Vecchio Gengis,
non sai quanto approvo e concordo su quanto hai appena riportato su questo sito e sulla rivista Pagaiando, sotto forma di Editoriale.
La frammentazione, per mera soddisfazione individualistica, è un male endemico del nostro sport. E notino i lettori che la parola endemico non è casuale, poichè si riferisce specificamente a situazioni locali.
Per ovviare a questa situazione cronica, in ogni Statuto di Associazione, Club, Gruppo, Unione, Federazione e quant'altro ci dovrebbe essere un articolo obbligatorio che riguardi la progressione delle stesse, in un conveniente arco di tempo (che so, tre o cinque anni) inerente a determinati indici di crescita relativi ad esempio, a numero di soci, attività zonale, attività nazionale, interesse precipuo dell'attività, allo stato di cassa e a quant'altro possa essere musurabile e indicizzabile. Credo che rimarrebbero ben poche di queste, come definirle tutte assieme, "unità di interesse" in vita.
Tra l'altro, in questi due anni di attività super ridotta del sottoscritto per cause infortunistiche coatte, ho potuto osservare sotto una prospettiva diversa, perchè defilata, il mondo della canoa - kayak, ovvero quale dimensione occupa la stessa nel panorama delle attività del tempo libero degli sportivi italiani. E mi sono accorto che è una cosa piccola, davvero piccola. Non piccolissima nell' insieme di tutte le discipline, ma davvero piccola anche globalmente. Nel senso che se accenni alla canoa senza enfasi personale a chicchessia, la risposta è che non gliene importa quasi nulla. E questa considerazione non fa che avvalorare quanto tu hai riportato, cioè che se si frammenta una cosa piccola, tutto ciò che si vorrebbe creare diventa piccolissimo, quasi insignificante. Chiedete all'ultimo di una tavolata di Frati, che si dividono in successione dei pezzi di pane, quanto gliene rimane da gustare! Briciole, tali da non soddisfare nemmeno lo spirito associazionistico e lo scopo dell'associazione(o chiamatela come volete voi con quanto vi ho scritto sopra). E nemmeno il sogno realizzativo di qualsivoglia iniziatore della stessa.
Io, nel mio piccolo, sono rimasto fedele da tempo immemore al mio club, il Canoa Club Milano (penso allo stato attuale di essere il socio pagante più vecchio), e non mi è mai balzato in mente di fondare un bel niente di altro per spirito individualistico o per, come dire, mancanza-di-comprensione-perchè-nessuno-mi-capisce-e-allora-mi-metto-in-proprio-se-no-non-mi-diverto-e-mi-rattristo.
Quanta acqua dovrà passare sotto i ponti, quante onde dovranno infrangersi sugli scogli perchè si capisca che gli organismi superiori sono così ben funzionanti perchè le cellule hanno formato organi, e gli organi degli apparati e gli apparati, appunto, gli organismi?
Saluti a tutti, a chi approva e a chi non approva quanto ho scritto.
V. Pongolini