Voglio chiarire meglio la situazione, affinchè ciascuno si assuma le proprie responsabilità.
Con i pescatori locali della Valnerina non ci sono mai stati problemi, finchè una esigua minoranza di pescatori a mosca "stranieri alla valle aficionados del no kill di Borgo Cerreto" non si è messa in testa di cacciare canoisti e centri rafting dal Corno. Magari per aprire un'altra riserva no kill nelle gole di biselli.
Premesso che FICK e FIRAFT non hanno brillato per difendere la navigazione, era scontato (purtroppo) che le associazioni ufficiali dei pescatori non si sarebbero stracciate le vesti per i privilegi che Regione Umbria e province di Perugia e Terni avevano dato ai pescatori.
Ma a onor del vero ci sono state due eccezioni: la FIPSAS provinciale e regionale, con cui abbiamo avviato un proficuo confronto per arrivare ad un accordo nel 2010, fatto saltare dalle frange estreme dei "no killisti da riserva", e prima ancora 4 singoli pescatori a mosca che a titolo personale avevano firmato un accordo che prevedeva fasce orarie per pesca a navigazione in Valnerina. Gli stessi talebani che poi hanno fatto saltare l'accordo con la FIPSAS, hanno letteralmente fatto a pezzi i 4 incauti pescatori che si erano permessi di dissentire dalla linea di prevaricazione. Debbo anche dire che i quattro hanno agito anche nel loro interesse, perchè, essendo persone molto avvertite e lucide, avevano capito che lo scontro era tutt'altro che certo che sarebbe finito a favore dei pescatori. E difatti la gestione del no kill, dopo l'intervento dell'autorità per la concorrenza ed il mercato, ha subito nel 2010 un trauma inaspettato: chi era partito per cacciare aveva fatto male i suoi conti e si era ritrovato cacciato.
Per parte nostra, prima di arrivare a questa partita finale che intendiamo vincere con tranquilla ma assoluta DETERMINAZIONE in nome della democrazia, abbiamo cercato in tutti i modi un accordo con ARCI Pesca di Perugia (che prima ha detto si all'accordo, poi ni, poi si è dileguata), con Legambiente Umbria, che gestisce la riserva di pesca no kill di Cerreto e che ha chiuso con nettezza la porta ad ogni ipotesi di accordo, poi con l'UNPEM, che con cortesia, debbo dargliene atto, ci ha detto che non è questo il momento per un accordo.
Abbiamo avuto anche contatti diretti con alcuni pescatori "professionisti" (fanno le guide per i turisti) che gravitano a borgo Cerreto, ma pure da loro nessuna apertura.
A questo punto, non resta altra strada che quella di andare alla prova di forza, noi abbiamo quella della ragione e ci riprenderemo i nostri fiumi, utilizzando tutti gli strumenti che la legge e la democrazia ci mette in mano; i "no killisti" troveranno altri lidi.
E forse si renderanno conto che i "quattro traditori" che avevano firmato una ipotesi di accordo, avevano ragione, ma allora sarà troppo tardi per negoziare.
Deve comunque essere chiaro che prima della fine della partita, fino all'ultimo minuto, se c'è qualche rappresentante dell'altro schieramento che vuolo SERIAMENTE trovare un accordo, noi saremo disponibili.
Armando Mattioli