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Giubbotto Salvagente o Giubbotto Polifunzionale?

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Marco z:
Ora dopo una disordinata tempesta di info , cominciano le idee .... Questo mi piace :)

Giovanni Chiola:

--- Citazione da: Gaudenzio Coltelli - Febbraio 09, 2013, 09:05:16 am ---Ecco la mia proposta al riguardo.

Navigazione entro 300m dalla costa. Sono obbligatori:
-salvagente.

Navigazione entro 1NM, sono obbligatori:
-Salvagente;
-paraspruzzi;
-mezzo di comunicazione.

Navigazione entro 6NM, sono obbligatori:
-kayak avente lunghezza minima di 5,20m completo di paratie stagne (min 1 a prua ed 1 a poppa dell'imbarcazione);
-salvagente;
-paraspruzzi;
-mezzo di comunicazione;
-paddle float;
-set di razzi (min un fumogeno + 2 razzi a stella);
-pagaia di riserva;
-una cima per traino (lunghezza min 12 m);
-Kit riparazione scafo;
-VHF;
-bussola;
-carta nautica plastificata;
-torcia stagna;
-luce strobo;
-una riserva d'acqua (minimo 2 litri);
-aver conseguito un corso avanzato di kayak (un attestato da dover esibire, su richiesta, alla GC).

Questo è il mio parere dettato dal buonsenso e dall'esperienza acquisita in oltre 25 anni di navigazione (in mare).

Gaudenzio Coltelli.

--- Termina citazione ---

Caro Gau,
la mia esperienza (certamente molto piu` limitata e quindi meno autorevole della tua), mi suggerisce delle considerazioni parzialmente diverse dalle tue:

- paraspruzzi: secondo me e` molto piu` utile a poca distanza dalla costa, dove rischi di poter incontrare frangenti anche con mare forza 2 o 3, che non al largo. E` nel momento del lancio dalla spiaggia che rischi di riempirti d'acqua se non hai il paraspruzzi agganciato fin dall'inizio. Perche` lo ritieni un optional per la navigazione fino a 300 m? Secondo me non ha senso pensare di salire su un kayak senza agganciare il paraspruzzi, anche e sopratutto se voglio stare a giocare vicino alla riva.

- lunghezza del kayak: secondo me la lunghezza e il volume del kayak devono essere rapportati alle dimensioni della persona, e non essere espressi in termini assoluti. Perche` mai un kayak di 521 cm dovrebbe essere adatto alle traversate e uno di 519 cm no? Non credi che dovrebbe dipendere anche e sopratutto dalla stazza di chi ci sta sopra? Un conto e` il kayak adatto per una ginnasta di 50 Kg e un altro e` il kayak adatto per un lanciatore di martello di 150 Kg, non credi?

- certificato di frequenza di un corso di kayak avanzato:  questo c'e` ormai da alcuni anni in tutto il resto dell'Europa tranne che in Italia, e si chiama Euro Paddle Pass (EPP). Il pregio dell'EPP, secondo me, e` quello di mettere in relazione le capacita` del kayaker con le condizioni di mare che puo` trovarsi ad affrontare, oltre che con la distanza dalla riva che puo` raggiungere.  Un EPP livello puo` navigare da solo solo in acque protette, e deve essere accompagnato da persone piu` esperte per affrontare il mare aperto, anche calmo. Un EPP livello 3 puo` andare da solo in condizioni di vento e mare 3, mentre deve essere accompagnato da persone piu` esperte in condizioni peggiori. Un EPP livello 4 ha frequentato anche un corso di navigazione, sa usare la carta nautica e la bussola, e sa gestire senza problemi le condizioni di vento e mare 4, e quindi puo` fare traversate in condizioni non troppo impegnative. Un EPP livello 5 sa gestire senza problemi le condizioni di vento e mare 5, e sa prestare aiuto agli altri in tali condizioni. Bisognerebbe a mio avviso fare qualcosa di piu` per accelerare l'adozione anche da parte della FICK di questo standard europeo, invece di cercare di reinventare la ruota a modo nostro.

- aiuto al galleggiamento da 50N (che immagino sia quello che tu chiami salvagente): io ho potuto constatarne la grande utilita` durante le manovre di soccorso di un nuotatore in acqua; ho frequentato un corso di primo soccorso organizzato dai sub, e al termine abbiamo fatto una prova pratica in mare di respirazione artificiale e trascinamento verso riva o verso una barca di una persona priva di sensi. Indubbiamente l'aiuto al galleggiamento indossato sia dal soccorritore che dalla vittima aiuta molto in quella circostanza.
Nelle condizioni normali di navigazione in kayak, invece, rischia di impacciare i movimenti e di essere lui stesso causa di problemi se non se ne cura adeguatamente l'ergonomia. Per questo motivo lascerei al buon senso delle persone (cosi` come e`ora secondo le attuali regole) la scelta se indossare o meno l'aiuto al galleggiamento, a seconda della situazione, della sua maggiore o minore acquaticita`, del suo stato di salute, ecc.

- distanza dalla costa: volendo parlare di buon senso piu` che di regole, quello che conta non e` tanto la distanza dalla costa piu` vicina, ma la distanza dal punto di approdo piu` vicino.  Stare a 50 metri di distanza da una scogliera a picco sul mare in condizioni di mare mosso e` certamente peggio che non tenersi a distanza di sicurezza dai frangenti. La cosa che puo` dare sicurezza e` la possibilita` di trovare riparo e riposare in condizioni di difficolta`.  In fiume, per quanto mi risulta, la difficolta` della discesa non viene misurata solo dall'altezza delle rapide e dalla velocita` della corrente, ma anche dalla presenza/assenza delle zone di morta dove uno puo` trovare rifugio in caso di difficolta, giusto?

- paddlefloat per le traversate oltre 1 NM: nell'EPP non e` previsto. La filosofia che prevale nei paesi nordici a riguardo e` che se un kayaker abbastanza esperto si ribalta e` perche le condizioni del mare sono cattive, e in quel caso la risalita col paddlefloat non e` il modo piu` rapido ed efficiente per risolvere il problema. Da soli (situazione secondo me poco saggia per una traversata impegnativa) ce la si puo` cavare meglio con un rientro ed eskimo, mentre in gruppo (che secondo me sarebbe sempre meglio per affrontare una traversata in condizioni impegnative) si usa il salvataggio a T e la risalita assistita.

Cari saluti,
Giovanni

maurizio bernasconi:
Mai disturbare chi dorme! E’ indelicato, seccante, proprio nessuno ha diritto di farlo. Il sonno è il momento sacro dell'innocenza e della guarigione ed è soprattutto il momento prezioso nel quale non si nuoce. Prendersela poi con il cane (la guardia) che dorme è spesso idiota e certamente autolesionista.
Sarebbe bello in teoria avere una Legge chiara, precisa, accettabile, applicabile, applicata e uguale per tutti, inequivocabile e perfettamente rispettosa delle diverse esigenze. Ma chi crede davvero di poter scrivere e soprattutto veder approvato e applicato senza inconvenienti un simile capolavoro?
I momenti in cui possiamo comportarci con libertà sono pochi, dovremmo cercare di allargare la crepa fra le regole, se possibile. In Italia abbiamo leggi, decreti, regolamenti che si applicano a quasi tutti i momenti della nostra vita, al punto che nessuno azzarderebbe una stima neppure approssimativa del loro numero. Tale proliferazione, indipendentemente dalle buone intenzioni del legislatore, contribuisce come sappiamo solo ad alimentare il contenzioso. Ma la pubblica disciplina per fortuna si ferma, per esempio: alla porta della nostra casa, lì dentro possiamo fare più o meno quello che ci pare, anche scivolare nella vasca; possiamo camminare in strada alla velocità che preferiamo, inoltre, siamo liberi di pensare quel che capita e persino di fantasticare qualsiasi assurdità. 
Se saliamo su una montagna nessuno ci obbliga a trascinar su una zainata di razzi, pile, bussole e altre stupidaggini (solo nei parchi troviamo delle regole, a volte). Dovremmo saperlo da noi se serviranno dieci litri di acqua o mezzo di grappa. Quando invece alcuni oggetti saranno davvero necessari, starà a noi capirlo e prevederlo. L'esperienza ci permetterà via via di aggiustare il tiro e limitare il peso inutile.
Mosé si accontentò di dieci comandamenti, non solo per i peso notevole delle tavole di calcare, ma anche perché dove non arriva la Legge scritta, restano in vigore le usanze, le convenzioni e le abitudini condivise dei luoghi. Per esempio, l’uso del salvagente sui fiumi si è imposto nel tempo per concorde e generale approvazione. Al contrario, il casco per i bambini sulle piste di sci ha avuto bisogno di una legge. Io lo imporrei anche ai bambini che pattinano, se sentissi una pulsione legislativa incontrollabile, ma non la sento.
Chi si allena quotidianamente in mare con canoe leggere da discesa o da velocità, con uscite di una o al massimo due ore, su percorsi molto frequentati e ben conosciuti, non sente l’impellenza di regole e soprattutto non desidera aggiungere dieci chili di aggeggi inutili. Tuttavia gli capiterà di indossare il salvagente, se proprio le condizioni del mare lo richiederanno.
Verso i minorenni e i principianti dovremmo usare cautele molto più rigide dell’usuale, ma questo è solo un parere e non propongo nessun regolamento a riguardo, possiamo attuarle perché è opportuno anche senza che esservi obbligati.
Non dico che sia sbagliato proporre una buona Legge, ma mi disturba. Per adesso, quando mi trovo su un sentiero o su un fiume o in mare, sono un po’ come nella mia stanza e mi regolo come mi pare. Nel frattempo, calma. I lunghi tempi necessari all’approvazione di una regolamentazione del genere mi permetteranno di continuare così ancora un bel po’, per fortuna.

Andrea Ricci:
Ecco, ci  siamo arrivati finalmente: da artefici di un utile dibattito, gli esperti si trasformano in legislatori. Chi ancora spera di poter pagaiare per mare seguendo le proprie regole, il proprio buon senso, la propria esperienza, passione, adrenalina, amore del rischio, voglia di sperimentare, si trovera' a dover seguire la lista della spesa preparata da soloni della pagaia e imposta da gente in divisa che non conosce che barche a motore. Mi sembra che proprio Gaudenzio l'avesse espresso bene piu' o meno in questi termini: "io, con la mia lunga esperienza, applico questo protocollo, anche perche' ho la responsabilita' di una scuola e di clienti". Volete trasformare il suo protocollo in norma per tutti? La guardia costiera non aspetta altro: molto piu' facile mazziare un ignaro canoista in mutande che il potente yachtsman in divisa che scarica in mare le sue schifezze.
Ma perche' ci volete costringere a seguire i vostri comportamenti, idee, abitudini? Io il gilet non lo voglio usare per principio! Voglio essere libero di decidere se e quando usarlo! E cosi' il gonnellino, il paddle float e tutto l'addobbo da babbo natale che avete listato ... e voglio fare le traversate di notte senza luci, spernacchiare ai motoscafi, pisciare dalla canoa, voglio incontrare uno che va in pattino con la pagaia, uno che va in canoa con i remi, voglio la varieta', la novita', l'azzardo, la fantasia, di regole ne voglio il meno possibile! LIBERTA'! questa parola che fa ancora e sempre tanta paura al popolo ... Come mi ricordo sempre la frase letta da bambino su un portacenere, evidentemente scritta per chi sempre sibilava "smetti, il fumo fa male" ... c'era scritto, in maiuscolo "FACITIVI I CAZZI VOSTRI"

Marco z:

--- Citazione da: maurizio bernasconi - Febbraio 10, 2013, 07:46:17 pm ---Non dico che sia sbagliato proporre una buona Legge, ma mi disturba. Per adesso, quando mi trovo su un sentiero o su un fiume o in mare, sono un po’ come nella mia stanza e mi regolo come mi pare. Nel frattempo, calma. I lunghi tempi necessari all’approvazione di una regolamentazione del genere mi permetteranno di continuare così ancora un bel po’, per fortuna.

--- Termina citazione ---

Ciao Maurizio
capisco il tuo pensiero ma non sono completamente d'accordo anche se capisco il senso delle tue parole .
Rimane il fatto che ora non passi il miglio per legge ..... quindi oltre non ci vai proprio e qui si parlava di questo cioè di ampliare quello che ora non puoi fare....a meno che non vai contro le regole del codice nautico prendendotene le responsabilità .
Quanto sei su un sentiero ti regoli come ti pare ma su una statale o in autostrada no.....
li se ti regoli come ti pare senza rispettare le regole fai un incidente e poi si vede chi ha torto e chi ha ragione e se non ci fosse il codice della strada e tutti facessero cio' che par loro, non oso pensare a cio ' che accadrebbe in mezzo a mille opinioni senza regole.
Direi piuttosto che i casini succedono quando c'è chi sorpassa il curva e non sapendo nemmeno cosa sia una striscia continua, uccide chi rispettava le regole.
Il mare spesso viene visto dai conducenti di pedalò e mezzi similari come un luogo dove fare il giretto e prendere il sole , o la passeggiata salutare.
Ecco , qui sta l'errore spesso non preso nella dovuta considerazione. Il mare è regolamentato perchè è trafficato come la strada e vi è un codice da rispettare che è internazionale.
Nel codice della strada i ciclisti non necessitano di patente o targhe o immatricolazioni o omologazioni come i kayak non ne necessitano in mare e sta scritto pure questo e pur volendo targare o omologare una bici,  non si puo' come non si puo' farlo con un kayak , questo è vero.
Ma è anche vero che pure le bici devono conoscere il codice della strada come i kayak quello del mare e la legge non ammette l'ignoranza.
Vogliamo che i kayak vadano oltre? Beh se mai accadesse dovremmo pure prenderci qualche responsabilità nei confronti degli altri navigatori che devono avere la sensazione di aver a che fare con gente che conosce il codice del mare incrociandoci, così come spero, siamo tutti felici di essere circondati da gente che conosce il codice della strada mentre guidiamo la nostra auto......
Non vedo dove si possa svegliare il can che dorme quando mal che vada ce ne restiamo  dietro al miglio con il salvagente indossato come attualmente sta scritto salvo diverse regole locali....
Naturalmente è la mia opinione....
Ciao a tutti.

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