestato al Giappone per allenare la squadra olimpica, con la quale a Beijnig ha portato a casa un quarto posto con la gara nel K1 donne in cui ha gareggiato con Yuriko Takeshita, grande sorpresa dei giochi. Ritornato in Slovacchia, oggi è responsabile degli junior che in questo campionato continentale hanno piazzato ben 8 equipaggi in semifinale e la metà di questi hanno conquistato la finale, vincendo nel kayak maschile e nella canadese monoposto rispettivamente con un Martin Halcin molto reattivo e preciso, già campione del mondo lo scorso anno, e con Patrik Gajarsky.
Decisamente più gentleman nel muoversi sul campo è Paul Ratcliffe che, tra coppe del mondo ed europei, ha vinto molto. Lui passeggia lungo le rive con un zaino sempre sulle spalle… mi piacerebbe sapere cosa c’è dentro! Paul, dopo la delusione dell’esclusione dai Giochi Olimpici di Atene – ci andò Walsh che tornò con l’argento al collo - aveva preso un periodo di pausa. All’inizio del quadriennio, che ha portato a Beijing, è stato inserito come tecnico. Oggi è molto preso nel seguire i suoi atleti, ma sempre mantenendo quello stile da “lord inglese”. I suoi junior hanno preso l’argento nella canadese monoposto individuale e altri due secondi posti nelle gare a squadre (donne e K1 men).
Chi invece sembra non sentire il passare del tempo è Thierry Saidi che in coppia con Del Rey vinse 3 mondiali a squadre in una carriera sportiva che durò a lungo per essere in Francia dove la concorrenza è spietata. Noi lo chiamiamo “l’indiano” per il fatto che ha sempre portato i capelli molto lunghi raccolti in una coda di cavallo, i lineamenti poi fanno il resto. Lui ha seguito, al termine della sua vita da atleta, per due cicli, le squadre olimpiche per poi scegliere dal 2004 di lavorare per i giovani.
In effetti sono diversi gli ex atleti che lavorano sui campi di gara per i giovani o per le squadre nazionali senior e ogni volta che ci si incontra, inutile nasconderlo, un po’ di passato ritorna a vivere nei nostri sguardi!
Nella giornata di finali junior, meteorologicamente parlando, abbiamo visto un intero ciclo di: pioggia, sole, vento, freddo, pioggia, vento, sole… mancava solo la neve per completarlo. Certo è che l’oro conquistato nella gara a squadre dagli junior azzurri nel kayak maschile ha fatto dimenticare le bizzarrie del tempo, scaldando i nostri cuori, mentre gli occhi delle mamme sulle sponde diventavano lucidi!
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi – Campionati Europei Slalom Junior&U23 – Liptvosky 2009