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Marinizzare un kayak di acqua dolce

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nolby:
Io aggiungerei le cime perimetrali e due elastici per fissare in coperta degli oggetti (bottigia d'acqua, paddle float,...).

Facci sapere come procede il progetto che anche se non ne ho le capacità sono sempre curioso...

marittimo:
Grazie per gli interventi.

@ RobertoB
La modifica di volumi e linee di carena non mi spaventa, anzi, è la parte più interessante  ;)
Ho già progettato e costruito un catamarano, per cui a certi calcoli e verifiche sono ormai abituato.
Inizialmente avevo l’intenzione di partire da zero anche con il kayak, ma dopo aver concluso il progetto ho preferito lasciar perdere per mancanza di tempo e soprattutto di spazio.
Avevo illustrato l’idea nella discussione di un altro forum, dove mi ero iscritto quando realizzai una canoa canadese in strip planking

http://www.kayakinlegno.com/forum/viewtopic.php?f=63&t=4113

A conti fatti, l’idea di “marinizzare” un kayak esistente è anche molto più economica perché, a parte l’acquisto iniziale e un barattolo di vernice per concludere, ho già in casa tutto il resto del materiale avanzatomi da precedenti lavorazioni.

Gli interventi sono praticamente speculari (prua e poppa) per cui la distribuzione dei pesi statici e il baricentro di carena non subiranno modifiche rilevanti.
L’aumento di lunghezza renderà il kayak più veloce aumentando i coefficienti di finezza, ovviamente riducendo la manovrabilità anche per le estremità molto affilate.
Gli aumenti di volume, comunque limitati a circa un paio di litri a prua e a poppa, riguardano per lo più l’opera morta, per cui la linea di galleggiamento non subirà modifiche, anche se i miei 95 Kg di peso avrebbero gradito una maggiore galleggiabilità.
I raccordi tra le nuove e le vecchie linee riguardano circa 50 cm a prua e a poppa, cioè quasi nulla rispetto al lavoro che ci sarebbe partendo da zero.

La soluzione che proponi tu, cioè intervenire solo sull’opera viva aggiungendo lo skeg, mi ricorda il modello AM4 della BG Canoe (con lo stesso lavoro fatto anche a prua).
Il multistrato da 1/1,5 cm mi sembra però esagerato. Io pensavo a lame di compensato fenolico (okumè o betulla) da 6 mm laminate con due strati (per lato) di tessuto di vetro da 200 gr/mq.

Quella di addensare la resina con la farina non l’avevo ancora sentita.
È proprio vero che nella vita non si finisce mai di imparare  ;D

@ nolby
Cime ed elastici alla fine ci saranno, come in tutti i kayak marini che si rispettino.
Avrei anche intenzione di realizzare il gavone stagno di poppa, ma sarà una modifica da rinviare eventualmente all’anno prossimo.


Vittorio Pongolini:
Vedo che hai fatto un bello studio. Complimenti, allora, e buon lavoro. L'aspetto ludico della trasformazione (trasformare: dare una nuova forma) è una componente importante per appassionarsi al nostro sport. Dacci sotto allora, e facci sapere come diventerà la tua "Araba Fenice".

RobertoB:
@marittimo
Quello che scrivi non fa una piega, vedo che hai già considerato le problematiche che sollevavo, quindi sai come affrontarle.
Divertiti a smanettare sul tuo kayak.
E ben ritirovato anche di qua  ;)

marittimo:
Dritti di prua e di poppa laminati e da incollare al kayak.
Nel frattempo ho iniziato anche una pagaia (rigorosamente groenlandese)

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