Ero seduto sulle tribune in attesa della nostra ora di acqua e ho iniziato a seguire l’allenamento degli inglesi che hanno un’ora tutta per loro. Nulla di strano perché loro hanno ben 30 barche (15 junior e 15 under 23). Categorie complete come solo la Repubblica Ceca, contro i 29 della Polonia poi 27 della Russia, Germania e Francia con 24, Spagna 22,Slovenia 20, Australia e Italia 16 e poi via le altre nazioni. La prima cosa che mi è saltata agli occhi e’ il loro modo di andare: sempre a tutta con tempi e video alla mano. Questo non mi piace molto e gli errori sono evidenti. Capisco che per loro è molto dura e cercano sempre di dare il massimo, ma il fatto di pagaiare ad altissime velocità non è la strategia migliore per lo slalom. Sono molto rozzi tecnicamente nonostante dimostrino buone qualità praticamente in tutte le specialità.
Poi ho guardato sulle rive e ho iniziato a contare. Uno, due, tre... otto, nove, dieci. Secondo me mancava ancora qualcuno considerando il fatto che non avevo contato il mio amico Jan Raspin e così l’ho aggiunto alla lista di persone che erano a bordo campo a seguire l’allenamento degli atleti britannici. Totale 11 tecnici. Non male: uno squadrone quello inglese. Poi do uno sguardo al mio I-Phone e trovo un post su twitter che dice che sono stati stanziati 6,3 milioni di sterline per ampliare l’impianto di slalom di Lee Valley. Il primo grande investimento su uno stadio olimpico dopo Londra 2012. Ci sono ancora alcuni dati su questo splendida struttura per l’acqua mossa che ci dicono che da ottobre scorso sono scese oltre 46.000 persone in canoa o in rafting. Le previsioni sono che presto questi numeri quadruplicheranno. Ecco perché l’investimento programmato per l’ampliamento della struttura è pienamente giustificato.
A Cardiff, in occasione della prima prova di coppa del mondo, avevo avuto modo di parlare con Shaun Pearce, ve lo ricordate il campione del mondo in k1 slalom nel 1991 a Tacen, che, dopo un’esperienza in Canada come allenatore era rientrato in patria dove ha lavorato con la squadra nazionale per due cicli olimpici. Finita questa esperienza è diventato responsabile del progetto canoa slalom talent. Un lavoro che mira da qui al 2024 alla creazione di una nuova generazione di campioni fra i paletti dello slalom.
Poi guardo l’ora mancano 15 minuti all’inizio del nostro allenamento e penso che è meglio se prendo posizione. Io di atleti ne ho otto, sono da solo e mi devo organizzare in tutto per tutto. Quindi mi piazzo sul punto più alto delle nuove tribune vicino alla ringhiera di angolo, da lì vedo tutto il tracciato, e ci piazzo sopra il mio quaderno degli appunti, poi prendo la telecamera con la mano destra e sulla sinistra ho il cronometro. E’ arrivata la nostra ora, mi sbraccio per far capire ai miei atleti che sono pronto a prendere video, tempi, annotare eventuali accorgimenti tecnici e controllare che tutto fili via liscio... se avessi una terza mano mi sarebbe molto utile, ma questo è un problema che non hanno certamente i tecnici inglesi!
Occhio all'onda! Ettore Ivaldi