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COPPA DEL MONDO SLALOM [I reportage di Ettore Ivaldi]

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Ettore Ivaldi:
Devo assolutamente condividere con chi ama la canoa due  emozioni che ho vissuto ieri alla prima giornata di coppa del mondo a Pau in Francia.
Beh! il centro qui è veramente fantastico. E’ un canale che ti da la sensazioni di stare su un fiume: ha la stessa velocità, cosa non facile da trovare sui percorsi artificiali, ha morte profonde e i sassi creano le varie difficoltà, non ci sono cioè quegli obbrobriosi ostacoli di plastica colorati. Oltre al fatto  che può funzionare praticamente per 11 mesi all’anno senza utilizzare le pompe che riportano l’acqua a monte. Con evidenti costi ridotti per il mantenimento e quindi di utilizzazione da parte degli atleti.
Ma in realtà non mi riferivo all’emozione di vivere questa settimana in questa ennesima opera francese per la canoa. Quello di cui voglio condividere con voi è stata l’emozione di vedere autobus di ragazzini che arrivano al centro e con i vari “monitor” passano in rassegna ogni angolo di questo canale e gli viene spiegato il funzionamento. Vengono portati sul fiume, dove confluisce l’acqua, e gli viene illustrato concretamente il magico mondo acquatico. Poi entrano in una tenda e gli raccontano la storia della canoa, quindi li fanno salire sulle varie imbarcazioni. Segue la  foto di gruppo con i campioni, che a turno sono a disposizione, e si  torna sull’autobus con un bel pieghevole in mano dove vengono riportati tutti i centri in cui è possibile fare canoa.
La seconda emozione ricade puntuale tutte le volte che vengo in Francia per un grande appuntamento agonistico. Infatti a queste competizioni  ritrovi le vecchie glorie della pagaia francese che confluiscono da tutte le parti della nazione per dare il loro supporto all’organizzazione e poi rientrare arricchiti di energia e di esperienza. E’ come – visto che proprio oggi si aprono i campionati europei in Italia di canoa discesa – se in Valtellina Marco Previde Massara fosse l’addetto agli aspetti tecnici della manifestazione e coordinasse il lavoro di altre persone, Cesare Mulazzi responsabile dei media per assisterli dove è meglio mettere le telecamere o intervistare questo o quell’atleta vista l’esperienza maturata negli anni. Elisabeth Zingarle con Walter Wegher in ufficio per traduzioni o collaborazioni varie.  E così qui Zok si occupa dei media, Grange Marie Francoise l’aspetto logistico delle squadre, Aghuilone responsabile tecnica e via, via ogni ex atleta – ora impegnato comunque con la federazione francese in qualche centro o con le varie squadre nazionali – ha un ruolo preciso e definito  in questa organizzazione.
Due emozioni che secondo me hanno un grandissimo valore per il settore e se non si capisce tutto ciò certo non si può nemmeno pensare di arrivare in Italia a creare un centro così paradisiaco!
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

roberto.bussolino:
la prima volta che ho visto un canale artificiale dal vivo, era probabilmente il 1987, in Francia, mi si è aperto un mondo magico per la canoa, io canoista da circa 5 anni non avevo mai visto nulla di simile, mi sono precipitato in acqua e ne sono uscito a sera ormai esausto. Mi sono trattenuto 2 giorni, poi le vacanze con la famiglia mi hanno costretto alla partenza, seppur a malincuore, ma nel periodo che sono stato lì ho visto delle cose assolutamente impensabili da noi. Sono arrivati 2 pulmann colmi di ragazzini di un centro estivo che hanno riempito il canale di Saint Pierre de Boeuf, scendendo con qualsiasi mezzo galleggiante, nuotando, ridendo e divertendosi un mondo. Immediatamente ho pensato alla situazione italiana, "certo che in Francia per la canoa sono proprio molto + avanti di noi", " per forza che i francesi vincono tutto ai mondiali" ecc. Ho anche pensato " sicuramente anche da noi presto faranno dei canali così ". Da allora sono passati 22 anni, ho sentito parlare di progetti in tutta Italia, ma al momento NULLA!mentre all'estero si sono moltiplicati in quasi tutte le nazioni, persino Grecia e Brasile.
Si sono alternate diverse gestioni della federazione, ma il risultato è sempre stato lo stesso, qualche risultato in più di allora sicuramente vi è stato, ma a mio parere grazie ad alcuni talenti e sforzi notevoli delle Società, piuttosto che per una reale programmazione per allargare la base.
Così qualche Club con gran fatica, scontri burocratici e politici con i comuni è riuscito a dotarsi di un campo adatto, ma spesso troppo facile e con portata idrica discontinua, e così le società che possono portano i loro atleti ad allenarsi all'estero, chi in Francia, chi in Slovenia ecc.
Uno dei compiti di una Federazione riguarda anche i campi di gara, che dovrebbe dare supporto alle società ed essere promotrice presso i Comuni ed enti locali per sensibilizzarli sull'importanza dello sport, specie dilettantistico, che non può sperare di crescere senza una politica che aiuti anzichè mettere 1000 vincoli.
Solo con le strutture adatte si può sperare di avere tecnici professionisti, che possano vivere con i proventi derivanti dall'impianto sportivo e solo con tecnici professionisti si può programmare un'attività di alto livello, che sia duratura nel tempo.
saluti

Skillo:

Ettore, ma che ti fumi?
La realtà la conosci da anni: la FICK ha sempre (SEMPRE) fatto fuori ogni singola persona di valore nata e cresciuta nelle sue fila. Ci sono pochissime eccezioni e non sono quasi mai durate molto.
Sembra pazzesco ma è così.
Probabilmente è un male diffuso a livello nazionale e risponde a tipiche mentalità politico-clientelari che io non riuscirò mai a condividere.
In poche parole: "o stai zitto e fai quello che dico o salti dalla finestra".
Vuoi un elenco di nomi? I primi che mi vengono in mente sono tutti tuoi concittadini e/o corregionali, ma la lista si allunga a toccare quasi tutta l'Italia slalomistica.
Tutti "fatti fuori" o mai cercati nonostante le indubbie qualità dimostrate nei loro anni di gare e di attività coi giovani.
Torno su un argomento tanto caro a chi si fregia di titoli e papiri: in Italia abbiamo 206 tesserati con qualifica di allenatore. Scremiamo finchè vuoi e mettiamo che per lo slalom ci siano 50 allenatori "specializzati".
Di questi 50, quanti saprebbero dire qualcosa di tecnicamente utile ai nostri atleti della Nazionale Slalom?
Ecco un'altra importante riforma da fare subito: insegnare la tecnica agli allenatori e far si che essa arrivi alle società in modo molto meno casuale di quanto non accada oggi.
Credo che sia importante far si che un allenatore capisca al volo e completamente quello che un atleta sta facendo in acqua. Se questo accade egli non sarà un "peso" o solo un uomo-video o un uomo-furgone, ma una risorsa per la Squadra e un portatore di conoscenza per la sua società.
A leggere qualche libro e scrivere un allenamento ci vuol poco ...

Ettore Ivaldi:
In effetti caro Skillo qui sembra di stare sempre sotto effetto di sostanze stupefacenti per chi amo questo sport!
Spettacolari, magiche, sublimi le emozioni che questi francesi ci stanno facendo vivere all’apertura della coppa del mondo. Ogni giorno sempre di più.  Pensa che l’impianto – che è costato poco meno di 12 milioni di euro – ha praticamente due vite: dalle 8 alle 18 sono protagoniste le nazioni che si preparano alla gara. Venti barche in acqua all’ora, i migliori canoisti al mondo che provano e riprovano migliaia di volte varie combinazioni. C’è chi si concentra su una parte del percorso, chi preferisce provalo nella sua completezza, chi scatta, chi si incavola, chi sorride, chi danza e chi lotta con la forza di una corrente che se non l’assecondi ti mangia in un sol boccone. Sulle rive: tecnici, video, fisioterapisti, medici, dirigenti. Si va dallo squadrone tedesco che quando arriva occupa metà bacino, agli inglesi che mettono sotto assedio l’intera zona. Che ci sia la stessa regina in acqua tante sono le precauzioni a livello di sicurezza e supporto tecnologico?  Per i francesi lascio la vostra immaginazione libera di pensare il meglio, ma forse loro sono anche oltre! Ceki, russi, sloveni e slovacchi tanto per citarne alcuni nel mazzo delle 28 nazioni presenti a questa ouverture 2009. E così giusto per il colore fa piacere notare che  i fratelli -  tre volte campioni olimpici  - Peter e Pavol Hochschorner hanno cambiato “look”: canoa nera con fondo bianco, casco nero salvagente in tinta con la canoa, pagaie bianche e al loro passaggio le acque si aprono e si trasformano in laghi senza insidie! E nel frattempo a bordo campo si installano mega schermi, tabelloni elettronici, pubblicità, stand gastronomici e commerciali, area vip e tanta, tanta gente che osserva e partecipa a questa grande festa. Poi se si va a fare la spesa in città ci  si trova sommersi da manifesti, striscioni e vetrine allestite per l’occasione. Chissà cosa faranno quando organizzeranno i campionati del mondo se per una coppa lo spiegamento di forze, mezzi e personale  è così massiccio?
Dalle 18 alle 20 si riordina tutto. Tu pensi che la giornata sia finita, fai per raggiunger il camper che è giusto parcheggiato a lato del canale e ti vedi arrivare pullman, auto, bici, moto che si posizionano ordinatamente nell’area che fino a poco prima aveva accolto i mezzi degli atleti. Scende il mondo, entra nel centro. Il canale si illumina a giorno e riparte la festa: gommoni, idrospeed, canoe di ogni ordine e grado, grandi, piccini e nonni, tutti in acqua tutti con il sorriso stampato sulla faccia per cavalcare questa sorta di gardaland canoistica. A mezzanotte decido che è tempo di svegliarmi da questo sogno e vado a dormire così come le migliaia di persone che ritornano nelle loro case dopo qualche ora di appassionante salutare relax con la certezza che tra loro c’è sicuramente il futuro Estanguet o Lefevre. Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
P.S. scusa se ho divagato, ma pensare alle nostre tristezze a volte fa troppo male, godiamoci almeno ciò che il resto del mondo fa con la semplicità di una logica semplice e ovvia.

Ettore Ivaldi:
Ieri a Pau sarebbe stato  contento anche il mio amico Lazzar8, infatti  allo stadio della canoa abbiamo assistito allo show del “border cross” con tanto di partenza da un vertiginoso scivolo. Spenti i riflettori degli allenamenti dello slalom si sono accesi quelli della grande festa notturna e così i pagaiatori delle canoa di plastica sono diventati, in una notte di inizio estate, i protagonisti di questo canale che non ci fa rimpiangere i percorsi naturali tanto sono veri i massi, le onde e la velocità di una corrente che ti proietta diretto in paradiso. Lo scenario quello di sempre: tanta gente ai bordi che tifa indistintamente tutti  i concorrenti che animano via via le sempre più avvincenti batterie ad eliminazione diretta. Ci ha provato anche il campione olimpico di Barcellona ’92, ma, forse l’età e una specialità a lui poco consone, lo ha visto eliminato alla seconda serie. Meglio di lui il tecnico Fabrizio Didonè che ha sfiorato la finale per un banale errore nell’ultimo gigantesco buco. Per la cronaca la vittoria è andata al più giovane dei fratelli Doby che ha praticamente dominato ogni battuta della gara. Sulle rive gente,  sponsor e come è nelle migliori tradizioni una fresca e sana birra!
Si entra così praticamente da oggi nel vivo di questa rassegna mondiale che ci ha già regalato belle emozioni, tanti spunti per il futuro e soprattutto molta energia da spendere con gli atleti che sono e rimangono i veri protagonisti di questo magico mondo.
Non mi rimane che salutarvi in attesa dell’inizio delle danze che sono previste per domani con le gare di qualificazione. Domenica dedicata alle semifinali e finali e poi la carovana di coppa si trasferisce a Bratislava in quel campo che ospiterà i campionati del mondo 2011 sede oltre tutto della qualificazione olimpica di London 2012.  Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
P.S. dalla Valtellina arriva la notizia dell’ennesimo titolo continentale conquistato dal sempre e onnipotente Vladi Panato nella specialità dello sprint. Il campione dei gorghi dell’Adige salva ancora la compagine italiana… si parlerà ancora di successo di squadra o si riconoscerà il merito al solo atleta e al suo allenatore e si cercherà di capire che cosa si può fare per cercare di migliorare? Mah

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