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"L'assassinio dell'impossibile"
maurizio.beccafichi:
Non è pudore, l'argomento interessantissimo è di quelli seri che mi tocca molto.
C'è molto da dire, niente da completare e personalmente alimento la brace del pensiero profondo e poi interverrò, forse!
Avanti a chi vuole.
Saluti.
Maurizio Beccafichi
Stefano Franchi:
--- Citazione da: maurizio.beccafichi - Dicembre 14, 2011, 01:22:11 pm ---Non è pudore, l'argomento interessantissimo è di quelli seri che mi tocca molto.
C'è molto da dire, niente da completare e personalmente alimento la brace del pensiero profondo e poi interverrò, forse!
Avanti a chi vuole.
Saluti.
Maurizio Beccafichi
--- Termina citazione ---
Caro Maurizio, anzi caro Presidente
le mie partecipazioni in questo forum sono rarissime; non avendo molto da dire, preferisco leggere le considerazioni di chi è moolto più "navigato" di me ( è proprio il caso di dire).
Questa volta però voglio esprimere il mio parere.
Pur non essendo un canoista da fiumoni e passaggioni, cerco sempre di migliorare ed aumentare le mie capacità canoistiche per spostare più in alto il mio limite tenendo sempre a mente una cosa:
non si diventa più forti o più "fichi" cimentandosi in discese per le quali si è consci di non essere ancora all'altezza (e che forse non lo si sarà mai), a volte ci vuole più pelo sullo stomaco a rinunciare davanti a compagni di discesa ben più preparati di noi che non a buttarsi- per non essere da meno degli altri - confidando nella buona sorte e nella capacità del gruppo di tirarci fuori dai guai.
Tenacia, preparazione e valutazione delle proprie capacità dovrebbero essere le doti sulle quali fare più affidamento oltre - ovviamente - al piacere di condividere la passione e l'adrenalina con gli amici di sempre.
Alan Sacchin:
Ciao a tutti...ho iniziato ad andare in canoa 3 anni fa e vado in montagna da oltre 10...premetto che secondo me le due discipline hanno molto in comune, ma il modo di intenderle è per alcuni molto diverso: in alpinismo esistono le free solo (arrampicate senza corde) discese ripide (che se cadi muori) e molte altre attività rischiose...ma queste non sono viste come degli errori...ogni persona che si dedica a queste attività conosce il rischio che corre...perchè con la canoa dovrebbe essere diverso?
Quello che intendeva Messner era il non utilizzare materiali nuovi che rovinano la montagna e l'etica di salirla...per quanto riguarda la canoa invece non si rovina proprio nulla...una volta andavano ad arrampicare con gli scarponi rigidi...adesso nessuno più li usa e utilizzano tutti le scarpette...ovviamente i gradi di difficoltà si sono alzati di molto...stessa cosa vale per le canoe no??
Ognuno di noi conosce se stesso e i propri limiti...e DEVE conoscere anche l'ambiente ostile in cui va a "giocare"...poi sta sempre a noi decidere quanto il gioco vale la candela!!
Questo è il mio modesto parere
Alan
maurizio bernasconi:
La sfida con la Morte, o meglio, il rischio mortale che il canoista pare disposto a prendersi... ok. D'altronde che altro si potrebbe sfidare... che altro ci sarebbe in giro, nell'Universo? Mica tutti si contentano di sfidare la Sanbenedettese evidentemente, se no non saremmo qui a parlare. E poi in generale durante la discesa nessuno pensa proprio a sfidare la Morte, magari bada a non sbelinarsi una spalla, ma proprio a duellare con Madama della Falce non ci pensa. Dunque quello che si cerca, se non è il duello, sarà il piacere, che consiste pur sempre nel fare almeno un dispetto a suddetta Vacca la Morte (e dalle mie parti adoriamo le Vacche, non si creda!).
Però, come tutti i piaceri, anche buttarsi nei pericoli è sempre deludente e ciò principalmente perché durano troppo poco. La fase vera e propria di godimento dinamico e meccanico che proviamo durante il passaggione, il rapidone o nel chilometrone pesante e continuo, ha una durata relativamente breve, ma si sa che dall'inizio dei tempi l'uomo (e dico l'Uomo non a caso) s'è sempre dedicato con acribia a procurarsi i brevi, fugaci, evanescenti piaceri a prezzo di indicibili disillusioni, amarezze, seccature, spese, senza contare lo sproporzionato sperpero di energie e i chilometri in macchina.
E poi che piacere del cavolo sarebbe il passaggione, ammettiamolo! Prima di farlo devi rimuginarci sopra ansiosamente, poi tremano le gambe, la pressione dentro ti sgonfia, perdi le forze, la pagaia pare un crampo ai polsi, finalmente parti e se tutto va bene, ti diverti per 18 secondi e allora inizi a godere perché almeno è fatta.
Il chilometrone no, in effetti quello procura ben altra libidine. Comunque sempre si tratta di 6 minuti e 18 secondi, attimo più attimo meno. Che non è godimento da poco, lo ammetto, visto il pianeta stitico di cose belle sul quale siamo capitati.
Evidentemente quegli orgasmi fluviali avranno un senso e una ragione anche se il dott. Freud non ne ha mai parlato (ipotesi da approfondire).
E' che i nostri guizzi estremi danno talvolta un pizzico di assuefazione ed è lì che potrebbe stare lo zampino mefitico.
Il gatto che arrampica, si sa, dispone di sette vite sette, il gatto che pagaia ne ha dieci o venti volte il doppio. Ho visto eserciti di pagaiatori di tutte le risme infilarsi nei dintorni stetti del disastro per uscirne sempre in vita, con tecniche magari eterogenee, spesso senza rendersene conto. Non ho mai capito perché, non so cos'abbiamo fatto di buono noi canoisti per meritare un simile trattamento, ma è un fatto. Per arrivare alla tragedia pare occorra accumulare un numero inverosimile di concomitanti e convergenti concause, negligenze e sfighe. Nonostante questo però, anche se venti volte il doppio di sette facesse duecentonovanta, alla fine...
ecco, credo che sia proprio questo il punto, è un fatto di numeri: la statistica ci ucciderà. Quando ti parrà di aver già giocato un po' troppi jolly forse dovrai pensare allora a una soluzione. In un prossimo messaggio al forum rivelerò come può organizzarsi il canoista che ha già giocato uno sproposito di jolly e comunque, nonostante che abitino la Terra oltre sette miliardi di individui e non si trovi in nessun modo parcheggio, si ostina a voler vivere ancora.
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