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Angolo di pagaiata. Differenze.
Lorenzo Molinari:
Sull'angolo di sfasatura delle pale (impalatura) non c'è una regola fissa, dipende da persona a persona, dal proprio stile, dalle proprie preferenze. Tuttavia un neofita o chi non ha avuto un buon maestro e non si è impegnato a perfezionare nel tempo il gesto della sua pagaiata è possibile che incorra in errori e quindi che possa preferire un angolo di sfasatura non tanto perché è quello più congeniale ma perché – senza accorgersene - tende a compensare errori nel suo modo di pagaiare.
Partendo dal presupposto che un canoista sappia pagaiare, tendenzialmente più la pagaiata e high angle maggiore sarà l'angolo di sfasatura e viceversa. Nell'agonismo in Canoe Sprint (acqua piatta) nessun atleta di punta pagaia low angle e l'angolo di sfasatura tra le pale è raramente inferiore ai 60° così come è raramente superiore ai 75°, altrimenti i suoi tempi di gara peggiorerebbero.
Tuttavia chi pagaia in modo aggressivo high angle tenderà ad avere una sfasatura leggermente inferiore all'aumento del ritmo di pagaiata. Atleti specializzati nelle brevi distanze (200 m) tendono ad avere angoli di sfasatura leggermente inferiori a coloro che gareggiano sulle lunghe distanze (maratona). L'impalatura è inoltre influenzata anche dalla forma delle pale che varia da marca a marca e che di conseguenza, incide anche sul gesto tecnico di pagaiata.
Inoltre gli atleti tendono a usare un’asta più corta sulle distanze brevi e più lunga su quelle lunghe.
Una pagaiata molto tranquilla, invece, tende a comportare un'inferiore rotazione del polso e chi ama le lunghe percorrenze turistiche in mare tenderà a pagaiare low angle e ad avere un angolo di sfasatura molto basso, se non pari a zero, come nel caso di pagaie groenlandesi. Ma non è sempre così: io pagaio high angle e mantengo una impalatura a 70° anche su lunghe percorrenze in mare in KdM.
Circa l’eventualità di cambiare l'angolo di sfasatura, chi pratica agonismo ad alto livello si suppone abbia una totale padronanza della pagaia e una perfetta conoscenza delle tecniche di pagaiata, eppure gli atleti di punta non cambiano mai l'angolo di sfasatura delle pale. Una volta che trovano quello a loro congeniale tendono a mantenerlo e non lo cambiano neppure in base alla provenienza e all'intensità del vento. Gli svantaggi che deriverebbero a cambiarlo sarebbero troppo alti rispetto ai vantaggi.
Anch’io non cambio l'angolo di sfasatura delle pale durante un'uscita e sconsiglio di farlo. Tuttavia uso angoli di sfasatura diversi e pagaie diverse (più o meno high angle) in base al tipo di kayak che utilizzo (acqua piatta da gara, discesa da gara, river running, crociere mare, crociere fluviali, turismo gonfiabile). Così come uso lunghezze dell'asta diverse in base al tipo di kayak e alla percorrenza. Più largo è il kayak, più alta è la seduta, più si adotta una pagaiata low angle, più lunga è la percorrenza e meno è richiesta una elevata velocità di manovra, più l’asta sarà lunga.
Infine si potrebbe parlare di forme delle pale e della loro superficie ma questa volta lascerei perdere.
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