Spazio Federazioni > Discussioni FICK

Tecnica di pagaiata kayak

<< < (8/10) > >>

Marco Lipizer:
Ripeto, dipende dal sistema di riferimento!
Se devo studiare un fenomeno fisico mi metterò nel sistema di riferimento in cui l'analisi è più semplice. Poi con un cambio di coordinate sarò in grado di trasportarlo nel sistema che preferisco. Quindi se considero il sistema terra, è sicuramente vero che il fulcro è l'acqua (ovvero la terra), ma mi viene molto difficile studiare il sistema (sarebbe come studiare il funzionamento del motore considerando la macchina che si muove, la gomma che rotola e quindi l'asse motore in movimento). Siccome poi esiste il principio di equivalenza (3° principio della dinamica), il fatto che considero la forza applicata sulla pala, o la resistenza di avanzamento della barca ina acqua è equivalente. Per questo è altamente preferibile studiare il fenomeno prendendo come riferimento fisso la barca. In questo riferimento la pagaia diventa una leva con il fulcro quasi in corrispondenza del pugno di spinta (guardare i filmati), resistenza la pala e forza applicata il braccio che tira.

Marco Lipizer:
Comunque ieri ho fatto 1h30' di pagaiergometro cercando anche di analizzare il moviemnto che stavo compiendo.
Parto dal fatto che io tendo a considerare il sistema spalle braccia pagaia, come un sistema vincolato (ovvero dove le distanze non cambiano), cioè praticamente come un piano, e la colonna vertebrale come un asse di rotazione a cui questo piano è attaccato scaricando la forza sulla pala.
Detto ciò, lavorando ieri a petto nudo mi era molto facile vedere il movimento del corpo. La sensazione netta era che il movimetno del tronco-spalle seguisse quasi come un "bruco" il movimento del bacino. La cosa importante è che la forza va scaricata completamente sul puntapiedi sfruttando la forza delle gambe. Quindi più forza siamo in grado di applicare (e di trasmettere fino alla pala) dalle gambe sul puntapiedi, più forza verrà generata sulla pala. La cosa ovviamente non è così semplice perchè ci sono delle forze spurie ed è pure possibile applicare forza direttamente sul seggiolino bloccando dietro il sedere. Per questo ritengo un ottimo esercizio, soprattuto per i più giovani, l'utilizzo del seggiolino rotante con il quale è facile capire l'importanza della trasmissione della forza delle gambe e della torsione del bacino.

silvano:
Se mi posso permettere dò la mia interpretazione riguardo le leve.

Se consideriamo che spostiamo acqua con la pala, allora è l'acqua la forza resistente, il fulcro è la pala e la potenza o forza applicata è nel manico, in realtà più dalla parte della mano che tira. Questa è una leva di terzo genere, svantaggiosa.

Ma per me è più come nelle barche con lo scalmo: il fulcro è la pala immersa, la forza resistente è tutta la canoa e il canoista, la forza applicata è sul manico essenzialmente dalla parte della spinta e la mano dalla parte della passata in realtà funge quasi da "fuori scalmo" anche se il braccio tira. E questa è una leva di secondo genere, vantaggiosa.
Infatti in realtà non è la pala immersa che si muove ma la canoa che va oltre l'aggancio della pala in acqua.
Secondo me quando pagaiamo confondiamo e mescoliamo in continuazione le due leve; e in effetti più siamo stanchi meno spingiamo e quasi solamente tiriamo, perché è quest'ultimo il gesto più istintivo e facile da fare anche se il meno efficacie.

Insisto poi che la torsione del busto più efficacie passa spostando il peso del corpo dalla parte opposta verso cui ci si gira. Questa è la distribuzione nella torsione che dovremmo fare ma che non possiamo fare seduti in canoa per un semplice motivo ma non vi dico quale, sennò scopro i miei segreti. :D
Abbiate pazienza e lo dirò, devo ultimare le mie modifiche e verifiche.  ;)
Posso anche aver preso un clamoroso abbaglio, anzi senz'altro è così, ma il 3ed è stato comunque molto utile e vi ringrazio tutti.

 

Beniamino Bonomi:
La leva è una macchina semplice costituita da un asta rigida che ruota intorno ad un punto fisso detto “fulcro (F) ”; ad una estremità dell’asta si applica la forza che deve essere vinta “resistenza (R) ”  e all’altra estremità la forza vincitrice “potenza (P) ”.Percui il fulcro è la pala in acqua l'unica che non si muove (ovviamente è la barca che va in avanti), la forza vincitrice è il nostro braccio che tira e la forza che deve essere vinta è il nostro braccio che spinge. Essa è una leva di terzo genere sempre svantaggiosa. Purtroppo non sono riuscito ad inserire il disegnino (non sò come si fà e nemmeno se si può).
IL fatto del gesto istintivo   dipende molto dai fattori esterni per esempio se mi scotto una mano istintivamente la ritraggo ed è giusto quanto detto da Silvano ma un dubbio mi sorge spontaneo e cioè come mai se prendo un ragazzino che non ha mai fatto pesi è più forte sempre in spinta (il 90 % delle volte è così)? questa domanda la feci ad una psicologa sportiva (tra le innumerevoli che ho fatto) e mi rispose che la situazione, cioè sdraiato su di una panca con un peso che ti viene contro , si è creata  una situazione di pericolo ed il corpo istintivamente reagisce più "violentemente" e si ha un massimale maggiore e anche di molto.E' vero ciò che dici ma è vero anche il contrario (su ventitre ragazzini solo uno era più forte in tirate ed un'altro era equivalente).
Il fatto che più siamo stanchi meno si spinge e più si tira mi suona strano nel senso che non ho mai avuto questa sensazione. L'ho sempre legata al fatto della coordinazione ed al fatto che si tende ad accorciare il colpo in acqua elevando il n°di colpi/min per compensare la perdita di forza e cercare di mantenere la velocità (difficilmente nel finale si và più forte della prima parte di gara).
Riguardo la torsione del busto non ho chiaro cosa intendi ma già se dici che non potremmo fare in canoa.......
Un saluto
Bebo

Beniamino Bonomi:
Scusate solo quando ho inviato ho trovato i disegnini sulle leve per capirci meglio
Un saluto di nuovo

Navigazione

[0] Indice dei post

[#] Pagina successiva

[*] Pagina precedente

Vai alla versione completa