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Le responsabilità civili e penali degli accompagnatori.

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Vittorio Pongolini:
Ciao a tutti, sia fluviali che marini. Vi saluto entrambi in questo mio ultimo intervento  del 2013 di cui, lo ammetto, non è proprio una gioia parlarne in periodo di felici festività, perché quello di cui voglio saperne di più  riguarda proprio tutti coloro che accompagnano dei gruppi di pagaiatori. L'ho inserito nel fluviale perché, mannaggia,  ci sono stati negli ultimi anni molti più incidenti nella fluviale che non nella marina. E parlo di incidenti seri, in cui si può anche perdere la vita.
Da un po'di anni si sente parlare delle responsabilità di natura civile e penale di chi organizza ed accompagna, da chi insegna e induce a provare ciò che si è appreso a canoisti e kayaker  e alle inevitabili responsabilità  riguardanti le norme dei due diritti civile e penale se malauguratamente dovesse accadere qualche tipo di infortunio ai partecipanti di un raduno di canoa-kayak o di uno stage di insegnamento delle tecniche della canoa - kayak.
E' un problema serio che fa affiorare non pochi pensieri a chi organizza manifestazioni di canoa. Non solo si osserva che l'organizzatore o il generico insegnante di canoa- kayak (a tutti i livelli, visto che c'è una miriade di titoli di "insegnante di canoa-kayak" e ci si perde...)  riducono le difficoltà dei livelli di insegnamento, ma addirittura rifuggono dalle proprie velleità organizzative per evitare qualsivoglia tipo di rischio. Non è difficile capire che chi ci rimette sono soprattutto le Associazioni Dilettantistiche i cui abili insegnanti, non avendo alcun tipo di tornaconto, non intendono assumersi alcun tipo di responsabilità. E' un problema invece meno sentito dai professionisti che qualche rischio se lo possono anche permettere perché hanno un tornaconto. 
Gira la voce che "il più esperto del gruppo, per la Magistratura, è comunque il responsabile" qualora dovesse succedere qualcosa: allora, stante questa condizione, tutti dovrebbero tendere al ribasso delle proprie capacità, con conseguente detrimento e rischio maggiore per chi partecipa ad una discesa, raduno o sessione di canoa - kayak. E le Associazioni si trovano a subire loro malgrado una involuzione preoccupante invece che una giusta evoluzione tecnica per i propri iscritti.
E accade, al colmo dei colmi, che ai raduni si tenda a togliersi dalle proprie responsabilità organizzative facendo finire nel momento in cui nascono gli stessi - è successo, è successo... - e poi son cavoli vostri. E si dice che i generici foglietti fatti compilare dai partecipanti per manlevarsi dalle imputabilità di natura giuridica dove "non si danno colpe di qualsiasi tipo agli organizzatori.. firma per i maggiorenni e controfirma dei genitori per i minori" a ben poco servano se ci scappa l'affogato... .
Insomma è un bel labirinto di opzioni con rischi non indifferenti per chi ci casca. Ricordo di aver parlato al Raduno del Vara autunnale di un paio di anni fa con un responsabile dei corsi del Canoa Club Martesana (o Polisportiva Martesana, non vogliatemene) che mi spiegava che avevano interpellato un legale che gli aveva sconsigliato vivamente di accogliere qualsivoglia aggregato non iscritto alle uscite sociali del loro club per evitare grane grosse e che la cosa gli dispiaceva ed  era, ovviamente, tanto opinabile quanto irrealizzabile.
Insomma, chi spiega al forum  come comportarsi per evitare le gravi imputazioni che ne deriverebbero in caso di incidente? Come se ne può venire fuori se anche l'uscita di due-tre canoisti o kayaker può diventare rischiosa oltre che per le difficoltà oggettive anche per quelle soggettive riguardanti il Codice Civile o  Penale degli ipotetici "migliori del gruppo"? Come dobbiamo chiamare i "Raduni" per dargli una veste scevra di responsabilità per chi li organizza: meeting, riunione, happenning, incontro, adunanza, simposio etc...? Dobbiamo diventare tutti dei pagaiatori solitari?
Se avete delle soluzioni al riguardo esponetele perchè per i cosiddetti "Cani Sciolti", per le A.S.D. (soprattutto), per le Scuole di Canoa-Kayak e per gli Organizzatori di ciò che ora si chiamano "Raduni" ma-forse-non-va-bene-chiamarli-così è un problema. Non solo per il disperato che, per sua infinita sfortuna, si è fatto un gran male o molto peggio, ma anche per chi, malauguratamente, si trovava a condividere in quel momento questa sua disavventura.
Vi auguro, comunque sia, per domani, 31.12.2013,  un Felice 2014, ricco di fantastiche pagaiate!

marco iezzi:
Provo a dire la mia
Innanzitutto credo ci sia una sostanziale differenza tra il mare e il fiume
In fiume si corrono molti rischi e bisogna aver conseguito dei corsi a vari livelli,potrebbe essere difficile  per gli organizzatori valutare le effettive capacita'di un partecipante se non lo si conosce prima, quando ci si accorge di avere a che fare con un dilettante,può essere troppo tardi
In mare le cose sono un po diverse,gia' dalle prime pagaiate mi accorgo se un partecipante è in grado di affrontare il programma previsto,inoltre le condizioni sia del mare che dei venti si possono prevedere in netto anticipo
E' ovvio che parlo di raduni che prevedono un certo impegno sia tecnico che fisico
Credo sia giusto far firmare il modulo che prevede lo scarico di responsabilità degli organizzatori a sostegno di quanto detto prima,non so però quale valenza possono avere
Le modalità con cui si organizza un raduno,possono costituire una differente valutazione in caso di incidente
Se faccio pagare un iscrizione,indipendentemente dall'importo ( anche solo rimborso spese ) potrebbe entrare in gioco una responsabilità oggettiva dell'organizzatore
E' un argomento comunque  interessante che dovrebbe essere approfondito

Saluti e un  Buon Anno 2014

Marco

marco iezzi:
questo link,anche se si riferisce a raduni ciclistici,sono riportate normative che potrebbero interessare anche attività canoistiche

http://fiab-onlus.it/assofiab/gite.htm

Marco

francesca gastaldi:
Ciao Vittorio,
buon 2014 a te e a tutti i partecipanti del forum.
L'argomento che tratti è interessante e devo dirti che non poche volte ci siamo posti le stesse domande anche e soprattutto a livello associativo. Non ho approfondito dal punto di vista legislativo la questione, cosa che andrebbe fatta! Ma sono convinta che non troveremmo molto. Sicuramente c'è chi può dirti più di me, ma intanto ti dico quello che nel tempo ho potuto capire e sapere. Non molto in realtà. Cmq l'organizzazione dei raduni è quella che dovrebbe preoccuparci di meno in questo senso. Se organizzo un raduno come associazione secondo la prassi prevista (cioè sono affiliato ad un ente di promozione sportiva o ad una federazione) al quale ho dichiarato che in quel giorno a quell'ora, in quel posto, io organizzo un raduno, in questo caso i partecipanti sono coperti da una assicurazione messa a disposizione dall'ente al quale siamo affiliati. Queste assicurazioni, come tutte le assicurazioni, prevedono determinati tipi di coperture e franchigie. Pertanto sarebbe utile informarsi quali sono quando si fa un affiliazione. Ovviamente chi conduce il raduno deve farlo nei termini e nelle modalità tali da garantire la sicurezza anche se questo fino ad oggi io non l'ho trovato scritto da nessuna normativa purtroppo è affidato tutto al buon senso (e qui ci sarebbe tutto un altro discorso da aprire,  ma lasciamolo da parte per il momento). Dico purtroppo perché sembra che di buon senso non ce ne sia molto in giro! Và da sé che per organizzare un raduno chi organizza ha tutto l'interesse a farlo cercando di garantirsi una giornata tranquilla o comunque una giornata alla portata di chi la organizza. Quindi questo significa far portare a tutti i partecipanti un salvagente (previsto dalla legge) poi se questo lo indossa o no è un suo problema. Sul fiume del resto non credo che ci sia qualcuno che rifiuti di indossare un salvagente. Tralascio i miei pareri a riguardo perché non hanno rilevanza in questa sede. Per tutto quello che può accadere è chiaro che l'associazione e chi organizza ha la coscienza pulita e ha fatto tutto quello che era nelle sue capacità per evitarlo o per prestare soccorsi non ha nulla da temere se non una serie di rogne burocratiche.
Per quanto riguarda le uscite come cani sciolti ritengo che sia normale che chi ha maggiore esperienza ha maggiori responsabilità (è così per ogni cosa). Tuttavia anche in questo caso non significa che ti debba sostituire a colpe che non sono sue. Nel senso che se ti sei adoperato perché tutto vada per il meglio non puoi essere accusato di niente anche se sicuramente sarai chiamato a testimoniare e dimostrare la buona fede del tuo intervento.
Questo è il motivo per cui La navigazione del kayak marina e fluviale, la scuola e la formazione ect.. (tutto in pratica riguarda la canoa è ancora alle origini) sono oggi oggetto di dibattito e si spera che il dibattito possa essere trasferito alle federazioni. Questo è il motivo per cui si discute di salvagenti e patentini ect…. Per un scarico di responsabilità che non è indifferente. Questo scarico di responsabilità non riguarda solo le guide e le associazioni  ma anche gli enti a cui ci affiliamo e le federazioni. Nessuno vuole avere sulla coscienza storie di incidenti e nessuno sopratutto vuole essere accusato di non avere fatto tutto quello che si poteva per evitarlo. Questo spiegherebbe perché occorre regolamentare. Resta da capire quanto e fino a che punto regolamentare. Questa non è cosa facile che può essere fatta dall'oggi a domani e può farla chi ha esperienza nel campo dell'organizzazione sociale canoistica.
Ti dico che non c'è raduno che organizziamo in cui non si presenti qualche soggetto senza salvagente. Se poi glielo fai notare ti risponde pure prendendoti per un rompiballe! E' vero la legge non obbliga ad indossarlo ma obbliga di averlo a bordo. Perciò per quanto mi riguarda, nelle vesti di associazione che organizza chi partecipa deve almeno averlo con sé. Se poi succede qualcosa e chi non ha voluto indossarlo è responsabile della sua idiozia. Io non posso intervenire come dovuto mentre affoga perché non ho punti di appiglio per sollevarlo dall'acqua e questa non è colpa mia. E' colpa mia però se non lo ho avvisato di portare il salvagente e…. ritengo, anche, se non gli ho impedito di partecipare al raduno non avendolo portato. Infine bisognerebbe vedere se il regolamento dell'ente a cui l'associazione è affiliata stabilisce qualcosa a riguardo. Potrebbe anche darsi che sia obbligatorio indossarlo e se non lo indossi l'assicurazione non paga.
Ovviamente i motivi di incidente possono essere tanti e le accortezze da usare per garantire la sicurezza molte quindi parlare solo di salvagente è riduttivo, ma è già un esempio calzante.
Purtroppo occorre affidarsi al buon senso perché regole chiare e specifiche non ce ne sono. Sò che ci si stà muovendo, molto lentamente per farle, ma come al solito in un paese come il nostro, dove tutti sono divisi da opinioni personali e dalla allergia alle regole...
francesca gastaldi

Luciano Bovo:
è un'Appunto sul quale non si dovrebbe sorvolare, data la grande incidenza che occupa sia l'organizzatore, sia la guida a livello fluviale, dove anche la ben minima distrazione, può essere non indifferente, e molti canoisti spesso e volentieri ciò non valutano le proprie caratteristiche, o meglio anzi peggio i propri limiti,ci si appoggia alle esperienze del fiume , o torrente che si conosce a memoria, e poi tutti uguali, o come si dice proviamo, tanto ci recuperano, è vero, chi firma sa cosa firma quando scende, se ipotesi ci si fa del male o peggio, si fa anche del male ad un'altro CAnoista, Chi Risponde, Oggettivamente e  Fisicamente, poi Penalmente. Chi?Auguri di Un'Anno di Felicità e Gioia. Luciano.     

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