Chilosi, il fiume della vita tra paura e meraviglia
recensione di Alessandra Chiappori agosto 2020
Storie e cadute personali mescolate a imprese sportive emozionanti con la canoa in “Come acqua” di Roberto Chilosi, primo libro della nuova casa editrice Altre Voci. Dall’Italia al mondo una ricerca adrenalinica e perpetua – con un pizzico di ironia – a cui sembra impossibile mettere la parola fine…
C’è un libro che, per ogni casa editrice, segna un traguardo e insieme una partenza, il lancio verso il futuro e l’inizio di un’avventura. È il primo libro, quello dell’uscita ufficiale in libreria, quello della scommessa più grande. E non potrebbe esistere un titolo più azzeccato di Come acqua, di Roberto Chilosi, per segnare la prima uscita di una nuova casa editrice nata da pochissimi mesi, Altre voci edizioni. Il testo, che intreccia una storia insieme umana e di sport e natura, fa parte della collana Altre strade ed è stato accompagnato, a una manciata di giorni di distanza, dall’uscita del secondo titolo Altre Voci, Il tempo che faceva, di Aldo Boraschi.
Altre strade, altre voci
Protagonista di Come acqua è lo stesso Roberto Chilosi: si tratta infatti di un testo che è in parte un’autobiografia, e che miscela storie di viaggi, di avventure, di scoperte e di fragilità umane tutte da sondare, mettere alla prova e cavalcare. Lo si fa a bordo di una canoa, lo sport prediletto dell’autore-protagonista, che ha fatto delle discese sui fiumi, spesso in solitaria e molto pericolose, la sua ragione di vita. L’acqua del titolo è infatti quella delle tante rapide di tutto il mondo, attraverso le cui bellezze affascinanti e insidiose l’autore ci porta in questo testo che alterna storie e cadute personali a imprese sportive emozionanti, leggendo le quali provare adrenalina pura, la stessa che dà la carica al protagonista.
È così che vanno i capitoli: un ritmo che alterna pensieri e riflessioni alle avventure in giro per il mondo, saggiando i limiti e la capacità di concentrarsi, esplorando scenari meravigliosi e ritrovandosi in fuga dai propri guai. Un esile filo temporale ci conduce nella storia di Roberto dall’infanzia a oggi, ma molte sono le digressioni, anse di quel fiume magmatico che diventano i racconti di viaggio tra imprevisti, paure e meraviglia. Acqua, adrenalina, viaggi, natura: ecco gli elementi della storia di Roberto, che stabilisce su questi pilastri la propria appassionante vita fatta di percorsi, strade e altrettante prove.
In cerca di guai, col sorriso
Ad animare i viaggi e le imprese dell’autore è un’insanabile curiosità, voglia di scoperta, di sfida, di superamento dei propri record di sportivo e limiti di umano. Ecco dunque l’esplorazione del mondo a bordo della canoa, il coraggioso affrontare pericoli e imprevisti. Con un pizzico d’ironia. È infatti il sorriso l’ingrediente che questa sorta di perpetua ricerca di guai da un angolo all’altro del mondo dischiude mostrando il lato profondamente umano di un protagonista che, continuando a pagaiare alla ricerca di sé, ammette i propri errori, le proprie immaturità, e non si sente mai arrivato, mai sazio.
È così che la scrittura di Come acqua accompagna in percorsi davvero emozionanti, a confronto con la potenza della natura e con le sue manifestazioni più emblematiche – pensiamo solo al terremoto del Perù, o alla violenza inarrestabile delle rapide in Australia – in un continuo svelamento di sé. Una vita che è sfide e prove, crescita, maturazione e voglia di conoscere. Il tutto, a forma di canoa, l’elemento che accompagna Roberto dalla grande sfida natalizia con cui il libro si apre alle rocambolesche vicende in mare, sempre in solitaria e al limite del legale, tra le isole dell’arcipelago toscano e gli esiti che sembrano ricordare un cast away nostrano che non perde mai la voglia di riprovarci.
Grandi avventure
Dall’Italia è un attimo: ecco la sacra magia di Nepal e Tibet, il Sudamerica, le pianure brulle della Mongolia, l’Australia. Pensare che tutto era iniziato nel cuore più autentico di Genova, in quei vicoli tenebrosi e segreti del centro dove il Roberto bambino era “fuggito” per quella che chiama la grande avventura, un viaggio in autobus durato il tempo di una veloce esplorazione. Un’attitudine rimasta nell’approccio a una vita intera, sbagli e linee rette: l’autore non ha problemi ad ammettere i propri errori e a fare un’autoanalisi sincera. Un bagaglio di fragilità e, al contrario, sicurezza e massima concentrazione, perché nelle rapide dei fiumi più importanti del mondo non è possibile sbagliare, il costo sarebbe altissimo.
Prosegue così la grande avventura, tra un colpo di pagaia e una storia d’amore acciaccata, il cuore sempre in acqua, perché è lì che risuona più forte, limpido e sincero. Fino a quella che, simbolicamente, nel testo è chiamata inconclusione: come arginare una vita che scorre tra fiumi, avventure e viaggi affascinanti come quella narrata da Roberto? Impossibile mettere la parola fine per chi non si sente mai arrivato e continuerà a cercare il proprio sé più vero a zonzo per un pianeta che è «un oceano di erba e acqua», in quel «tango appassionato tra uomo e natura, dove non esiste un partner che domini l’altro».