Torniamo a parlare di canoa come promesso.
Il topic, avviato a suo tempo da Andrea, trovo sia estremamente interessante per i non canoisti ma soprattutto per i canoisti.
Come già scrissi da qualche altra parte in questo forum, il kayak non è stato inventato dagli Inuit e la canoa, anche quella in corteccia, detta da alcuni impropriamente “canadese”, non è stata inventata dai nativi del nord America. Imbarcazioni analoghe erano costruite in luoghi del mondo remoti tra loro e probabilmente anche prima dei kayak Inuit e delle canoe in corteccia dei nativi del nord America. Identificare il kayak con gli Inuit e la canoa con i nativi del nord America è solo un luogo comune, che almeno tra noi canoisti dovrebbe essere superato.
Ma al di là dell’origine di canoe e kayak, Andrea solleva un problema di definizioni, ancora più importante e complesso, perché almeno noi canoisti dovremmo saper definire il mezzo che impieghiamo.
Ciò che scrive Andrea mi trova sostanzialmente d’accordo e qui amplio il tema, per farvene comprendere la complessità, che non può essere risolta semplicisticamente con la postura del canoista e la pagaia che impugna.
Da un punto di vista logico non si può definire un natante (o qualunque altra cosa) in base al modo con cui è propulso, se questo prescinde dal natante stesso, se non è parte del natante stesso. Ovvero non si può definire una canoa perché è propulsa dalla pagaia e tanto meno si può distinguere una canoa da un kayak per il tipo di pagaia impiegato per la propulsione. Tant’è che quelle che comunemente consideriamo canoe possono essere propulse con pagaie a doppia pala e viceversa e quelli che comunemente consideriamo kayak possono essere propulsi con una pagaia a pala singola e viceversa.
Per rimanere tra i nativi del nord America e i popoli artici e sub-artici, si trovano diversi esempi storici di imbarcazioni, comunemente da noi definiti canoe o kayak, propulsi tradizionalmente con pagaie non consone al tipo di imbarcazione, ma che per loro lo erano eccome. Anche lo stare seduti o in ginocchio è del tutto relativo. Si trovano esempi storici di imbarcazioni propulse in ogni modalità: imbarcazioni pontate o no propulse stando seduti, in ginocchio o in piedi, con pala singola o doppia o con una pertica, oppure con una o più vele, se non addirittura con le mani. Tutte imbarcazioni classificabili nel grande mondo della canoa e poi sta a voi dirmi se sono canoe o kayak o altro, perché il mondo della canoa non si ferma a queste due tipologie, ma comprende anche alcune tipologie di zattere, le piroghe, i dragon boat, gli outrigger, i va’a, le canoe a vela, le royal barge, i SUP, le coracle, le canoe a pedali, i pattini a pagaia, i périssoire, ecc.
Lo squirting, ad esempio, è una disciplina contemplata dall’International Canoe Federation (ICF), eppure le squirt boat possono essere condotte senza l’uso né di pagaie né di pertiche, ma con le mani munite o no di palette. Le canoe a pedali, tipicamente impiegate per la pesca, sono prive di pagaia, tuttavia sono canoe e sono altra cosa rispetto ai pedalò. Le imbarcazioni propulse con una pertica a ben vedere sono da considerarsi anche queste canoe. La pagaia a una pala è l’evoluzione della pertica e la pagaia a due pale è l’evoluzione di quella a una pala; nelle paludi, nelle lagune, nei delta dei fiumi, nei bassi fondali l’uomo inventò e sviluppò la navigazione e si dedicò alla pesca e procedeva con le pertiche, che vennero trasformate in lunghe pagaie, da usarsi sia come pertiche sia come pagaie a seconda del fondale, poi navigando in acqua più profonde ridusse la lunghezza della pagaia, ma non sempre, e si inginocchiò o si sedette su una sacca o altro, ecc. ecc.
Insomma, il discorso è piuttosto complesso e almeno noi canoisti non dovremmo risolverlo con la banale distinzione tra pagaia a una o due pale e postura del canoista seduta o in ginocchio.
Per le barche a remi in genere il discorso è diverso, in quanto tali barche prevedono gli scalmi realizzati proprio per accogliere i remi e quindi tali barche possono essere definite dal loro strumento di propulsione, per le canoe questo non è possibile. E nel caso si spinga con una pagaia una barca munita di scalmi, questa resterebbe una barca a remi, per quanto propulsa in modo improprio. Se invece fossero segati gli scalmi, se ne potrebbe discutere.
Ci viene in aiuto nella definizione di cosa sia una “canoa”, il fatto che la canoa sia stato il primo natante dell’uomo; di conseguenza potremmo definire come canoe tutte le imbarcazioni escluse quelle che non sono canoe. Nel corso della storia l’evoluzione delle canoe e l’invenzione tout court di nuovi natanti ha prodotto nuovi generi di imbarcazioni, che si distinguono sostanzialmente dalle canoe, come è il caso delle barche a remi in quanto dispongono di piccoli scalmi, che però fanno la grande differenza, o nel caso delle barche a motore per il motore. E dove anche una canoa può essere munita di scalmi e quindi perdere la sua connotazione di canoa (oltretutto a remi navigherà in acqua piatta più veloce che a pagaia), ma non viceversa, come prima scrivevo. Oppure una canoa potrà essere munita di un motore e diventare barca a motore, a meno che il motore non sia un ausilio marginale, come è il caso delle canoe munite di piccoli motori elettrici, dove la propulsione è affidata solo parzialmente al motore.
Così era inizialmente anche per le canoe a vela, in cui la vela era un ausilio di supporto al canoista, ma già in tempi molto antichi la vela ha talvolta preso il “sopravvento”. Tuttavia sono ancora da considerarsi canoe a vela e non barche a vela, alcune tipologie di natanti con uno o più alberi e una o più vele, con o senza deriva, a uno o più scafi. Insomma un bel casino!
In conclusione come si distingue la canoa dal kayak e da tutte le altre tipologie del grande mondo della canoa?
Non c’è una definizione sempre univoca come molti vorrebbero, ma la definizione va ricercata nella prevalenza tra le varie caratteristiche del natante perso in esame, caratteristiche che non vi sto qui ad elencare. L’ICF taglia la testa al toro regolamentando con misure, forme, dispositivi, superfici veliche, pesi le varie tipologie. Tutte le canoe che non sono omologabili da ICF le classifichiamo, appunto, in base alla prevalenza delle loro diverse caratteristiche, tuttavia ci saranno casi borderline, contesi tra due o più tipologie di canoe.
Buona Pasqua o buona rinascita!