Lo confesso, fatta eccezione per il C2 italiano che gara dopo gara convince sempre di più, anche se, a mio modesto parere, dovrebbe rivedere la lunghezza della pagaia del “capovoga”, non ho seguito attentamente le gare della mattina visto che ho preferito camminare verso il “grande albero” che è nato e cresciuto a pochi metri dalle porte di slalom in acqua piatta, una mia vecchia conoscenza. Sono sempre affascinato da queste opere della natura che sono testimoni silenziose dello scorrere del tempo. Da quelle parti è passato il mondo dello slalom, ha fatto ombra a molte persone, è stato il rifugio per tanti animali e oggi è stato per me un piacevole amico discreto e lucente per pensieri e riflessioni. Si vede che il mio passato di forestale è rimasto comunque nel cuore e ho sempre avuto infinita ammirazione per alcuni miei colleghi che quando parlano della natura e degli alberi ti trasmettono energia e conoscenza. Il grande albero si è prestato anche da modello all’occhio della mia fedele “40D”. Ecco cosa farò oggi pomeriggio, fermerò le emozioni in uno scatto. Cercherò di cogliere il momento, l’attimo, l’acqua, le espressioni del viso, la forza bruta sulla pagaia, l’eleganza di una danza che mi sorprende sempre seppure vista fino alla nausea. Questa notte un temporale pauroso ci ha tenuto svegli a lungo, preceduto da un vento forte capace di scuotere fortemente la nostra casa viaggiante; l’effetto però è stato di pulire il cielo e offrirci oggi luci e riflessi per colori vivi e puliti: quasi primaverili. Mi sono mimetizzato fra i cartelloni pubblicitari e ho trovato il mio varco sulla gara. Da lì ho seguito le evoluzioni attraverso l’obiettivo della macchina fotografica. Quante cose emergono nei particolari immortalati. Dalla faccia rilassata e quasi sorridente dello slovacco, sicuro erede del re della canadese, il ventiduenne Matej Benus, si capisce che non sta forzando, ma sta ricercando la scorrevolezza della sua canoa. Il tempo fatto registrare gli dà l’onore di vincere la qualifica davanti ad un altro ballerino dell’acqua dal nome e dalla nazionalità greca, ma tedesco di scuola canoistica, Christos Tsakmakis. Dalle altre foto viceversa emerge la tensione degli avversari: fronti aggrottate, strane posizioni della bocca, lingua fra i denti, denti stretti, occhi sbarrati, occhi chiusi, equilibri instabili, pagaie all’aria.
Dalla mia posizione è impossibile vedere a monte del salto e quindi non saprei nulla sul concorrente successivo, ma in realtà l’arrivo è preannunciato dalla sponda opposta. Infatti, praticamente tutti i concorrenti, vengono seguiti sulla riva dai propri compagni di squadra nelle loro divise e nei colori ufficiali. Urlano, incitano, gioiscono o soffrono per errori e penalità. Corrono tutti uniti, atleti, allenatori, sostenitori, amici, ovviamente le nazioni più numerose hanno più seguito. Non posso immaginare quanti chilometri abbiano percorso oggi i tedeschi. Su questo drappello teutonico spunta la bellezza e la genuinità di Michaela Grimm, terza fra le under 23 nella qualifica vinta dalla mascolina britannica Elizabeth Neave. La tedesca, sorella del campione olimpico Alexander, già due volte campionessa europea junior individuale e a squadre nel 2005 a Krakow, quarta lo scorso anno agli europei under 23 e seconda a squadre, fa decisamente sfigurare il resto del gruppo: 180 centimetri, un corpo più da modella che da canoista, corre con la leggerezza dei suoi vent’anni a piedi nudi e con un top che mette in evidenza addominali d’acciaio e pelle color ambra.
Anche gli italiani hanno corso per sostenere i compagni. Bella seconda manche per un De Gennaro ritrovato e un Mayer alla ricerca, secondo me, di un suo preciso stile che non dovrebbe essere però quello di una esaltazione esclusiva della forza, ma la ricerca di spazio e fluidità.
In una giornata di gare ovviamente non mancano i numeri ed ecco quindi che troviamo una Repubblica Ceca che passa in semifinale con 11 equipaggi; Francia e Germania con 10; la Slovenia con 9; la Polonia con 7; Spagna a quota 6; Slovacchia 5; con 3 barche ci sono Italia e Svizzera; due per Gran Bretagna, Ucraina, Portogallo e Grecia: l’Austria e la Bielorussia con uno.
Domani, sabato 25 luglio, semifinali e finali per junior… ci si gioca titolo e medaglie.
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi – Campionati Europei Junior&U23 – Liptvosky 2009