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Enrico Francesconi e la sua Esplora

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marco ferrario (eko):
 Per la serie “STORIA DELLA PRODUZIONE DEL KAYAK ITALIANO”, cogliendo spunto da un recente intervento sul forum (http://forum.ckfiumi.net/index.php/topic,5306.msg20213.html#msg20213)
in cui è apparsa una fotografia di un kayak moderno ricavato malamente da un vecchio stampo di Francesconi, vorrei ricordare Enrico Francesconi e quel glorioso kayak Esplora (ne posseggo uno che resiste benissimo agli anni).
Allego qui due immagini ricavate dal deplian Francesconi dell'epoca (primi anni '80).
Guardate la cura nei dettagli dello splendido timone, il sedile anatomico smontabile e regolabile, i dettagli della pompa di svuotamento, ecc. ecc. Il deplian è in bianco/nero ma poi le infinite personalizzazioni dei colori dei kayak Francesconi stupivano sempre e volendo rendevano ogni kayak davvero unico... anche grazie a tutti quei brillantini e a creative e vivaci sfumature degradanti.
Nella seconda immagine allegata ecco i prezzi degli allestimenti e delle due produzioni: in kevlar e in diolene, perciò solo alta gamma … oltre trent'anni fa.
Inutile dire che la continua ricerca, lo studio e la sperimentazione di Enrico avevano portato alla realizzazione di prodotti senza paragoni, niente a che vedere con la maggior parte della produzione standardizzata dei nostri giorni, dove spesso si cura più il marketing, l'apparenza e la moda indotta dalle diverse “parrocchie”, a scapito della sostanza che Enrico conosceva bene.

nolby:
Rispondo io... anche se sono ignorante. Provo ad alimentare una discussione per vedere se saltano fuori cose interessanti da chi ne sa di più.

Pensavo che il diolene fosse un materiale composito di recente invenzione... ho invece letto che già negli anni '80 era diffuso.

Grossomodo quindi in questo settore la tecnologia negli ultimi decenni ha introdotto pochissime cose in questo settore a parte il carbonio (e forse il polietilene...che magari non c'erano ancora macchinari in grado di stampare pezzi delle dimensioni di un kayak).

Ho passato ore ed ore su google a leggere e documentarmi un minimo prima di scegliere cosa acquistare sia sul mercato del nuovo che dell'usato.
Ho notato una certa tendenza ad estremizzare le forme nei kayak di recente produzione rispetto a quelli di qualche decennio fa che si trovano sui mercati dell'usato e che, al mio occhio inesperto, si assomigliano un po tutti (non che se ne vedano molti).


Alcuni hanno delle punte a poppa e a prua moolto pronunciate e sollevate (vedi Greenland della Nautica mannino ed alcuni Qajaq, sembra vogliano assomigliare a delle gondole);
Altri riducono il più possibile queste sporgenze fino ad eliminarle totalmente, avendo in acqua tutta la lunghezza del kayak o quasi (come il diffusissimo tiderace pace 17, che pare tra i kayak più apprezzati o il genius di Mannino).

Mi sapete dire cosa cambia come comportamento adottando l'una o l'altra soluzione?
Da dove nasce l'esigenza di avere queste forme che, ovviamente in acqua avranno comportamenti ben diversi, per delle barche che devon fare la stessa cosa, nello stesso ambiente?


Non credo siano scelte casuali, o solamente estetiche, dato che oggi è facile fare a bassi costi previsioni di fluidodinamica a computer in tempi rapidi e con costi relativamente contenuti (anche modificando forme e proporzioni in corso d'opera per aumentare l'efficienza) rispetto a 30 anni fa quando dovevi costruire un prototipo e metterlo in una galleria per una simulazione "reale" per cui c'è magari più possibilità di ottimizzare le forme. Ma questo credo io, magari nessun produttore si è mai sognato di far analizzare il suo progetto ad un ingeniere esperto di fluidodinamica, o di metterlo in una galleria del vento.

renzo monelli:
Ero amico di  Francesconi e ho avuto la fortuna di usare molte delle sue canoe da torrente, veri capolavori di manualità e inventiva. Considerate che costruiva i kayak unendo fibre di vetro, diolen e kevlar e realizzando una cellula di sopravvivenza per cui, se il kayak si accartocciava, rimaneva indeformabile l'abitacolo. Delle mirabili "formula 1". Delle sue splendide realizzazioni ho posseduto, ad esempio, 5 pig, barca corta ad alto volume, fondo tondo, veloce sicura ed un eskimo mai visto. Salti sui sassi, strisciate da fuoco, zero riparazioni. L'ultima pig che ho avuto era spessa quasi un cm, in kevlar ed epossidica. Mi disse " at po' butala su dal pogio" puoi buttarla giù dal balcone. Indistruttibile per 25 kg di peso. Però era lunga 280 cm ed allora era corta. Quanta nostalgia.....le barche avevano un'anima e io 34 anni di meno. E Enrico c'era ancora ad arricchire il nostro piccolo universo come costruttore, canoista, silenzioso e generoso amico.  I kayak oggi sono un po' tutti uguali; vanno tutti bene, qualcuno meglio in qualcosa, qualcuno meglio in altro. Sono convinto che a fare la canoa sia il canoista e sopratutto la sua testa e la sua passione. Ciao

santino spada:
Cerco di rispondere a Nolby sulle diverse forme e materiali dei kayak .
Le forme , dall'originale stile Grenland e Aleutino derivano quasi tutti i kayak da mare , negli ultimi anni e entrata anche quella polinesiana per qui hanno tolto il bilanciere e sono diventati surfsky . la forma base delle chiglie  è il tondo ed il piatto a 4 facce dei grenland.
Il tondo più o meno largo e quello che da meno problemi nella navigazione , ha sempre il baricentro in basso e sente meno le onde laterali , poi nell'evoluzione dei kayak ne sono scaturiti di tutti i tipi coni fianchi più o meno diritti , il tondo era prediletto dagli Aleutini che facevano lunghi viaggi e fa lavorare molto meno il corpo .
I Grenland sono più manovrabili ma il corpo lavora molto di più e ti stanchi prima , questo l'ho provato direttamente coi 2 kayak che ho costruito in legno . Se vuoi vederli cerca in internet NON SOLO PAGAIE , poi ci sono quelli ancora più chigliati tipo Sorius o Baidarka che mantengono molto la direzione , ma quando devi girare è un pò dura.
Le punte e le code a parte i  vari disegni non è che cambiano più di tanto è estetica , quello che devi guardare è l'opera viva quella che lavora in acqua , il loro volume in punta e coda e quello che determina l'oscillazione longitudinale , io mi ricordo molto bene che con un Nordkap che ho avuto sulle onde alte sembrava che non avevi sostegno dietro e più di una volta ho pensato adesso scivola indietro.
Cosa che con il Baidarka da me costruiti su disegno USA derivato dai kayak Aleutini è impossibile , poi il grosso volume posteriore azzera il beccheggio longitudinale ed il kayak tende a rimanere piatto .
Ultima evoluzione che ho visto anche se è un poco di tempo che sono stati costruiti , sono i Rockpol che abbinano alla formadella chiglia una parte piatta centrale  , addirittura ne Taran sembra che siano passati con una fresa .
Questo secondo me gli da una manovrabilità maggiore anche se hanno la forma dei kayak tradizionali con chiglia tonda , cosa provata coi kayak da fiume quando si è passati da chiglia tonda a piatta.
Riguardo hai materiali oramai si sono evoluti , io pero mi ero innamorato del Baidarka in lego e l'ho costruito , è il mio prediletto quando vado in mare anche grosso .
Nei materiali poi ci sono degli abbinamenti tra kewlar carbonio e altre fibre tutto per fare rigidità e sicurezza , poi una cosa che in Italia si fa ed all'estero no , è il peso qui si tende ad alleggerire il kayak , mentre il kayak da mare ha bisogno del suo peso .
Atra cosa che ti posso dire che quelli fatti solo in carbonio , sono più a rischio , si molto rigidi e belli , ma diversi si sono rotti all'altezza del gavone anteriore in sbarchi non proprio puliti.
Spero di essere stato esauriente , altra cosa che mi sono dimenticato di dirti , che quelli in legno isolano e in inverno non sono così gelidi.
Ciao ciao a tutti .
BUONE PAGAIATE

nolby:
Cercando su internet pare che in germania sia ancora in vendita:

http://www.kod-store.de/Boote/Kajaks/Tourenboote/Francesconi-Canoe-110/Esplora-Messeboot.html

http://www.wasser-wind.de/kajakeiner/500910966a0f5f901.php

http://www.kajak-huette.de/Francesconi-Esplora-rot.html

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