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Le responsabilità civili e penali degli accompagnatori.

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francesca gastaldi:
Scusate ho dimenticato di segnalare questo sito.  Parla di montagna ma può essere equipollente al nostro caso.
http://www.jusmontagna.it/jus_montagna%20-%20contributi%20dottrinali_i.aspx

francesca gastaldi

Vittorio Pongolini:
Accidenti che valutazioni, ragazzi! Torno da qualche giorno al mare a pagaiare (poco, troppa pioggia e mare mosso-agitato. Serviva la canoa da torrente e qualche compagno di discesa piuttosto che il KdM...), e mi trovo delle risposte tanto complicate quanto esaustive.

Tirando le redini del discorso, mi sembra di capire che si possono presentare diverse situazioni per ogni "Sistema di incontro per la pratica sportiva della Canoa Kayak". Partiamo dalle più definite:

a) in caso di Raduno (chiamato proprio così) aperto a chiunque, iscritti e non iscritti ad ASD, qualora si firmi una liberatoria in cui si ammette di avere adottato tutte le norme, attrezzature e condizioni personali di sicurezza, nonché di avere le capacità per affrontare tutte le difficoltà che si presentano sul percorso, si manlevano gli organizzatori da qualsivoglia responsabilità di natura civile e penale. Il pagamento di una quota di iscrizione, certifica questa condizione.

b) in caso di Uscita Interna di ASD o Club di Canoa (da Calendario) iscritta a FICK e UISP, si può evitare di far firmare delle liberatorie e  la polizza assicurativa de Responsabilità Civile, prodotta dalla UISP, copre i danni vs. terzi, (ma solo quelli), e quindi, anche in qs. caso, se succede qualcosa a qualcuno, con l'adozione di tutte le norme di sicurezza, attrezzature etc. come sopra per il Raduno, l'organizzatore-accompagnatore interno viene automaticamente manlevato dalle responsabilità ed esautorato della propria logica condizione di "canoista più esperto". Forse il pagamento di una iscrizione simbolica (1 € o meno), lo può far diventare "Raduno" ed allora si migliora comunque lo status giuridico (vedi punto a) ).

c) in caso di Uscita Interna di ASD, da Calendario o non da Calendario a cui si aggregano terzi non iscritti alla ASD, se si adottano le sopravviste norme di sicurezza, anche in questo caso, non ci sono responsabilità né da parte dell'organizzatore-accompagnatore, né da parte del Presidente della ASD (credo sia meglio, a questo punto, che all'inizio dell'anno il Consiglio di una ASD riporti a Verbale che in tutte le uscite interne sono adottate tutte le norme di sicurezza, bla bla bla..., e forse è meglio sia scritto anche per i club che praticano esclusivamente agonismo). Il Certificato Medico per la Idoneità alle Pratiche Sportive però forse gioca un ruolo importante (altra condizione da valutare...mamma mia!)

d)per il caso dei "cani sciolti" (lo possiamo essere tutti in qualsiasi momento si decida di fare una uscita in canoa con amici, estemporanea e non organizzata, cioè è ciò che accade nella maggioranza dei casi) , forse il discorso è un po' più complicato perché non esiste a monte una predeterminata situazione di norme scritte interne ad una ASD o Raduno. Allora in qs. caso si è nelle mani del Giudice che deve accertare che si siano adottate le norme di sicurezza, bla bla bla. Quindi qui salta fuori la miglior tutela del canoista-kayaker iscritto ad una ASD rispetto al non esserlo poiché a monte si è più tutelati (questo è un punto in più importante, molto importante per l'associazionismo e sarebbe bene che FICK, UISP e FICT (anche se quest'ultima fa parte del CSPT della FICK o mi sbaglio? Gengis aiutami...) indaghino e diano delle importanti indicazioni  al riguardo a tutte le ASD. Cioè i "cani sciolti" iscritti ad un club sono per così dire, ma solo figurativamente, "cani al guinzaglio" perché iscritti ad una ASD e quindi tutti i soci hanno meno responsabilità personali civili e penali in caso di incidente in gruppo piuttosto che i  non iscritti a nulla. 

e) per gli Insegnanti di canoa kayak (tutti i titolati), vale il discorso di tutela della FICK-UISP sopra menzionato se le Scuole sono da loro riconosciute. O forse qualche Insegnante di C. - K. professionista può riferire che sistema adottano loro.

Io, noi, abbiamo provato a definire queste situazioni di responsabilità per i gruppi, ma, vivaddio, vorrei in primis delle conferme e poi che le nostre Organizzazioni Sportive Nazionali di Canoa Kayak, a tutti i livelli, fossero più esaustive nel chiarire queste attribuzioni di oneri civili e penali. Ne vale davvero la pena per lasciare spazi di manovra alle ASD e ai loro iscritti, e, non ultimo, per aumentare il valore dell'associazionismo. Non pensate che la FICK (CSPT), o la UISP o FICT debbano fornire delle norme da adottare corredate da moduli "on line" standard per tutti questi,  "Sistemi di incontro per la pratica sportiva della canoa kayak" per le ASD e per i loro iscritti, e che delle soluzioni definitive sarebbero tanto utili quanto doverose, visto anche che tra i primi punti riguardanti la sicurezza  nella pratica sportiva della C.-K. si fa sempre menzione che "si pagaia sempre in compagnia"?!? La R.C. (Responsabilità Civile) riguarda solo una piccola parte delle responsabilità che incombono sul canoista-kayaker e probabilmente i casi di eventi da R.C. sono tanto rari quanto impossibili. E' molto più frequente, purtroppo, che si verifichino incidenti per i quali valgono i discorsi fin qui riferiti in questo topic.

francesca gastaldi:
Sul sito della FICT si parla in proposito alla pagina: http://www.canoa.org/federazione-italiana-canoa-turistica.php?id=1330945357&cat=1330938670&opened=1330945357
francesca gastaldi

GP:


Mi fa piacere che si affronti questo argomento tanto trascurato quanto importante. Mi trovai ad approfondirlo in occasione di una richiesta danni verso l'Associazione canoistica no-profit in cui al tempo rivestivo i ruoli di dirigente ed istruttore. Benché si trattasse di un incidente banale, la relativa gestione si rivelò dispendiosa in termini di tempo. La vicenda, comunque, si risolse bene nell'arco di qualche mese grazie anche al supporto di Giampiero Russo di UISP Area Acquaviva.

Se da un lato come cittadini dovremmo conoscere il Codice Civile (la Legge non ammette ignoranza), dall'altro questo non è molto immediato e leggibile. Pertanto, mi piacerebbe vedere Enti e Federazioni rendere l'argomento più fruibile. Un ottimo inizio potrebbe essere la pubblicazione di un opuscolo scritto in un linguaggio accessibile da parte di un Avvocato da consegnare a ciascuna Associazione affiliata ed ai relativi istruttori. Quando si prende la patente insegnano sia a guidare la macchina sia le responsabilità che il guidatore si assume verso i propri passeggeri e gli utenti della strada. Perché non avviene lo stesso nel nostro sport?

Sotto trovate un elenco di link che reperii nel web alla luce di quanto imparato durante la vicenda e delle delucidazioni legislative di un assicuratore. Consiglio di leggere attentamente il primo documento che, grazie alla sua chiarezza, facilità la lettura di quelli successivi.


Responsabilità Civile e Penale degli Istruttori (Avv. Filippo Gorreta – CAI Monza)
http://www.caisem.org/public/Didattica%5CISTRUTTORI%5COcchi%20aperti%20-%20Responsabilita%20in%20montagna.pdf

La Responsabilità dell'Istruttore e dell'Allenatore Sportivo
http://www.professioneacqua.it/diritto-e-giurisprudenza/la-responsabilita-dell-istruttore-e-dell-allenatore-sportivo.html

Responsabilità Civile e Penale dell'Istruttore
http://csencatanzaro.jimdo.com/responsabilit%C3%A0-civile-e-penale-istruttori-e-gestori-impianti-sportivi/

Responsabilità Personale del Presidente di una Associazione Sportiva Dilettantistica (Civile, Penale e Patrimoniale)
http://www.studiolegaletamburrano.it/public/responsabilita_presidente_asd.pdf

La Responsabilità Personale (Civile, Penale e Patrimoniale) del Presidente di una Società Sportiva
http://www.unasci.com/web/dmdocuments/relazioni_convegni/nazionali/3a/Relazione_Morici.pdf



Ad integrazione dei links:

Rischio Implicito del praticante
Per la Legge italiana chi decide di intraprendere una determinata attività sportiva deve assumersi un rischio implicito del quale, comunque, deve essere informato da coloro che sono più esperti (l'Associazione/istruttore/accompagnatore). Il momento ideale è all’atto di iscrizione fornendo un documento che spieghi i rischi delle nostro sport e chiedere di firmarlo per presa visione. Non si tratta di una lettera di Manleva ma di un informativa, tipo quella della Privacy.
Per esempio, se un associato durante il trasbordo a piedi della trancia si rompesse una gamba ed accusasse l'Associazione di negligenza, difficilmente troverebbe ragione in quantociò rientra nei rischi impliciti dell'attività sportiva che sta svolgendo e che ha volontariamente deciso di intraprendere dopo essere stato debitamente informato (la funzione è la medesima delle scritte "il fumo fa male" posti sui pacchetti di sigarette). La morte non è mai annoverabile tra i rischi impliciti perchè tale evento ricade nel Diritto Penale.

Lettera di Manleva
La lettera di manleva ha scarsissimo valore legale, pertanto non solleva da responsabilità associazioni/istruttori/accompagnatori. E' solo uno strumento per mettere in guardia ma, sempre e comunque, contestabile in caso di incidente.

Minorenni
Sotto i 18 anni si è considerati minorenni ma esiste una sottodistinzione: il compimento del 16esimo anno comporta l’assunzione della capacità legale che corrisponde al pieno raggiungimento delle facoltà intellettive e volitive. Pertanto il soggetto, benché ancora minorenne, è in grado di assumersi il rischio implicito. Coloro più giovani di 16 anni, non avendo raggiunto la capacità legale, non possono assumersi il rischio implicito. Tra maggiorenni l'onere della prova ricade sempre su chi muove accuse. In caso di coinvolgimento di un minorenne, l'onere della prova ricade sempre sul maggiorenne accompagnatore/istruttore/più esperto.


A presto,
Gianpiero Revelli


Roby Bobby James 007:
Ciao Toio e grazie per aver aperto questo dibatito, sono Bobby del CFM (Canoa Fluviale Martesana) avevi parlato con me sul Vara  :-)


Spero che questa discussione diventi costruttiva per tutti, dai vertici, alle associazioni sportive, agli istruttori, a tutti i canoisti. In caso di sinistro non si può essere ignoranti davanti agli articoli del codice civile e/o penale.

Il CFM è da tempo che sta cercando di operare in questo senso, cercando di sensibilizzare i propri soci, stilando prontuari  e suggerimenti durante le uscite di club. Sarebbe bello incontrasi per decidere insieme delle "regole basi" in merito le uscite sociali e non...sarebbe bello poterci confrontare e cercare di operare al meglio per la tutela e la sicurezza di tutti.

Colgo l'occasione per ringraziare tutti, in particolare l'amico Giampiero che in passato dedicò parecchio tempo per ottenere info in materia.

La mia mail: comunicazione@canoamartesana.it

ciao a presto Bobby

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