Ero presente lo scorso giovedi 27 al convegno nazionale dell WWF “ I Fiumi d’Italia Dal disastro idrogeologico alla gestione responsabile dei bacini idrografici” in rappresentanza della UISP Area Acquaviva e del Comitato per l’Aniene. Nell’ambito del convegno sono stati  illustrati i risultati raccolti su 30 tratti fluviali  della campagna Liberafiumi  con la quale il  WWF ha voluto “fotografare” la situazione dei fiumi italiani. Oltre 600 volontari del WWF e di altre associazioni ,  hanno ispezionato circa 600 chilometri tra: Adda, (Lombardia), Piave (Veneto), Arzino e Tagliamento (Friuli Venezia Giulia), Savio, Taro e Po di Primaro (Emilia Romagna), Magra (Liguria), Arno (Toscana), Chiascio e Tevere (Umbria, Lazio), Aniene, Melfa (Lazio), Sangro, Sagittario, Aterno (Abruzzo), Biferno (Molise), Volturno (Campania), Ofanto (Puglia), Agri (Basilicata), Angitola (Calabria), Oreto, Simeto, Ciane, Ippari (Sicilia). e Rio Mannu (Sardegna).  Non uno studio né un’analisi scientifica, ma un’istantanea basata sull’osservazione diretta e sulla documentazione fotografica di quanto rilevato camminando lungo i  fiumi. La situazione che ne è emersa appare, ancora una volta, critica e preoccupante. E’ stato rilevato lo stato delle fasce fluviali e ripariali, delle zone di esondazione,  sono state censite le zone umide perifluviali, le aree boschive , le zone agricole, i manufatti e le abitazioni, le cave, i depositi e le discariche, l’artificializzazione delle sponde e altri aspetti per avere una visione completa delle aree indagate. 
Per quanto riguarda il fiume Melfa le analisi hanno  rilevato  una qualità   elevata  nel tratto superiore del fiume classificato come   “ambiente non inquinato o non alterato in modo sensibile” (evidentemente questo il motivo dell’inserimento tra i 4 fiumi in buono stato riportato nel servizio del TG1) . Il tratto che attraversa la Valle di Comino e che interessa la parte superiore delle Gole è risultato “poco alterato” o “in cui sono evidenti alcuni effetti dell’inquinamento”, mentre la restante parte del corso compreso nelle Gole è stato valutato come “ambiente alterato”, sostanzialmente coerente con  il quadro delineato da Patrik,    Il quadro complessivo che emerge dal censimento  ripropone i problemi che  da anni il WWF e altre associazioni denunciano e le poche situazioni positive non sembra riescano a determinare quel cambio di rotta necessario ed invocato dall’Unione Europea con le direttive quadro acque (2000/60/CE), alluvioni (2007/60/CE) e habitat (43/92/CEE).
risultati su 
http://www.wwf.it/client/ricerca.aspx?root=27000&parent=12346&content=1Il convegno ha dunque  passato in rassegna  le tante, note problematiche che affliggono i fiumi  Italiani. Sono intervenuti , oltre ai oltre ai referenti nazionali e territoriali del WWF.   rappresentanti istituzionali, Min. Ambiente, Corpo Forestale Sovraintendenze archeologiche,  associazioni professionali e di categoria .   Tra queste lo Spinning Club Italia, associazione nazionale di pescatori che con l’occasione ha siglato un accordo con lo stesso  WWF  per favorire azioni e progetti per la tutela della biodiversità,  un controsenso   se pensiamo che la diffusione delle  specie ittiche alloctone è storicamente imputabile ad immissioni finalizzate alla pesca sportiva, come  è stato fatto rilevare nel corso dello stesso convegno.  Al   ruolo del pescatore percepito  come sentinella ambientale,  sarebbe  logico affiancare  quello del canoista,  privilegiato   conoscitore del  reale stato di interi  tratti  degli alvei fluviali impraticabili ai più. Sicuramente il coinvolgimento di associazioni canoistiche  avrebbe apportato  un  ulteriore,  significativo valore  al  censimento del WWF.     
Nel convegno non era previsto uno spazio per il dibattito, ho avuto quindi una serie di colloqui personali   con i vari referenti del WWF,     ai quali ho sottolineato l’opportunità  di promuovere sinergie  anche con i praticanti gli sport di pagaia nel monitoraggio e nella valorizzazione degli ambienti fluviali.   Mi è sembrato di raccogliere un certo interesse  sul quale costruire proposte di collaborazione per il futuro. 
Occorre  per questo   una maggiore consapevolezza del “movimento canoistico” nel suo insieme   per  riuscire a stimolare nuove attenzioni  e visibilità sui temi dell’ambiente e della fruizione sostenibile . 
Il confronto diretto con gli ambienti d’acqua ci rende interlocutori privilegiati   nei  processi di  partecipazione pubblica alla gestione degli ambiti fluviali – ad es. attraverso lo strumento dei contratti di fiume -  che si vanno avviando da più parti sul territorio nazionale  
http://nuke.a21fiumi.eu/CosèunContrattodifiume/tabid/56/Default.aspx
E  proprio  del  contratto di fiume si parlerà  nel prossima Forum tematico sull’Aniene organizzato dal  Comitato per l‘Aniene  previsto per la prossima primavera a  Castelmadama. 
Gian Piero Russo