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Gavoni sì... ma stagni!

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Vittorio Pongolini:
“ ..Ma dove cavolo è andata a finire la spugna…. in quale gavone l’avevo messa… non la vedo… . Ahh, eccola qui che galleggia, la fetente… s’era nascosta in fondo al gavone di poppa…. vieni qui…!”

Stanco di dover togliere quell’acqua che con mare mosso arriva a far galleggiare ciò che si stiva, insinuandosi  coatta nei gavoni, ho deciso di intervenire, usando la testa,  per porre fine al rito d’asciugatura di tutta quell’ acqua in eccesso, salata o dolce che sia, e che aumenta il peso del mio leggerissimo Kayak da Mare anche di alcuni chili. 

Le condizioni di risoluzione al problema di base sono:

a)deve essere un Sistema leggerissimo; 
b)deve costare pochissimo;
c)devo sfruttare le mie conoscenze nell’arte dei nodi con una scottina;
d)non devo fare fori sullo scafo e non voglio sporgenze;
e)non deve essere un sistema definitivo ed inamovibile;
f)deve durare ed essere rimpiazzabile;
g)deve essere stagno al 99% (il 100% è quasi impossibile con questi tappi in gomma, vedi punto i);
h)deve funzionare anche con tappi vecchi e polimerizzati.
i)per quanto possibile, non deve risentire delle variazioni di espansione dell’aria nei gavoni;

Per farlo leggero ho usato scottine da 4 mm, con due grilli a cetra e due puleggine semplici inox per ogni tappo (una sola per il 3° gavone). Per ogni gavone, il tutto peserà quindici o venti grammi.
 
Il costo è di poche unità di euro per ogni Sistema, forse meno di 10 (dieci per tre, trenta Euro).

I  nodi che ho usato sono la gassa d’amante, la gassa del kiwi (n.d.r.,la chiamo io così perché me l’ha insegnata il mio amico neozelandese John Longden, ma imparatela!, vi consente di fare la gassa precisamente dove volete voi su un settore di scotta lineare, senza usare troppa corda e con la possibilità di sciogliere il nodo con la stessa facilità della gassa d’amante) , il mezzo collo (due o tre per Sistema),  e, per aumentare lo sforzo di tensione di tre volte, ogni sistema è teso con un prusik. La scottina è meglio sia ruvida e pelosa per consentire di serrare ogni Sistema coi mezzi colli senza perdere tensione. E’ fondamentale però che i giri di circonferenza del tappo con la scottina siano due, per impedire che lungo la scanalatura ci siano zone scoperte da tensione attraverso le quali l’acqua si insinui.

Non ho fatto alcun foro nello scafo, anche se un strozzascotte per Sistema sarebbe stato comodo, ma ogni foro è un potenziale  introduttore di acqua, e poi non amo le attrezzature sporgenti sul KdM.

E’ possibile togliere tutto in un baleno e rimettere tutto altrettanto velocemente. Bisogna tirare un po’ la scottina quando si serra il tappo, quello sì, ma col prusik è più facile (sforzo che è tre volte quello normale!).

Tutto può essere riacquistato con facilità in qualsiasi negozio di nautica un po’ fornito e rimesso a Sistema. Non come i tappi dei gavoni, che quando si perdono o si forano costano parecchio e bisogna aspettare che arrivino comunque dal produttore che li importa dall’estero.

Il Sistema è tenace e stringe fortemente la gomma del tappo con la sagoma circolare od ovale in plastica  di accesso al gavone. Quando tirate la scottina si vede chiaramente che la stessa si tende, stringendo la gomma, e che garantisce una ottima adesione delle due parti. Da che mondo è mondo, tutte le guarnizioni sono in gomma… Per la assoluta impermeabilità, rinvio le considerazioni all’ultimo punto  i). 

Il tappo del gavone in genere è vecchio soprattutto superiormente: si crepa e si fessura perché rimane esposto al sole,  ed a questo stadio di  vetustà  e polimerizzazione è difficile da recuperare per garantire un Sistema  impermeabile. Quando è così va sostituito senz’altro. Ma è difficile che si fessuri dove scorre la scottina, nella scanalatura  di tensione. Lì è possibile  fare forza comunque perché si schiaccia e si chiudono comunque le fessurazioni dell’età. Quindi il Sistema gioca a favore della durata del tappo.

L’ultimo punto è il più delicato. Non ho provato il Sistema con un delta di temperatura elevato (una differenza di T°) tra acqua ed aria all’interno dei gavoni, come accade in primavera. Questa è la condizione che fa gonfiare (d’autunno)  o  sgonfiare (in primavera) i tappi dei gavoni più di ogni altra situazione,  che li rende visibilmente concavi o convessi, con il risultato che, per il caso di concavità,  l’aria nei gavoni, che prima era calda, col contatto del Kayak con l’acqua fredda diventa fredda anch’essa e si ritira, causando un vero sottovuoto che facilita enormemente l’assorbimento dell’acqua,  nel caso questa dovesse salire sulla coperta del KdM, cioè praticamente sempre, anche in lago. Se il Sistema dovesse non funzionare, cioè, se la tensione della scottina doppia non dovesse essere sufficiente nel garantire l’impermeabilità nel caso di forti pressioni di assorbimento, proverò a pre-condizionare l’aria del KdM, mettendolo in acqua, prima di chiudere col tappo il gavone e poi a mettere in tensione il Sistema. Vi saprò dire fra sei mesi.

Per il momento la cosa funziona bene e ora posso ritrovare la spugna dove l’ho lasciata. Ma non mi serve nei gavoni, solo nel pozzetto.

Vittorio Pongolini:
Quanti hanno capito l'utilità del Sistema?  Quanti hanno il problema dell'acqua nei gavoni?

francesca gastaldi:
Ciao Vittorio,
come stai?
ho avuto anche io il problema dei gavoni che sembra essere risolto dopo aver superato la questione della pressione interna che si forma nel gavone di cui anche tu parli. Ma acqua nei gavoni è un classico del kayak e mi interessa capire bene cosa hai fatto. Non mi è chiaro quando scrivi la seguente frase (perchè non sò cosa sono i grilli a cetra e le puleggine):"Per farlo leggero ho usato scottine da 4 mm, con due grilli a cetra e due puleggine semplici inox per ogni tappo (una sola per il 3° gavone). Per ogni gavone, il tutto peserà quindici o venti grammi."
Se ho capito bene in parole povere hai passato intorno al bordo del tappo una cimetta che allenti e tiri ogni volta che apri e chiudi il tappo? Potresti mostrarmelo in una foto?
francesca gastaldi

Vittorio Pongolini:
Ciao cara Francesca! Sto discretamente bene (stavo meglio in ferie...).
Temevo di essere stato un po' troppo tecnico nel spiegare il Sistema, un po' troppo marinaresco nei termini... e  che la miscellanea di troppe immagini, elaborate con Photoshop, fosse in realtà un minestrone...
Allora ora ho messo due foto grandi con didascalia, la prima con un grillo e la puleggia abbinata, e la seconda con il Sistema nella sua interezza, con le corde e i nodi che ho descritto.
Nella prima il Grillo è quello a sinistra, a forma evidente di cetra. E' un archetto di acciaio, molto robusto, con una bacchetta che si avvita sull'altro capo dell'archetto. A questo si abbina la puleggina inox (la carrucola) che serve per tendere la scottina. La puleggina è ben solidale con il grillo.
Ho fatto fare due (2) giri alla scottina intorno alla scanalatura tappo, affinché non passasse né aria né tantomeno acqua.

Vittorio Pongolini:
Vabbè, il precedente m'è partito. Questo è quello che stavo scrivendo completo (rimuovete il precedente amministratori, please, e questa riga, ma mettetemi i due allegati di quello sopra che non me li prende.. Grazie e scusate):

Ciao cara Francesca! Sto discretamente bene (stavo meglio in ferie...).
Temevo di essere stato un po' troppo tecnico nel spiegare il Sistema, un po' troppo marinaresco nei termini... e  che la miscellanea di troppe immagini, elaborate con Photoshop, fosse in realtà un minestrone...
Allora ora ho messo due foto grandi con didascalia, la prima con un grillo e la puleggia abbinata, e la seconda con il Sistema nella sua interezza, con le corde e i nodi che ho descritto.
Nella prima il Grillo è quello a sinistra, a forma evidente di cetra. E' un archetto di acciaio, molto robusto, con una bacchetta che si avvita sull'altro capo dell'archetto. A questo si abbina la puleggina inox (la carrucola) a destra che serve per tendere la scottina. La puleggina è ben solidale con il grillo.
Ho fatto fare due (2!) giri alla scottina intorno alla scanalatura del tappo, affinché non passasse né aria né tantomeno acqua. E' importante però pre - condizionare l'aria all'interno del gavone se c'è molta differenza di T° tra acqua e aria, se no il tappo diventa molto concavo o convesso e se diventa concavo l'acqua alla fine entra.
E' anche importante tendere bene il Sistema e il prusik col Z-drag (in piccolo, come è il ns. Sistema) consente di tirare il tutto con molta forza (3 volte di più) agganciandosi alla gassa del kiwi. Questo lo puoi cercare di capire con la seconda foto. Più che solo un prusik, facendo la gassa del kiwi e usando la puleggia, è lo Z-drag che lavora, ma nel rafting e nella tecnica della canoa canadese (per liberarli da incastro contro le rocce), i due si fanno abbinati (http://en.wikipedia.org/wiki/Z-drag) e allora si tende a dire solo appunto il "prusik" (anzi, il prusik reale, quello autostringente sulla cima, non si fa proprio...).
Spero che ora sia un po' più chiaro per tutti. Semmai farò altre foto e, visto che ce ne stanno solo due per volta, farò un insegnamento a puntate.
L'acqua nei gavoni è un problema davvero fastidioso, soprattutto quando è troppa.

(PS per la "nostra" operazione legale del KdM ci sentiamo...)

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