Ci sono certi viaggi che vorresti non finissero mai, ti allontani da storie appena vissute per avvicinarti ad altre che presto assorbiranno tutte le tue energie. Se poi con te hai le persone che ami e la musica giusta anche i 900 chilometri che separano la finale di Coppa del Mondo di Augsburg dai campionati europei junior e under 23 di Liptovsky Mikulas non ti peseranno tanto visto che gli argomenti da raccontarci e commentarci sono diversi: c’è solo l’imbarazzo della scelta. Come ad esempio commentare la domenica di Fabien Lefevre, che non ancora appagato delle sue gare in C2 e K1 ha passato la mattina a pagaiare in C1 nella parte alta del percorso dalla “bocca del diavolo” al bivio mentre sul canale di gara le donne e le canadesi monoposto si giocavano i posti per le finali. Nell’intervallo tra semifinale e finale lo abbiamo visto provare ogni tipo di kayak. Ed eccolo passare con la barca di Dorfler (quest’ultimo impegnato nel frattempo ad intrattenere il pubblico con la canoa da rodeo, prima di fare la seconda manche come forrunner) di colore arancione e di costruzione tedesca, forse troppo nervosa per uno come lui che sembra pagaiare in attesa dell’onda successiva; poi con la nuova canoa di Kauzer, ma decisamente troppo grande per chi gioca la sua carta migliore su un equilibrio che solo chi danza con l’acqua può avere. Poi, sempre rigorosamente vestito da canoa, allo stand di Vajda a prendere misure per dove mettere il sedile su qualche nuovo modello. Insomma un Lefevre che diventa oggetto di interesse anche a riflettori spenti, alla ricerca affannosa della perfezione a meno di due mesi dall’appuntamento iridato. Passiamo il tempo anche a fare un po’ di “fantacanoa” su chi vincerà la coppa del mondo nel kayak maschile (anche se la Fick ha già deciso e pubblicato l’esito finale). Allora vediamo… se Kauzer in Canada arriva entro il sesto posto ha la coppa in mano, ma se super Cali gareggia e vince potrebbe ancora avere delle chance se Kauzer arriva al massimo terzo. Se l’italiano non va oltre oceano potrebbe ancora sperare che lo sloveno chiuda in finale al sesto posto così la Coppa ha un ex-equo. Se è settimo la Coppa è di Molmenti. E’ qui che interviene la quota rosa del gruppo in viaggio e cioè Marina che ovviamente ci chiede chi è la tipa che ha visto passeggiare al fianco del piccolo eroe dello slalom italiano e che sembra molto interessata alle sue performance!
Tutt’altra storia fra le donne dove Jana Dukatova la Coppa l’ha già vinta anche senza aspettare l’ultima prova continentale. Questa slovacca mi ricorda tanto Elizabeth Sharman la britannica campionessa del mondo a Merano nel 1983 e a Bourg St. Maurice nel 1987, vincitrice dell’Europa-Cup nell’82 e 86 quella che oggi è la Coppa del Mondo. Con lei passai 4 mesi in California sul Ken River nell’inverno del 1985. I suoi modi di fare e la grande classe in canoa la facevano sembrare una vera e propria regina e da qui il soprannome “the Queen”! La Dukatova la ricorda fisicamente, alta ed elegante nella camminata, e nella pagaiata. In finale ha impressionato per eleganza e facilità su un percorso che ha messo in difficoltà il resto del gruppo in rosa. E in suo onore ci siamo stappati una Red Bull, suo sponsor, che la stessa nuova regina ci ha regalato. Raffy poi ci ha ricordato il ritorno alla vittoria di Tony Estanguet, effettivamente una grande finale, ma è stato impressionato da Benn Fraker che ha sfiorato la medaglia dopo aver vinto la qualifica. Dopo una merendina e tanti altri chilometri il mio piccolo C1 destro ha chiesto informazioni su Tasiadis che davanti a sé ha sicuramente un grande futuro.
I monti Tatra ormai sono all’orizzonte e il viaggio qui si conclude ed inizia la nuova avventura.
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi finale di Coppa del Mondo di slalom Augsburg.