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Telefono Emilio Azzali (e/o figlio Andrea), pagaie.

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Vittorio Pongolini:
Lorenzo, l'aver messo quella foto di Oreste Perri negli anni d'oro (1974), in cui vinse i mondiali, mi ha stuzzicato. Ti inserisco allora un'immagine di un suo acerrimo rivale, Erich Pasch, Germania Ovest, che si classificò secondo nel 1974, sia nei 10.000 m che nei 1000 m. - allora erano gare un po' simili alla maratona attuale - e con cui ho avuto il piacere di pagaiare in Nuova Zelanda tre, anzi, ormai quasi quattro anni fa. Allego anche una scansione della premiazione dei 1000 m tratta dalla rivista "Canottaggio" - era una sola Federazione negli anni '70 e fino, mi sembra, al 1987 era parte della Federazione Italiana Canottaggio, FIC - che ho conservato da allora.
Erich è ancora un forte canoista che si cimenta in tutte le discipline della pagaia sia in acque ferme che acque mosse, e che si sposò con la campionessa tedesca di slalom. Vive e lavorò all'AUDI di Ingolstadt come ingegnere e ogni tanto lo sento ancora.

Lorenzo Molinari:
Quel numero della rivista Canottaggio dovrei averlo ancora anch'io, e mi ricordavo le foto che hai pubblicato.
Dopo l'argento di Dezi e La Macchia in C2 alle Olimpiadi di Roma nel 1960, l'italia per lunghi 14 anni non fece più alcun risultato di rilievo in canoa a livello mondiale fino alla scuola cremonese con il quattro volte oro ai mondiali Oreste Perri in K1 e con Merli e Sbruzzi, argento in K2 ai mondiali sui 10.000 m.
Allora le carriere degli atleti duravano poco, si ritenevano vecchi atleti già a 30 anni, altro che l'inossidabile e pluricampionessa Josefa Idem!! La carriera agonistica di Oreste terminò nel 1977 a soli 26 anni (anche per motivi economici). Poi nel 1981 si portò alla ribalta internazionale in discesa fluviale il fuoriclasse vigevanese, poi pluricampione del mondo Previde Massara Marco, dopodiché l'Italia poté vantarsi di grandi atleti a livello mondiale e olimpico, per quanto in molti casi soprattutto frutto del solo sacrificio individuale, più che di una programmazione federale mirata a motivare e far crescere gli atleti più promettenti.

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