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Centro Federale di canoa fluviale
nikemerlino:
Credo che l'idea sia buona ma io non vedo solo l'utilità diciamo logistica.
Un grande centro deve avere strumenti utili altrimenti è uguale a tanti altri o a quello che già si fa.
Mi riferisco a un certo numero di videocamere per riprendere i settori,una sala di proiezione, un sistema di cronometraggio a settori automatico con fotocellule. Diversi software per comparare diversi atleti in diversi settori. Insomma aiuto tecnologico e non solo brande e pentole.
Noi italiani siamo fantastici, non abbiamo soldi per lo sport nè educativo nè agonistico, quasi tutto è basato sul volontariato, siamo incapace di organizzarci in gruppo, siamo egoisti , non abbiamo un'idea di nazione eppure siamo vincenti in tanti campi, un vero miracolo.
Al CNR, come programmatore, mi occupo di realtà virtuale ed anche di multimedialità, se serve una mano, caro Emanuele, per cercare e trovare soluzioni tecnologiche sono volontariamente a disposizione affinchè la tecnica dell'allenamento esca un po' dai meandri esoterici e diventi, sino a dove è possibile, una vera scienza.
Claudio
Benassimax:
Io credo che anziche' spendere migliaia di Euro per costruire un centro di riferimento o utilizzare una sede fissa come centro federale fluviale, sia meglio conservare quei pochi soldi che abbiamo a disposizione ed investirli in raduni..raduni invernali e raduni pre-gara..non capisco perche' abbiamo la fortuna di ospitare un campionato del mondo in Italia e non siamo abbastanza furbi da sfruttare l'opportunita' organizzando settimane con la squadra nazionale ad Ivrea..in un percorso tra l'altro molto impegnativo.
ci ritroveremo all'ultimo a dover affrontare le stesse difficolta' alla pari dei nostri rivali stranieri..inoltre credo che
Il nostro sport dev'essere allenato sopratutto nell'addattabilita'
quindi credo che un atleta discesista abbia bisogno di continui spostamenti,di provare nuovi percorsi sempre dfferenti ,in modo da sviluppare la capacita' di adattamento e la tecnica giusta per affrontare diversi fiumi...
Benassi Maximilian
nellokayak:
Per riprendere Claudio, direi che è chiaro che servono tutti i mezzi tecnologici da lui descritti (io li avevo accomunati nelle sale multimediali). Però tutti questi mezzi non possono essere portati in giro e serve, quindi, un posto idoneo dove poterli utililizzare e poi conservare. Quindi strutture idonee ai mezzi ad agli omini. Non è di solo pentole e brande che abbiamo bisogno, altrimenti non avrebbe senso Castelgandolfo.
Nell'unico Centro ederale che esiste non mi risulta che si mangia si dorme solo, si lavora, si programma, si fanno test. Tutti noi sappiamo che quest'ultimi sono attendibili solo se si possono rieseguire nel tempo più vicino possibile alle stesse condizioni.
Per riprendere Max, devo dire che è un pò fuori tema.
Sicuramente quello che dici, Max, è sacrosanto. Ma forse andava aperto un'altro "Tema", quello dei raduni. Certo il male comune sono la mancanza di soldi. Però mentre la spesa per un centro Federale può essere vista come un investimento a lungo termine, l'altra è una spesa sicuramente inferiore, ma vede i suoi frutti più a brevi termini e solo per alcuni atleti. Il Centro federale è per tutti.
Skillo:
Io, scusatemi, ma resto della mia idea: meglio tanti piccoli centri che uno grande. Nello slalom non c'è molto di sistematico, ripetitivo, fisso. Quello che si può studiare e schematizzare in una certa condizione non è più ripetibile in un altro campo di slalom. Trovo inutile creare un solo enorme centro di riferimento, mi pare polto più agile e gestibile un certo numero di piccoli e agili minicentri cui gli atleti possano liberamente fare riferimento.
Se si deve studiare qualcosa di veramente scientifico bastano l'acqua piatta di Castel Gandolfo e le sue palestre.
E poi, perdonatemi ancora ma, provo un po' di allergia verso le centralizzazioni esasperate e le ricerche dell' "Unico Grande Centro Panacea di Tutti i Mali" che tanto promettono e poi poco mantengono. Mi sanno tanto di cattedrali nel deserto.
Noi individualisti e geniali italiani abbiamo sempre fatto buone cose sfruttando al meglio il nostro cervello e la nostra determinazione e pur avendo pochissimi atleti spesso riusciamo a fare quello che altre Nazioni fanno con numeri di atleti molto superiori ai nostri. Evidentemente non siamo gli ultimi fessi nel Mondo e forse converrebbe esaltare il nostro sistema di lavoro "individualistico" piuttosto che cercare di uniformare troppo, schematizzare e selezionare.
All'opposto di questa mia visione ho in mente la Cina. Una Nazione che sta creando una squadra temibile partendo da ragionamenti pianificati a tavolino e scelte "a priori" basate su studi e ricerche internazionali. Trovate le migliori caratteristiche antropometriche e atletiche del "canoista ideale" hanno selezionato un grosso numero di atleti e atlete che, basta guardarli, sembrano fatti con lo stampo sia fisicamente che come modo di affrontare l'acqua. Sicuramente all'interno dei loro armadietti gli atleti hanno un loro clone pronto a sostituirli alla bisogna e anche su questo pungolo contano i loro allenatori.
In Cina un centro unico funzionerebbe bene e forse già funziona ora, da noi non vedo nè i numeri nè la mentalità adeguata (per fortuna).
Un saluto
Mauro:
Ciao,
ho seguito la vostra discussione e volevo inserire una mia riflessione, non qualificata, nè come atleta e nemmeno come uno che segue le cose federali.
Secondo me:
I due punti di vista sono entrambi notevoli e si possono contemperare.
La mia senzazione è che serve elasticità e reattività, per rispondere al meglio in gara. Una preparazione troppo specifica o legata a un campo specifico rischia di diventare avulsa dalla realtà che poi si trova. Per questo va investito nella differenziazione dei campi di gara, nei raduni. Senza contare che questa mi pare sia anche la considerazione che proviene dalla voce "atleta" quindi esprime un'esigenza che conosce bene, se si vuole è una domanda di. Da tenere in debita considerazione.
La preparazione specifica però può far molto. Si possono studiare materiali, movimento e altro, gli esperti possono meglio di me descriverlo. In un centro unico si possono concentrare le risorse senza disperderle ed avere infine quindi un atrezzaggio tecnico migliore. Si possono anche concentrare risorse umane e di ricerca. Se talvolta si vuole avere una marcia in più, dei segreti tecnici da scoprire, distribuire e tramandare agli atleti questo è quello su cui investire. Se vuoi cercare una preparazione specifica e ben assistita a prescindere dalle condizioni al contorno è a questa porta a cui bussare. Non sprechiamo le offerte di.
La percentuale di divisione delle risorse, se i soldi sono pochi ... allearsi, fare fronte comune e reperire risorse. La collaborazione dischiude nuovi orizzonti. Cercare di non spendere troppo nel centro unico e di investire anche nei raduni. Ingegnarsi come lo sanno fare bene gli italiani, essere vigili su eventuali sprechi e denunciarli.
La soluzione come molto spesso accade sta "in medium".
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