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Angolo di pagaiata. Differenze.
marco ferrario (eko):
Pagaiata ad angolo alto (circa 45 gradi o anche più) o ad angolo basso (circa 25 gradi)? Quali differenze?
ANGOLO ALTO - comporta uno stile di pagaiata più aggressivo adatto principalmente da chi cerca prestazioni elevate e velocità.
La mano superiore si trova all'altezza degli occhi e la passata è vicina allo scafo.
Un cucchiaio corto e largo e la pagaia più corta si adattano bene a questa tipologia di pagaiata.
L'angolo alto aiuta a mantenere una direzione rettilinea ma è più faticoso per una muscolatura non allenata.
ANGOLO BASSO - si adatta meglio a uno stile di pagaiata più rilassato e lento.
La forma del cucchiaio per un angolo di pagaiata basso sarà più lungha e stretta e l'angolo basso aiuta a ridurre l'affaticamento.
La mano superiore non va mai più in alto della spala, i muscoli si affaticano meno ma la velocità è rallentata.
Un kayaker durante un trekking in mare dovrà affrontare situazioni differenti, perciò spesso sarà necessario passare dalla pagaiata con angolo alto a quella con angolo basso e viceversa.
Ad esempio per agevolare una virata sarà meglio mantenere un angolo basso, quando invece si ha necessita di avere slancio e potenza per oltrepassare forti correnti o onde che frangono frontalmente l'angolo più efficace sarà quello alto.
D'altro canto, con forte vento potrebbe essere opportuno adottare una pagaiata con angolo basso.
nolby:
Ho trovato interessante questo video che vi linko:
https://www.youtube.com/watch?v=twCjitNm0-k
--- Citazione da: marco ferrario (eko) - Settembre 04, 2020, 07:29:31 am ---Un kayaker durante un trekking in mare dovrà affrontare situazioni differenti, perciò spesso sarà necessario passare dalla pagaiata con angolo alto a quella con angolo basso e viceversa.
--- Termina citazione ---
Nella mia piccola esperienze ho trovato che non tutte le pagaie riescono ad adattarsi ad entrabi gli stili.
Riporto un esempio di due pagaie piuttosto diffuse che conosco bene:
-Prijon Ardeche (pagaia di chiara ispirazione fluviale) si comporta davvero molto molto bene usata sia alta che bassa
-Werner Tybee se si abbassano gli angoli perde molto di efficacia nonostante sul sito ufficiale del produttore venga pubblicizzata come pagaia per neofiti che hanno un approccio "casual" alla pagaiata.
Lorenzo Molinari:
Tendenzialmente una pagaia high angle si presta anche come low angle, in quanto pagaiando low angle non si bada tanto alla prestazione, alla velocità, ma si naviga con tranquillità per più o meno lunghe percorrenze e quindi l'una o l'altra non fa poi tutta questa differenza. Mentre non è del tutto vero il contrario: una pagaia low angle non è adatta a un'andatura potente e neppure quando si desidera mantenere un ritmo sostenuto per molti chilometri, se l’allenamento lo permette. Il problema maggiore con una low angle impiegata come high angle si riscontra in fase d'attacco, d'immersione in acqua. Sottolineo che pagaiare high angle non significa solo mantenere la pagaiata più verticale ma soprattutto saper ruotare le spalle, saper allungare la spalla in fase di attacco, saper spingere e non solo tirare, ecc. Se non si ha idea di ciò che dico o se ne ha una idea vaga, meglio low angle!
Il mio trascorso sono anche le gare su acqua piatta, avendo pagaiato per anni su kayak e soprattutto canoe da velocità e avendo praticato una pagaiata high angle (il massimo dell’high angle lo si ha in C1, dove il busto si slancia in avanti per immergere la pagaia verticale e a pelo del bordo, scaricando tutto il peso possibile e tutta l’energia del tuo corpo, e solo dopo anni di esperienza, quando si ha piena padronanza di un mezzo eccezionalmente instabile, si può comprendere la soddisfazione di eseguire correttamente la pagaiata e sentire la canoa che letteralmente balza in avanti a ogni pagaiata!).
In gite giornaliere o di più giorni in mare o al lago amo fare tratti high angle, per il piacere della bella pagaiata e della velocità. Alternandola a tratti low angle quando la costa è di scarso interesse, quando navigo lontano da riva o in tratti a me già molto noti.
Il video di Walter Paesano linkato da Nolby consiglia di portarsi due pagaie diverse in kayak da usarsi alternativamente in base a una serie di condizioni o al piacere del momento. Io dico meglio portarsene una sola e quella di scorta che sia quel che sia. E se si pagaia in compagnia diviene eccessivo portarne una a testa! Personalmente in 47 anni di canoa non mi è ancora successo di perdere o rompere una pagaia in mare o al lago, ma può sempre esserci una prima volta.
Tipicamente uso high angle, in quanto più versatile, e possiedo una sola pagaia di pregio. Sinceramente non spenderei altri 450€ per una seconda pagaia da usarsi in base alla mia andatura. Chi desidera usare pagaie sia low sia high angle dovrebbe averle entrambe di pregio, perché gli passerebbe la voglia di usare quella di minore qualità e assai più pesante, soprattutto su lunghe percorrenze. La mia seconda pagaia vale proprio poco, non ho soldi da buttare, e se mai la dovessi usare, sarà solo in caso di necessità.
In conclusione il mio consiglio è:
- chi ama low angle prenda low angle;
- chi ama high angle prenda high angle;
- chi pagaia con entrambi gli stili, come nel mio caso, ma non vuole comprarsi e portarsi due pagaie di pari pregio in kayak, prenda high angle.
Per motivi di sicurezza si faccia sempre una valutazione molto attenta di cosa poterebbe accadere, del vento, delle onde, del tipo di costa, degli approdi, della lunghezza del percorso, ecc. prima di lasciare eventualmente la pagaia di scorta a casa.
Lorenzo Molinari:
Connessa alla pagaiata low e high angle è la sfasatura delle pale. Una pagaiata low angle si presta tendenzialmente più a una sfasatura nulla o modesta rispetto a una high angle. Circa il cambio di angolo di sfasatura tra le pale in base alle condizioni del vento e del mare suggerito da Walter Paesano nel filmato linkato, il consiglio teoricamente non fa una piega e andrebbe adottato quando il vento è piuttosto intenso o il mare è formato, altrimenti la differenza sarebbe trascurabile.
Personalmente però non amo modificare l’angolo di sfasatura in corsa, soprattutto se l’asta della mia pagaia è perfettamente circolare e non mi permette di immergere le pale nella posizione corretta con assoluta certezza dopo un cambio dell'angolo di sfasatura. Nella pagaiata, analogamente ad altre attività ripetute, subentrano alcuni automatismi, come quello dell’eventuale rotazione del polso e del suo grado di rotazione nella pagaiata a pale sfasate. Modificare l’angolo di sfasatura significa rischiare di trovarsi con una pala più o meno di taglio senza accorgersene, specie in momenti imprevisti di difficoltà dove gli automatismi subentrano in modo preponderante.
La pala di taglio, ben sappiamo, può essere prodromo di ribaltamento durante la pagaiata, di ribaltamento in fase di appoggio improvviso o di esecuzione scorretta dell’eskimo roll una volta ribaltati. Quindi o si usano aste non perfettamente circolari o ci si abitua a variare spesso la sfasatura delle pale, allenando la mente ad adattarsi all’istante alla nuova sfasatura, oppure - come nel mio caso - meglio non modificare la sfasatura in corsa, e se mai lo si facesse, porre doppia attenzione nel prosieguo della pagaiata. Tuttavia se il vento o il mare fossero tali da suggerirmi di modificare la sfasatura, vi sarebbero già altri motivi su cui porre doppia attenzione!
In mare e al lago con vento teso, indipendentemente dalla sua provenienza, buona cosa è vincolare la pagaia alla canoa con un cavetto per evitare che una raffica ce la porti via di mano. Io modifico anche la seduta, togliendo o aggiungendo spessori in base alle condizioni del mare o del vento, operazione che svolgo con facilità anche a largo. Mi può capitare di ridurre la lunghezza della pagaia se mantengo una pagaiata high angle con uno spessore più basso, ma non la varierò se passerò a una pagaiata low angle (dove è preferibile una pagaia più lunga a parità di altezza) in quanto la compenserò con l’abbassamento della seduta. Preferisco una pagaiata low angle soprattutto se il vento è in prua e se le condizioni sono molto turbolente, così come tendo a inclinare leggermente il busto e la testa in avanti per ridurre il fronte verso il vento, se di prua. Un banale accorgimento che modifica considerevolmente la superficie esposta al vento, assai più che una diversa sfasatura delle pale, e consente una velocità assai superiore. Infine, in caso di vento forte, evito di fissare oggetti voluminosi sulla coperta del kayak che potrebbero deviare la direzione o ridurre la velocità.
nolby:
Non sapevo che l'angolo di sfasatura delle pale variasse anche in funzione della pagaiata alta o bassa.
Io non essendo molto tecnico la tengo a 30°, angolo che i più considerano ridicolmente piccolo. Quando comprai la pagaia il sig. Speroni se non ricordo male mi consigliò 65° ma avevo non poche difficoltà.
Essendo poi passato alla groenlandese in pianta stabile quando poi ho ripreso l'europea ho provato a metterla a 0 ma anche li non mi trovavo (forse appunto perché una high angle a sfasatura zero non è naturale) e quindi sono tornato ai vecchi 30°.
Quando mi capita di usare pagaie con angoli di sfasatura maggiore ho bisogno di un certo periodo di tempo per abituarmi.
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