Può essere che un mediocre kayak da turismo sia più veloce propulso a pedali anziché a pagaia, ma se la domanda che poni è:
“Esiste un kayak a pedali con velocità paragonabile a un kayak a pagaia per uscite da turismo in mare e lago?”
La risposta è NO!
Un discreto canoista, se allenato, può percorrere a pagaia in un’ora oltre 10 km con un vecchissimo Maxi Jet della ASA Canoe (kayak progettato più di mezzo secolo fa), lungo 4,50 m, senza timone, considerabile oggi un kayak da turismo obsoleto (un tempo era impiegato nelle gare di discesa su fiumi fino al 4° grado).
Il Nibali della situazione, messo sul miglior kayak a pedali, andrà probabilmente più piano di un discreto canoista allenato su un Maxi Jet su una distanza di 10 km.
I moderni kayak da turismo in composito, lunghi oltre 5 m, ottengono prestazioni ancora superiori.
D’altronde su un kayak performante non puoi montare i pedali e, di conseguenza, non puoi fare confronti con e senza pedali, perché si capovolgerebbero alla prima energica pedalata.
Un kayak a pedali, se spinto a tutta forza, tenderà a oscillare a ogni pedalata a sinistra e a destra. Ciò non avviene pagaiando, poiché si spinge sul poggiapiedi, compensando l’azione della pagaiata sullo stesso lato della passata in acqua.
Un kayak a pedali, infatti, non potrà mai essere molto stretto e con un fondo a U, perché si capovolgerebbe troppo facilmente, di conseguenza i kayak a pedali sono più lenti dei kayak a pagaia.
Per curiosità la prima canoa a pedali fu inventata nel 1879.
Il cosiddetto "pedalò" è un’invenzione assai successiva, degli anni 1970 circa, che derivò dal "pattino" (altrimenti detto "moscone") a remi, che a sua volta derivò dal pattino a pagaia, in quanto i primi pattini non erano a remi ma a pagaia, come descrivo nel Volume 1, del mio libro “L’arte del pagaiare: storia illustrata” in vendita su Amazon.it.