Sono ancora disorientato e ho un certo senso di vuoto. Ci aggiungerei anche un buco allo stomaco, accompagnato da giramenti di testa: l’impossibile a volte è possibile... lo sa bene Lefevre che guarderà le Olimpiadi dalla televisione e che vede svanire il suo sogno di una terza medaglia a cinque cerchi dopo la terza gara di selezione francese.
Lui, l’eroe del mondiale 2011. Lui, che nella stessa prova iridata aveva messo al collo 4 medaglie, cosa mai riuscita a nessuno. Lui, su cui la Federazione Francese e vari sponsor avevano puntato la mano senza nessun dubbio. Lui, che il giorno stesso di quando è sceso dal podio di Beijing 2008 ha iniziato a pensare e a lavorare per concretizzare un sogno, maturato proprio in quei giorni. Lui, che ha speso questi ultimi 4 anni per preparare Londra 2012. Lui, sarà il grande escluso dell’edizione numero XXX dei giochi olimpici moderni nati nel 1897 ad Atene.
Il transalpino parte male il primo giorno di gare e, nonostante il miglior tempo in qualifica, 91,02, è penalizzato da un 50 alla porta numero 2 che gli impedisce di partire nella gara che conta e cioè la finale, vinta poi da Boris Neveau. Non c’è bisogno di dire nulla su quest’ultimo atleta immagino!
Ora, prima di andare avanti, c’è da dire che in Francia le cose non sono così facili neppure per un campione del suo calibro. Erano 18 i k1 uomini che avevano superato il primo scoglio di ammissione alle fasi finali di Pau per i Giochi Olimpici. Tanto per fare un piccolo confronto e per capire, in Italia sono solo tre gli atleti in questa specialità ammessi a questo tipo di selezione.
Il campione francese avrebbe tanto da recriminare nella seconda gara dove registra ancora il miglior tempo, ma c’è un tocco che lo penalizza non poco. Si deve accontentare di un terzo posto finale.
C’è un giorno di riposo prima di arrivare alla fatidica ultima chance, anche se per la verità, in questo giorno di recupero per i Kayak e per le canadesi, il transalpino è impegnato in C2 nel tentativo di qualificarsi almeno in questa specialità.
Arriviamo alla terza e conclusiva gara e le cose sembrano mettersi bene per Fabien in semifinale arriva 5^ con un 2 alla porta 18 e si prepara per la finale. Al via dell’ultima prova ci sono praticamente sei atleti ancora in corsa per la maglia olimpica. La finale arriva puntuale e... ancora miglior tempo, ma ancora un tocco per lui alla 8. Si chiude la stagione e il sogno della terza medaglia olimpica... almeno per l’edizione di Londra. Seguiranno alcune contestazioni di presunti tocchi fatti e non dati e alcune polemiche su come sono andate le gare, ma alla fine le cose non cambieranno.
Questa la cronaca, ma ad un allenatore interessa poco se non il fatto che un canoista di questo livello non sarà al via all’edizione olimpica. Interessa viceversa capire che cosa non ha funzionato nella testa di questo atleta, nella sua preparazione, nella sua marcia di avvicinamento alla tappa finale di un ciclo fatto di quattro lunghi ed intensi anni. Capire e ragionare sui fatti per trovare una risposta a questa grande debacle sportiva.
Da Beijing 2008 Fabien Lefevre, che il prossimo 18 giugno farà 30 anni, torna a casa con l’argento nel kayak e si mette subito in barca anche in C2 con Denis Gargaud. La sua idea è quella di cimentarsi in due specialità.
Nel 2009 a la Seu d’Urgell, tracciato che conosce particolarmente bene, resta fuori dalla finale iridata sia in k1 che in C2. Sarà il primo degli esclusi in tutte e due le specialità e cioè undicesimo.
Nel 2010 si consola in K1 con l’argento a squadre e finisce 33esimo nella prova individuale. In C2 si toglie invece una grande soddisfazione prendendo l’argento sia nella gara individuale che a squadre.
Nel 2011 è l’eroe del mondiale di Bratislava e alla preolimpica fa vedere belle cose finendo sul gradino più basso del podio.
Nel 2012 inizia la sua preparazione molto presto e va in Australia il 21 dicembre dove praticamente ormai è di casa. La novità di quest’anno è che ci sarà da subito l’allenatore Jean-Yves Cheutin oltre ad un’altra figura quella cioè di un supervisore dell’allenamento con particolare attenzione alla preparazione fisica. Per questo si affidano a Paul Boussemart.
Il clima in Australia è sereno per il campione francese che si sente nuovamente avvolto dal calore di una squadra:
“Aujourd’hui, on a fait notre première séance vidéo collective.. je crois que ça ne m’était pas arrivé depuis 2003 lorsque Sylvain Curinier entraînait encore le groupe des K1 français!”
come si legge nel suo blog il 26 gennaio e aggiunge anche una cosa molto interessante:
“Le canoë-kayak slalom est avant tout un sport où la compétition est d’abord de composer avec l’eau, le parcours et avec soi-même… c’est une très bonne école!”
In sostanza dice che lo slalom è uno sport in cui la vera concorrenza è l’acqua, il percorso e se stessi... un’ottima scuola di vita! In tutto ciò si racchiude brevemente e sostanzialmente tutta la filosofia sportiva di questo atleta... pienamente condivisibile.
Qui partecipa ai “Penrith WhiteWater Slalom Series" a fine gennaio e vince agevolmente facendo vedere belle cose.
Agli “Australian Open” del 10/12 febbraio arriva in finale in k1 e qui ci piazza un 50 facendo registrare il secondo miglior tempo a 0,46 da Sebastian Schubert vincitore della gara. Anche in C2 non trova, con il suo compagno Gargaud, la via della vittoria finendo quinti con un tocco e con un distacco dai compagni di squadra Gauthier Klauss/Matthieu Peche di 2 secondi e 02 decimi. Questi ultimi metto in acqua una serie di gran belle discese. Leggeri, molto abili e soprattutto con un assieme invidiabile capace di risolvere ogni situazione con grande abilità e senza mai perdere velocità.
Agli "Oceania Championships", disputati due settimane più tardi fa bene in qualifica, terzo, ma in semifinale ancora un 50 e fuori dalla finale. Per la verità furono molti gli atleti top a restare al palo per salti di porta. Da Kauzer, Neveau, Polaczyk, Mann, Halcin, Maxeiner. La finale poi la vincerà un Daniele Molmenti ritrovato.
Dall’altra parte del mondo il transalpino si è allenato duramente come sempre. Molte ore sul canale olimpico a ritmi relativamente blandi curando sempre molto la tecnica. Pochi lavori cronometrati, molto C1 e C2.
Dall’Australia Lefevre torna in Francia a marzo per preparare le selezioni di Pau che valgono veramente tanto. Qui sappiamo com’è andata dai risultati, ma non sappiamo che cosa sia realmente successo. Dove è mancato il campionissimo? Cosa è successo in questi lunghi quattro giorni di gare?
Da chi l’ha visto pagaiare dal vivo, nei giorni di selezione, ho avuto informazioni di un grande Lefevre e di uno stile impeccabile. Lo testimoniano i tempi e i video delle gare, se pur mancano dell’impatto emotivo, mettono in mostra tutta la classe di Monsieur Lefevre.
Certo è che quest’anno gli avversari erano cresciuti notevolmente oltre al fatto che il tracciato di Pau è conosciuto da tutti gli atleti in gara molto bene. Eccellere qui non è facile e sarà interessante vedere la prossima gara di Coppa del Mondo a giugno per capire quanto effettivamente influenza il fatto di allenarsi su un percorso.
Forse il primo errore è stato quello di andare troppo presto in Australia e allenarsi lontano dalla sede delle selezioni.
Forse il secondo è stato quello di concentrarsi su due specialità. La strategia forse doveva essere quella di rinunciare alle gare di selezione in C2 per cercare di passare in K1, lui, e in C1 Gargaud per poi avvalersi del regolamento ICF e partire anche in C2 alle olimpiadi.
Certo analisi che si fanno a freddo e che non sono facili da fare tanto più che stiamo parlando di minimi particolari che se solo non si fossero verificati saremo viceversa qui a elogiare chi ha cercato di portare avanti un sogno non solo per se stesso, ma anche per la sua nazione e per lo slalom in generale.
Ora il suo futuro è tutto in mano al direttore tecnico francese visto che oggi è il quarto kayak in Francia e non è più under 23! Aspettiamo e speriamo di vederlo ancora nel circuito di Coppa per apprezzare e godere ancora una volta della sua comunque indiscussa classe... a bientôt Monsieur Fabien Lefevre!
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi