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Tecnica di pagaiata kayak

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Mauro.:
Cercando di seguire le spiegazioni e i ragionamenti degli altri mi rendo conto di quanto siano difficili entrambi seguire e farne, ma sono le difficoltà insite nella trasmissione della conoscenza o nella comunicazione.
Aggiungo, se permettete, qualche ulteriore elemento alla discussione. E' lungo ma spiegare e semplificare è difficile, troppe poche parole si potrebbe fraintendere o risultare incompleto, troppe risulta illeggibile ... ho cercato di fare il possibile.

Semplifico e immagino e osservo due assi, quello delle spalle e quello dell'anca e il terzo centrale, la colonna vertebrale. Accidenti dico sempre due e poi ne escono tre ;-D .
Guardiamo da sopra la camminata. Quando camminiamo c'è una leggera oscillazione dell'asse dell'anca sul perno centrale e una contraria dell'asse delle spalle che in qualche modo si annullano: avanzando con la gamba e il piede destro contemporaneamente avanziamo con la spalla e la mano sinistra e cosi' via.
Osserviamo la pagaiata classica. Gamba portata avanti nella camminata, gamba piegata, corrisponde alla preparazione del colpo in canoa. Gamba portante peso, è tesa, come nella canoa. L'asse delle anche segue e conferma questa similitudine della camminata: quando la gamba prepara il colpo di pagaia piegandosi, da quella parte l'anca avanza; quando si mantiene solidale alla canoa premendo sul puntapiedi l'anca va un poco indietro, è banale.
Guardiamo l'asse delle spalle. Quando la gamba si piega preparando il colpo  di pagaia, nella pagaiata classica, l'asse delle spalle avanza (con il braccio) nella stessa direzione.
Poi la gamba preme sul punta-piedi facendo indietreggiare il bacino e nella stessa metà del corpo il braccio e la pagaia agganciano l'acqua da avanti portandola verso dietro, facendo indietreggiare quella parte dell'asse delle spalle.
Facendo un paragone forte, se dovessimo camminare come pagaiamo, beh non lo so se ci sia un paragone nel mondo animale, ma comunque dovremmo camminare come per evitare qualche ostacolo avanzando contemporaneamente spalla e mano, gamba e  piede nella stessa parte del corpo. Si camminerebbe come per un mal di schiena o un colpo della strega, con la schiena che non si torce, ma fissa come una tavola oscillante sul perno anca della gamba portante.

Ripetere le stesse oscillazioni anca/spalle in canoa come nella camminata mi porterebbe alla conclusione di una pagaiata contraria a quella attuale.

Assumendo per il momento che ragionamenti e assunti siano corretti, ... a questo punto potrei quindi anche cercare di giustificare il risultato con delle argomentazioni di supporto.
Se una delle caratteristiche maggiori dell'homo rispetto gli antenati è quella di aver imparato a padroneggiare la camminata significa che in tal senso siamo veramente ben dotati e preparati, mimarne il movimento 'potrebbe' portare vantaggi ? Un miglior uso della muscolatura o della conformazione muscolo scheletrica ? Equilibrio ?

Grazie Skillo, Beniamino e tutti, non meno Silvano per aver dato il via alla discussione.
Ciao !

PS: prima che la discussione si scaldi troppo aggiungo un aneddoto. Il ragionamento l'avevo scritto al contrario, poco fa, concludendo che la pagaiata classica mimava i movimenti della camminata, poi rileggendomi mi son dovuto correggere e dopo la correzione ne è risultato l'opposto.
E ora sono confuso, non ricordo più come pagaio ! Immagino nella forma classica ! Scherzo. Siate buoni.

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Recupero ancora alcuni elementi.
Camminata e pagaiata sono diversi: nella prima si cammina con le gambe, nella seconda di avanza 'camminando' con le braccia; nella prima c'è il mantenimento dell'equilibrio aereo oscillando in avanti sui talloni/piedi portanti, nella canoa l'equilibrio è destro sinistro (ma per non rovesciarsi)... .

A parte la semplificazione dei due assi di questo post spero non risulti troppo oscura il precedente post sulle leve scheletriche.  Immagino lo scheletro come un insieme di assi, asse braccio, gamba, schiena, bacino e spalle, collegati come lo sono ad esempio femore e anca, con la più grossa libertà di movimenti come una mano su una sfera.
Nella pagaiata, non ci piove, a portare movimento è sempre la leva della pagaia in alto che si applica alla barca per reazione.
Ciò che può cambiare è la posizione del punto di applicazione sulla barca (lo scalmo), la catena di leve ossee coinvolte a trasmettere/portare la forza e possibilmente l'angolo totale di torsione e/o le forze complessive applicate durante il 'volo' della pagaia guardandola dall'alto (applicate alla pagaia e all'acqua dal corpo umano  facendo forza sulla barca).
Nel movimento classico lo 'scalmo' è il perno femore/anca dalla stessa parte, in quello supposto da Silvano, dalla parte opposta.
In ambedue i casi, forse confonde ma, l'asse anche e asse spalle si muovono guardati dall'alto seguendo lo stesso movimento della pagaia, orario o antiorario.
Ma se si seguono le ossa, la catena è diversa e se si punta l'occhio sull'osso sacro si vede la differenza: nella pagaiata classica l'osso sacro si porta avanti rispetto allo 'scalmo' femore/anca, nella pagaiata immaginata per assurdo da Silvano l'osso sacro indietreggia seguento la direzione del movimento della pagaia e possibilmente dando più ampiezza, alla passata.
Per concludere l'equilibrio canoa ... una cosa ancora più complessa, fatta di inclinazione della barca e punti di applicazione dei pesi sulla stessa: beh, si dica solo che lo scalmo femore/anca sta nei due casi, classico e ipotesi Silvano, da parti opposte della barca ... ma forse basta inclinare la barca in senso opposto a quanto si fa per l'equilibrio ? Non resta che provare per credere ?

Mauro

Beniamino Bonomi:
Grazie Skillo, grazie Mauro e grazie anche a Silvano che mi ha fatto andare a rileggere un pò di biomeccanica per cercare di dare una risposta concreta ad un legittimo dubbio, invece stasera me la trovo belleepronta. Sicuramente non sarei riuscito a spiegarlo meglio di skillo (onestamente l'ho dovuto leggere più volte e fare i disegnini come i bimbi per capirlo ssssst ma non diciamolo), è stato chiaro ed efficace speriamo si sia convinto anche Silvano.

Un saluto

Bebo

Skillo:
Grazie Bebo, una cosetta che ho buttato giù di getto senza approfondire troppo ... ( ci ho messo quasi due ore a scrivere quel popò di roba   ;D).

Mauro (ed eventualmente Silvano), l'analisi che a noi interessa riguarda solo le forze sul piano orizzontale. Prendere in considerazione la forza peso non serve ed è inoltre dannoso perchè, come capita a voi, si tende a mettere in relazione la gamba che spinge in canoa con quella che spinge per tenerci in piedi.
Inoltre si è pericolosamente portati a fare paralellismi campati in aria tra come pagaiamo e come dovremmo camminare.  ;)

silvano:
Ciao ragazzi.
Grazie del vostro impegno.
In realtà le cose che dite le so, le ho studiate e ristudiate, ma non mi soddisfano appieno.
Sto cercando una soluzione e credo di averla trovata. Restate in attesa di sviluppi.
I vostri interventi sono stati utilissimi e visto il numero di contatti questo è un argomento sentito, che evidentemente interessa molto.
Per ora un sentito saluto.

Marco Lipizer:
Accidenti leggere questi papiri è difficilissimo. Sopratutto seguirne i ragionamenti. Ho ripensato anch'io a come spiegarmi al meglio e provo a farlo, probabilmete scrivendo cose già scritte da Skillo. Comunque...

La miglior semplificazione biomeccanica della pagaiata può essere vista come un'asse verticale (la colonna vertebrale), alla quale sono fissate due bracci, le spalle e le anche. Quello che interessa a noi (semplificando al massimo il lavoro delle braccia, ovvero le braccia non esistono) è la trasmissione della forza verso indietro all'estremita del braccio (spalla) superiore, in corrispondenza della pala in acqua. Possiamo generare un momento ovvero una rotazione per il fatto che in qualche maniera il culo contrasta lo scivolamento verso indietro, cosa che non fanno ad esempio i canottieri.

Primo caso: caso semplificato. Non uso la spinta delle gambe: assumo che la colonna vertebrale sia fissata in qualche maniera al seggiolino. Il lavoro dei muscoli della schiena crea un momento ruotante sulla colonna vertebrale, che si trasforma in una forza applicata sull'asse delle spalle. (In verità ragionamento scorretto perchè per il principio azione-reazione non ho ancora creato un scarico della forza corrispondente).
Secondo caso: applicazione della forza delle gambe. La spinta della gamba corrispondente sul puntapiedi genera un momento sulla colonna vertebrale che va a sommarsi al momento creato dai muscoli della schiena e quindi ad aumentare la forza applicata al punto di applicazione (ovvero all'estremità della spalla). Riguardando la catena cinetica al contrario, dalla pala creo una forza con i muscoli della schiena (considero tutto: braccio, spalla e schiena), che crea un momento sulla colonna che si trasferisce al bacino, che viene impresso sul puntapiedi tramite la gamba. Ciò crea l'avanzamento della barca!
Ciò per quanto riguarda la biomeccanica del movimento (per fortuna sono laureato in fisica).

Gli esempi riguardanti il calcio al pallone sono errati. Prova a dare un calcio tenendoti con le mani sullo stipite di una porta. Cosa succede? Avendo un sostegno per le spalle, avviene il trasposto del movimento della canoa. Le spalle ruotano nello stesso verso del bacino sfruttando i muscoli della schiena per applicare maggior forza al bacino a trasferirlo sulla gamba. Nel caso del calcio semplice devi creare un momneto constrastante ll calcio-rotazione del bacino, grazie alla torsione delle spalle nel verso contrario. Stessa cosa camminando.
Il pugile. Dando un pugno con il destro tutti sanno che la forza parte dalla gamba destra (dirai al contrario che in canoa), ma per dare una spinta verso avanti del bacino destro e per ruotare la spalla destra e il braccio segue. Ma qua, come nella canadese olimpica, c'è anche una componente in più che per foruna i K non hanno: il fatto di dover stare in equilibrio e comunque di dover in qualche maniera contrastare per creare una rotazione (il famoso momento della forza). Attento Skillo a non confondere la causa con l'effetto nel tuo ragionamento (tra l'altro corretto). E' la gamba che trasferisce la forza al bacino e quindi alla colonna vertebrale e quindi alla spalla. Non è la gamba che segue il movimento delle spalle per contrastarle (scusa non ho avuo tempo di leggere approfonditamente il tuo esempio ;)).
La porta. E' indifferente dove si apre. Considerala un qualcosa da tirare con forza, un punto di appoggio come la pala (attenzione ai sistemi di riferimento). Se mi tiro con il braccio destro, punto il piede destro, ruoto il bacino in senso orario, ruoto le spalle in senso orario.

Le leve. Restando il fatto che bisogna stare attenti in quale sistema di riferimento ci poniamo, se quello del canoista o quella dell'acqua, possiamo semplificare considerando il sistema canoista. Il fulcro della leva (come si vede nei filmati: cerca su youtube) si trova sul manico, molto vicino al pungo che spinge. Questo vuol dire che noi sfruttiamo il braccio di spinta come fulcro e usiamo una leva di 3° (? non mi ricordo più) in cui il braccio di applicazione della forza (il pugno che tira) è più corto di quello della resistenza (la pala). Risultato una forza minore in acqua rispetto a quella applicata, ma un'escursione maggiore.

Come ultima prova, la migliore, siediti su un pagaiergometro.
Prima prova: poni i piedi per terra senza poter mettere forza. Cosa ottieni? Una bella rotazione delle spalle senza far girare la ventola, ovvero senza poter applicare forza. Usi il manico come un appoggio per tirarti in avanti, senza trasferimetno di forza.
Seconda prova: metti la gamba destra sul pagaiergometro e tira con la pala sinistra. Risultato? Ancora il nulla, con un grosso dolore agli addomianli per l'ingarbugliamento creato.
Terza prova: rimetti la gamba destra a terra e appoggia la sinistra. Tirandola con la pala sinistra sentirai la trasmissione della forza dei muscoli della schiena (oh guarda, ma i muscoli che lavorano di più sono gli ADDOMINALI) e finalmente le pale girano!

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