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Niente neve sulle Alpi: che ne sarà di noi?

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Vittorio Pongolini:
Mi domando da qualche giorno se ho mai visto una simile siccità invernale nella mia lunga vita canoistica. La risposta è NO! Le Alpi sono davvero in assenza quasi totale di neve. Temo che per i nostri fiumi abituali, e da milanese parlo del Sesia e dei suoi affluenti, delle Sture e di ciò che si può trovare nell'arco alpino occidentale, dell'Adda superiore di cui non vedo livelli nevosi interessanti per canoa, ci sia ben poco da fare quest'anno. I laghi lombardi, che come bacini sono lo specchio della situazione idrica generale, sono con livelli molto al di sotto dei minimi storici (http://www.laghi.net/) e se controllate afflussi e deflussi c'è da mettersi le mani nei capelli per la pochezza delle portate. Se mi chiedono dove sia possibile fare canoa fluviale rimango perplesso e ammutolito.
Se qualcuno ha notizie positive della neve, in qualche parte delle Alpi, seguendo la partizione in allegato,  mi conforti perché qui proprio stiamo raschiando il fondo ...dei fiumi. Non vedo come potremo uscirne se non sfruttando quei due/tre giorni dopo le piene disastrose indotte da piogge torrenziali improvvise.

marco ferrario (eko):

Proprio vero Vittorio, che ne sarà di noi?
Aggiungerei anche il vento, in quarant'anni di vita canoistica lariana, mai così tanti giorni di foehn molto violento come durante questo inverno (ma le tempeste non ci sono state solo qui, guardate ad esempio il disastro sui monti del bellunese).

Da canoisti attenti e osservatori, ci dovremmo rendere conto, più di altri, del cambiamento climatico provocato dall'uomo, che sta distruggendo il pianeta.

Dovremmo accogliere e condividere il messaggio di Greta e di tutti i ragazzi che oggi stanno giustamente manifestando contro l'ottusità di molti governanti complici e responsabili del cambiamento in atto.
Gli scienziati ci dicono che siamo ormai prossimi a processi catastrofici, che condizioneranno pesantemente la vita.
Una politica che non agisce è una politica da combattere.
Politici che osannano lo stile consumistico stanno portando il  pianeta verso la catastrofe.
Non possiamo più permetterci e limitarci a vedere che è sempre più difficile pagaiare dobbiamo comprendere che il problema è ben più vasto e globale e occorre agire subito.
Viva Greta e tutti i ragazzi che sanno ascoltare il respiro del pianeta e in queste ore stanno manifestando la loro indignazione, lanciando un forte grido di allarme.
Per cambiare il mondo c'è ormai poco tempo.

Andrea Ricci:
Parole opportune, Marco Ferrario, le condivido.
Una quindicenne, già oggetto di derisione dei soliti disfattisti in buona fede e dei soliti squali in mala fede, ci sta dando speranza.
Occorrerebbe diffondere piccole idee positive, piccoli comportamenti replicabili, esempi virtuosi e non sconvolgenti. Per fare breccia in questo nostro modo di vivere insostenibile.

Lorenzo Molinari:
ANCHE NOI siamo partecipi di questo modo di vivere insostenibile. Il problema non è solo “l'ottusità di molti governanti complici e responsabili del cambiamento in atto” o le multinazionali o il vicino di casa modaiolo.

Ci fa troppo comodo questo stile di vita e ci sentiamo sollevati solo perché raccattiamo qualche bottiglia di plastica abbandonata sul greto del fiume o spiaggiata o perché la nostra vita appare frugale e alternativa.

Sostituiamo periodicamente le nostre canoe con modelli più recenti, con la scusa che tanto non vanno rottamate ma vendute e quindi ancora utilizzate, altrimenti andranno a riempire i nostri box, dove già ne abbiamo due, tre o più, ciascuna - ovviamente - per un uso specifico diverso, e ciò ci giustifica l’acquisto, oltre a svariate pagaie, PFD, paraspruzzi, ecc.

Ci siamo dentro fino al collo ma non lo vogliamo ammettere e diamo - come tutti – la colpa ad altri.
Compiere centinaia di chilometri in auto al fine settimana per godersi una discesa fluviale o una pagaiata marina nella natura, quando ci sarebbero posti altrettanti belli a distanze assai minori da casa, cos’è se non consumismo e inquinamento? Ci spostiamo da un fiume all’altro o da un mare all’altro o da un raduno all’altro come niente fosse. Siamo consumisti anche per la voglia di novità e nel voler vedere e “consumare” nuovi posti.

E che dire dei bei viaggetti con canoe appresso in giro per il mondo per vivere nuove emozioni in posti remoti e sentirsi dei piccoli esploratori?

Tutto ciò solo come canoisti e - analogamente - anche la nostra vita non da canoisti riflette lo stesso modello di consumo.
Chi passa i fine settimana nei centri commerciali potrebbe avere un impatto inferiore al nostro!
Anche i nostri armadi traboccano di roba: magari non firmata. Provate a contare quanti pantaloni o maglie o scarpe avete, includendo anche quelle per attività sportive, che tipicamente per un canoista che ama lo sport e la vita all’aria aperta non si limitano alla sola canoa, ma contemplano altri sport, ciascuno con le proprie attrezzature da rinnovare con le novità offerte dal mercato: attrezzature da bici, da trekking, da corsa, da alpinismo, da vela, da immersione, da sci, ecc.

Oltre ad apparecchiature fotografiche, GPS, cellulari, pannelli fotovoltaici, ecc. talvolta anche specifiche per ciascuna disciplina sportiva.

Magari oltre all’auto possediamo anche uno scooter per muoverci rapidamente e una moto per l’estate e - perché no - , alcuni di noi anche un bel furgone camperizzato, se non addirittura un camper dedicato, e se non lo possediamo è solo per una questione economica: quante volte ci abbiamo fatto un pensierino!

QUESTI SIAMO NOI, GLI EKO SOSTENIBILI, me compreso, per quanto abbia già fatto delle scelte drastiche in tal senso, come forse molti tra noi, ma probabilmente sono miope su altri miei comportamenti di consumo che preferisco non vedere. Fatto sta che i miei armadi traboccano ben di più di quelli della mia compagna per nulla sportiva ma amante del vestirsi bene e delle comodità, simbolo di un modello che vorremmo combattere e sradicare, e questa è l’amara verità!

Il Postatomico.

MarcoAlberti:
Bravo Lorenzo, qualcuno doveva dirlo. Ed è un passo avanti.

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