Eppure nessuna amministrazione comunale, nessuna regione si sognerebbe mai di promuovere una legge atta a reprimere chi va a passeggiare in montagna.
Cerchiamo noi canoisti di essere veicolo di questa cultura.
Il confronto con gli incidenti in montagna è perfetto.
In Italia, a furia di divieti a stare lontani dall'acqua del fiume perchè inquinata o pericolosa, abbiamo perso il patrimono fondamentale della conoscenza trasmessa dai nostri anziani, la conoscenza profonda di chi questi ambienti ha potuto viverli.
Ho trovato anche questo bellissimo articolo: in Svizzera è cosa più che normale il "Nuoto in acque vive: una peculiarità delle città svizzere"
https://houseofswitzerland.org/it/swissstories/societa/nuoto-acque-vive-una-peculiarita-delle-citta-svizzeree riporto solo una parte dell'articolo perchè ricade proprio nelle problematiche "irrisolvibili" in cui annaspano le amministrazioni italiane ... riporto dall' articolo:
"... Il divieto di fare il bagno nei fiumi è legato a due condizioni limitanti, ovvero la qualità insufficiente delle acque e la difficoltà, da parte delle autorità, di sorvegliare l’attività natatoria. La Svizzera ha trovato il modo di risolvere questi due nodi senza necessariamente metterli in relazione l’uno con l’altro: gran parte dei Cantoni ha infatti moltiplicato, negli ultimi decenni, le misure di trattamento delle risorse idriche riuscendo a migliorare la qualità dell’acqua fino a renderla balneabile, anche se questo non era il fine ultimo di tali misure.
Per quanto concerne la spinosa questione della sicurezza, la soluzione è riconducibile, soprattutto nelle città germanofone, alla collaborazione di lunga data con la Società svizzera di salvataggio (SSS). Con oltre 12’000 membri sparsi nelle numerose sezioni locali, la SSS insiste molto sulla prevenzione di incidenti nei luoghi di balneazione, molto spesso grazie all’azione di volontari.
A Basilea, per esempio, è presente ogni martedì sulle rive del Reno per consigliare e informare il pubblico. Inoltre pubblica informazioni in varie lingue, tra cui l’inglese ma anche il somalo, il farsi o il portoghese. Le vittime di incidenti sono spesso giovani stranieri poco informati sui rischi di un bagno in acque vive. «Delle 49 morti per annegamento registrate nel 2019, sono ben 23 quelle avvenute nei fiumi. Tra le vittime, 19 erano uomini di età compresa tra i 15 e i 30 anni. La campagna «Save your friends» (Salva i tuoi amici) si rivolge proprio a questa popolazione a rischio» affermano i responsabili presso la centrale della SSS.
In qualità di organizzazione che si occupa di formazione e di prevenzione, la SSS vorrebbe che ogni bagnante in acque vive potesse trasformarsi in un potenziale bagnino e sapesse cosa fare per aiutare una persona in difficoltà."
Un altro mondo ... a pochi Km da noi ..

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