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Tragico naufragio

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Giuseppe Coduri:
Tragedia terribile. Al di là di altre osservazioni tecniche (meteo, modello del natante, ecc.) un aspetto che spesso viene sottovalutato è proprio il vestiario: ricordo che pochi anni fa, sul lago di Mergozzo, un canoista, rovesciatosi a causa del forte vento che si era alzato improvvisamente, morì per un arresto cardiaco causato dal freddo, giunto a pochi metri da riva. E ancora: ricordo due atleti, durante una gara di maratona in una ventosa domenica di febbraio, svenuti per il freddo dopo un bagno fuori programma. Insomma, spesso, soprattutto tra i canoisti che praticano canoa velocità o maratona, è diffusa l'abitudine (vezzo?) a coprirsi poco, quasi per mostrare (o temprare) la propria resistenza al freddo. Va bene finché non ci sono imprevisti, ma poi.. Tra l'altro, in montagna (ad esempio) posso portare una giacca nello zaino e metterla all'occorrenza, in canoa no.
Su un fiume le sponde sono quasi sempre vicine e (a parte gole impervie) si riesce sempre a trovare un rifugio in caso di problemi; in lago e in mare le cose possono diventare drammatiche.

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