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pyranha shiva
mariano bifano:
Ciao Max,
hai perfettamente ragione, anche io la penso come te, il mondo della discesa e' un po' come quello del creek, spesso escono modelli nuovi, ognuno dice la sua ed ogni canoa e' migliore del''altra. Cito soltanto uno dei tanti fluvialisti che hanno fatto la storia, Cesare Mulazzi vince le maratone con una Alessandrini del 1985, correggetemi se sbaglio la data di costruzione.
le sensazioni variano in base al modo e lo stile del canoista, legato a tanti fattori, un kayak largo su un torrente con massa d'acqua ti da' sicurezza e stabilita' permettendoti di esprimere maggiore potenza. Ho testato tanti modelli nel corso della mia carriera, ognuno mi sembrava piu' figo dell'altro, ora uso un modello che e' nato gia' un po' di anni fa, e confrontandolo con quelli del 2011 mi sono accorto che i costruttori sono tornati indietro con gli anni. E' il manico che fa la differenza.
Mariano Bifano
Marina militare canoa kayak luni
andrea tomasi:
Ma scusate secondo me queste informazioni non servono alle persone che hanno manico
ma agli sfi-ati come me che già sapere se una canoa ha l'eskimo facile o no fa differenza .
Quelli forti si sa che sono forti infatti gli regalano le canoe e dopo le testano , e sicuramente non ne parlano male .
??? ???
Marco z:
Detto questo dobbiamo anche tener presente che il motto di alcuni progettisti navali è : " la barca migliore è quella che fa bene quello per cui è stata progettata e male tutto il resto"
Ma anche questa frase è molto interpretabile -
Se poi parliamo di manico è chiaro che un manico scende meglio degli altri anche con un' asse con linee idrodinamiche inesistenti ma è pur vero che scenderà meglio con un mezzo dalle linee studiate ad hoc magari pensando ai comportamenti idrodinamici della barca posta nelle condizioni particolari che dovrà affrontare.
Ora facciamo una bella equazione fatta di linee , pesi , assetti , idrostatica, idrodinamica e..... indole del manico ..... e se tutto va bene finiamo nel caos.
Per tal motivo credo sia giusto dare consigli sui comportamenti di un kayak , sempre se essi provengono da chi ha avuto modo di provarne molti in modo che possa fare paragoni che in ogni caso restano personali.
Sta a chi legge interpretarli e carpire il consiglio giusto.
Poi alla fine scegliamo ciò che piu' si addice a ciascuno di noi anche se rimango dell'idea che un Kayak ricco di doti idrodinamche sia sicuramente meglio di altri .
Gigi Rizzitelli:
Questo è il mio modesto parere e, se volete leggere la recensione completa e vedere le foto : http://hammer-crew.co.cc/
La Shiva è diversa per molti aspetti dalle classiche Habitat, Magnum che ho usato ultimamente, sia nel comportamento che nel modo di conduzione in acqua.
“Dà forza motrice quando ne avete bisogno!” recita la pubblicità della Pyranha.
E’ Vero: ha un’ accelerazione sorprendente e mantiene la velocità in rapida. Questo è determinante quando ci sono da affrontare rapide ostruite e permette così linee molto veloci ma, attenzione, perché nei cambi di direzione la perdita di velocità è altrettanto repentina. Risulta sensibile non tanto alle correnti laterali, quanto alle turbolenze o correnti, che provengono da diverse angolazioni, questo è il momento in cui bisogna essere più aggressivi ma, mi riferisco a rapide sopra il quarto grado, altrimenti la Shiva è molto stabile, non dà sorprese e mantiene la direzione.
La prima impressione salendo in canoa è la punta più stretta,
e in acqua la sua forma e questo suo profilo a forma di ponte aiutano a scaricare l'acqua più velocemente, e lasciano al canoista un maggiore controllo.
La punta e la coda voluminose permettono di riemergere subito e facilmente ma soprattutto in maniera equilibrata, infatti, sembra “auto-spingersi” fuori dai buchi. Rispetto ad altri modelli. pure sul fianco è molto stabile non veloce come altre, ma morbida e qualsiasi sbilanciamento laterale e facilmente controllabile.
La Shiva ha un controllo fantastico durante il boof, la punta ricorda la regina del boof, la Jefe, della Liquidlogic. Quando ti trovi sul bordo di un salto, i rails non sono molto accentuati e partono solo dalla zona del sedile . La punta è fuori dall'acqua, ma il canoista può ancora cambiare la sua direzione, con i rails che dietro sono ancora in acqua , mantenendo il perfetto controllo anche quando la barca inizia a scendere, e sotto questo aspetto, la barca ti dà un grande senso di sicurezza.
La distribuzione dei volumi e un ‘ottimo assetto permettono un eskimo senza difficoltà in pratica è la forma stessa del kayak che aiuta l’eskimo.
E’ vero che uno scafo con il fondo piatto, come era quello della Burn, il modello precedente della Pyranha, ti dava molta stabilità, ma il maggior slancio del fondo consente atterraggi più morbidi sui salti e, quando la Shiva viene guidata correttamente, dà soddisfazione e questo è particolarmente evidente nei fiumi rocciosi con tanti ostacoli.
Di conseguenza è più difficile da controllare durante il gioco, proprio per le sue caratteristiche, ma perché soddisfa esigenze diverse, non è fatta per surfare o giocare nelle onde e nei buchi . Ma d’ altronde ci sono altre barche nate per questo scopo....
Buon divertimento ma portate sempre la corda da lancio con voi .
Gigi Rizzitelli
Paolo Maifrè:
Bravo Gigi.... mi trovi perfettamente d'accordo per quanto riguarda tutte le sensazioni che hai riscrontrato nella Shiva.. anche se non ho ancora avuto modo di testarla nel boof.
Paolo
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