Philo,
non ti ringrazieremo mai abbastanza per i tuoi reportage! Sempre ottima la colonna sonora, in un altro video avevi messo "I get knocked out but I get up again" che incarna davvero lo spirito del canoista: bravò (coll'accento sulla "o", ça va sans dire).
Ne approfitto per una considerazione:
- dopo il trebbia, anche per i numerosi bagni e le condizioni atmosferiche, si è abbastanza (e giustamente) discusso tra noi circa i miglioramenti sulla sicurezza, identificabilità degli istruttori, abitudine all'uso della corda ecc.
- aggiungerei un elemento alla discussione: ho notato che, in generale, si insegna/usa poco il bow rescue
- secondo me, in situazioni come quella del Trebbia, dove tutto sommato c'è un contesto adeguato per applicarlo, sarebbe un'arma in più per evitare bagni ripetuti e faticosi per chi non ha un eskimo affidabile
- è chiaro che non lo si improvvisa, occorre un'abitudine che parte dall'acqua piatta e viene poi portata in fiume, nel kayak da mare è (eskimo a parte) la tecnica di soccorso più usata
- l'abitudine deve esserci sia in chi lo richiede, quindi segnali corretti per richiederlo e identificarlo, sia in chi lo presta, quindi approccio adeguato alla barca capovolta
- un canoista, non ancora eskimante, con il bow rescue acquista maggior confidenza con la situazione di upside-down, aspetta qualche secondo in più a stappare e in qualche modo si allena per l'eskimo
Cortez