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roberto bauce

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rubata attrezzatura [e avventura] sul Verdon
* il: Ottobre 06, 2010, 06:03:05 pm *
* Ultima modifica: Ottobre 08, 2010, 10:52:40 am da Flavio di CKI *
Ciao a tutti, vorrei chiedere aiuto a chi è stato sul Verdon Domenica, io ho dovuto lasciare la mia canoa con tutta l'attrezzatura sul Verdon e chi c'è stato sicuramente l'ha vista, la canoa è una Magnum rossa lasciata poco prima dell'imbuto.
I fatti sono che tornato a riprendere la canoa mancava :
caschetto Shreadready in carbonio con mentoniera, salvagente Palm Extreme rosso e blu, giacca d'acqua Sandiline grigio e nera, paraspruzzi grigio Level 6.
Chi li ha presi mi ha fatto passare un grosso guaio!!!
Se qualcuno ha visto o sentito qualcosa o può aiutarmi a ritrovarli prego di contattarmi

ciao a tutti Roby

Andrea Gangemi

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  • La vita e` un lungo traghetto.
    • la sezione kayak di harzack
Re: rubata attrezzatura sul Verdon
* Risposta #1 il: Ottobre 06, 2010, 07:36:58 pm *
sei la terza persona che subisce un furto attrezzatura in francia :(

A Marcello Parmigiani KTT è stata rubata una Pyranha Molan nuova di pacca, casco e scarpe Teva.
Poco dopo ha trovato il materiale in vendita su internet, il ladro non si era nemmeno preso la briga
di rimuovere gli adesivi degli sponsor.

Ha fatto regolare denuncia alla Gendarmerie, cribbio aveva addirittura il numero di telefono! ma non
ne ha ottenuto nulla.
Andrea Gangemi
www.alpikayak.it
Canoa Senza Frontiere - Torino

Frederik Beccaro

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Re: rubata attrezzatura sul Verdon
* Risposta #2 il: Ottobre 07, 2010, 08:59:02 am *
Ciao Roberto, qua parlano della tua attrezzatura http://www.eauxvives.org/forum/topic-t24375.html#p255914

Io ho risposto confondendomi con una ragazza con un gruppo dietro il nostro che ha abbandonato la canoa al sabato per poi recuperarla la domenica.

Come mai avevi lasciato tutto all'imbut?




Ciao a tutti, vorrei chiedere aiuto a chi è stato sul Verdon Domenica, io ho dovuto lasciare la mia canoa con tutta l'attrezzatura sul Verdon e chi c'è stato sicuramente l'ha vista, la canoa è una Magnum rossa lasciata poco prima dell'imbuto.
I fatti sono che tornato a riprendere la canoa mancava :
caschetto Shreadready in carbonio con mentoniera, salvagente Palm Extreme rosso e blu, giacca d'acqua Sandiline grigio e nera, paraspruzzi grigio Level 6.
Chi li ha presi mi ha fatto passare un grosso guaio!!!
Se qualcuno ha visto o sentito qualcosa o può aiutarmi a ritrovarli prego di contattarmi

ciao a tutti Roby

roberto bauce

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Re: rubata attrezzatura sul Verdon
* Risposta #3 il: Ottobre 07, 2010, 06:36:10 pm *
Premetto che due settimane fa ho comprato la canoa nuova e ero impaziente di provarla e quale posto migliore che le gole del Verdon?
Ho cercato un compagno di viaggio ma niente quindi sono partito da solo: sveglia alle 6:30, alle 7:00 in macchina con arrivo a castellane all’13:30 senza pranzare. Appena arrivato trovo uno già vestito di tutto punto sul ponte e chiedo se posso scendere con loro. Era una guida rafting con a seguito un gruppo di bambini in canoa, c’è voluto poco per annoiarmi e partire da solo… arrivato all’inizio delle gole esco, faccio autostop e mi caricano subito, chido qualche info sulle gole ma non sa dirmi molto, quindi recupero la macchina e mi dirigo verso l’imbocco delle gole.
Sono le quattro, non avevo idea della lunghezza delle gole, pensando che tre ore a buon ritmo potessero bastare, e di controllare bene ogni passaggio parto in solitaria. Le gole sono fantastiche, altissime e la strada lontanissima quindi accelero facendo attenzione se intravvedo delle uscite. Niente saranno due ore e mezza che pagaio nelle gole più le tre del percorso precedente più l’alzataccia del mattino, senza pranzo, comincia a farsi sentire la stanchezza. Arrivo a un ponticello, guardo la rapida, non mi convince e continuo a piedi per circa un ora ma sono troppo lento e comincia a far buio e dell’uscita nemmeno l’ombra. Lascio la canoa con pagaia paraspruzzi salvagente e casco e mi avvio nella ricerca dell’uscita. Ormai è buio mi devo fermare dove sono, cerco un posto tranquillo ma non vedo più niente quindi mi accovaccio e cerco di tenermi caldo. Il freddo non tarda ad arrivare, ho passato la notte a strofinarmi le gambe e a rimanere rannicchiato per mantenermi caldo; la notte è stata lunga e non ho dormito un minuto.
Appena ha cominciato ad albeggiare ho cercato di alzarmi: le gambe erano doloranti e traballanti per la notte passata rannicchiato quindi non se ne parlava neanche di continuare la discesa o di portare il kayak, l’idea era di uscire dalle gole, mangiare, bere e riposarsi un pò e il lunedì tornare a prendere il kayak. Il sentiero si divideva: imbuto e punto di soccorso dei vigili del fuoco, presi la direzione per il punto di soccorso: una ferrata a picco sulle gole, un po pericolosa da fare con le scarpe da canoa in salita, ma per il ritorno dovevo usare altre scarpe, arrivato in cima cominciai a incamminarmi, dopo circa 1 km mi danno un passaggio dei ragazzi che vanno a fare lancio con l’elastico dal ponte, da li proseguo a piedi e credo di aver fatto altri 5 km prima di trovare un altro passaggio che mi lascia a un paese: Solerei ,credo, un altro km a piedi e poi finalmente canoisti italiani e gli racconto come è andata. Arrivato alla macchina mi cambio e chiedo info se c’è un sentiero che porta fuori delle gole fino al lago e mi dice di si che però ci vogliono almeno due ore, o almeno io ho capito così, non sono molto bravo in francese. Mangio, bevo, e mi dirigo al lago. Da dove comincia il sentiero dove3 sono uscito al lago sono 17 km, un bel pezzo. Arrivato al lago cerco il sentiero che porta nelle gole ma niente, è tardi e io sono stanchissimo xche non ho dormito. Rinuncio e rimando a Lunedì come previsto.
È lunedi, mi alzo presto, smonto la tenda e vado a comprare delle scarpe da trekking e via verso il sentiero. Arrivato al sentiero lascio un biglietto in macchina con scritto che se non fossi tornato per la sera di venirmi a cercare Lunedì H. 10:30. Mi avvio e in un ora circa arrivo alla canoa, l’acqua è molto alta, forse 60mcs e pioveva parecchio. Arrivato alla canoa ho una bruttissima sorpresa: mi hanno rubato tutto tranne canoa e pagaia. Risalire per la ferrata con la canoa non era possibile quindi proseguo il sentiero in fiducia di quello che mi avevano detto. Arrivo all’imbuto, un cartello di legno su una pietra porta passage dell’imbut, credo, li finisce anche il sentiero e non c’è modo di proseguire se non in fiume. Se avessi deciso di tornare indietro avrei dovuto passare un'altra notte nel fiume. L’acqua era tanta e appiattiva molto. Mi raccomandai al Signore e scelsi la strada del fiume con addosso un paio di pantaloncini da bagno, una maglietta in capilene, una cuffietta e le scarpe da trekking. Sapevo benissimo il pericolo che correvo ogni volta che entravo in canoa, fondamentale era mantenere la linea di galleggiamento il più alta possibile, ogni 30 mt dovevo fermarmi e svuotarla e appena potevo andavo a piedi usando la canoa il minimo necessario. Sembravano non finire più le gole e anche andare a piedi era sempre più faticoso, finché arrivo a una rapida con sopra una piccola costruzione tipo una torretta, ero arrivato, da li in poi il fiume si calmava. Arrivato al lago trovo un ragazzo che pesca, gli chiedo l’ora , sono le sette meno venti. Tardissimo!!! Ci metto un po’ ma riesco a convincere lui e suo padre ad accompagnarmi alla macchina, intanto gli racconto tutto.
Arrivato alla macchina, H 19:30, ne trovo un'altra parcheggiata vicino, all’interno una corda e due caschetti, era il soccorso, mi avvio verso l’orlo delle gole e grido per diverse volte che sono arrivato e poi via a riprendere la canoa.
Sono stato un incosciente in tutti i sensi, ma ringrazio il celo di poterlo raccontare. Questa discesa mi è servita da lezione per forgiare le regole più importanti della canoa:
informarsi bene prima di fare un fiume che non si conosce
non andare in canoa da soli
non andare in canoa senza l’attrezzatura adatta
non rubare l’attrezzatura ad un altro canoista


Questa è la storia.... >:(


nikemerlino

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Re: rubata attrezzatura sul Verdon
* Risposta #4 il: Ottobre 07, 2010, 06:57:42 pm *
Sembra un racconto di Calvino......

aldo montagna

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Re: rubata attrezzatura sul Verdon
* Risposta #5 il: Ottobre 07, 2010, 10:24:25 pm *
Direi piuttosto di KAFKA..........

Francesco Balducci

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Re: rubata attrezzatura sul Verdon
* Risposta #6 il: Ottobre 07, 2010, 10:52:01 pm *
Incredibile che possano succedere queste disavventure, per giunta in Francia! avrei compreso magari in Cambogia o Laos... Certo che partire da soli per il Verdon, senza conoscerlo ( tra l'altro si sa che è zeppo di sifoni...), sperando di trovare qualcuno, è veramente da incoscienti! Ma non potevi metterti d'accordo con il gruppo di italiani che ha iniziato la discussione sul forum? almeno dando loro appuntamento? ti avrebbero aspettato...spero 

Frederik Beccaro

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Re: rubata attrezzatura sul Verdon
* Risposta #7 il: Ottobre 08, 2010, 09:00:20 am *
Che dire Roberto, direi che hai scritto tutto, compreso le conclusioni che sono le regole base della canoa.
Sei iscritto al forum e avrai visto che è una costola di CKFIUMI.NET e all'indirizzo http://www.ckfiumi.net/consulta.phtml/270/287 trovi un'ampia descrizione del fiume e dei suoi pericoli. L'unica cosa che sulla descrizione non è indicato è che è sconsigliata la discesa con piogge copiose per evidente possibilità di innalzamento sensibile del livello, ma il buon senso suggerisce di evitare di imbarcarsi con livello crescente in percorsi dove è difficile se non impossibile abbandonare la discesa.
Noi siamo scesi al sabato mattina, arrivando tu al pomeriggio ed avendo letto il messaggio tradotto di Fred Gilardone, non potevi andare al briefing generale del sabato sera per la discesa guidata della domenica predisposto dall'organizzazione?
Accendi veramente un cero, perché ti è andata bene, anzi di lusso. Oltre alle insidie del percorso fatte in quelle condizioni, solo e bagnato di notte con quel clima continentale avresti potuto rischiare l'assideramento.
Sul Verdon ci sono tanti escursionisti, non è detto quindi che l'attrezzatura Ti è stata sottratta da dei canoisti.

Marco Pec

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Re: rubata attrezzatura sul Verdon
* Risposta #8 il: Ottobre 08, 2010, 09:58:28 am *
Bhe comunque Bravo Roberto non è da tutti ammettere pubblicamente i propri errori e forse questo tuo racconto fa chiarezza sull'importanza di non scendere in solitaria certi tipi di fiumi.

Marco Pec

Marco Pedroletti

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Re: rubata attrezzatura sul Verdon
* Risposta #9 il: Ottobre 08, 2010, 10:58:31 am *
Non voglio giudicare, desidero solo riprendere il tuo pensiero finale:
"Sono stato un incosciente in tutti i sensi, ma ringrazio il celo di poterlo raccontare. Questa discesa mi è servita da lezione per forgiare le regole più importanti della canoa:
informarsi bene prima di fare un fiume che non si conosce
non andare in canoa da soli
non andare in canoa senza l’attrezzatura adatta
non rubare l’attrezzatura ad un altro canoista".
La seconda regola deve essere la prima per te e per tutti coloro che, anche di recente, hanno filosofeggiato sulle discese "in solitaria" !!!
Questa è la mia opinione personale, senza polemica ............. 
Marco Pedroletti

luca zucchetti

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Re: rubata attrezzatura [e avventura] sul Verdon
* Risposta #10 il: Ottobre 08, 2010, 12:09:59 pm *
cavolo che disavventura.....e che sfi-a...hai girato 3 giorni le gole senza trovare qualche buon anima lucida che ti potesse consigliare....per fortuna che alla fine e' andato tutto bene...hai corso dei bei rischi!!

Matteo Lazzareschi

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Re: rubata attrezzatura [e avventura] sul Verdon
* Risposta #11 il: Ottobre 08, 2010, 03:49:33 pm *
Davvero una storia incredibile!!!

Abbiamo fatto le gole il sabato mattina insieme a Frederik & Company...alla sera abbiamo campeggiato sulle rive del lago...bellissimo!!!

Io, Vladimiro e Nicola abbiamo trovato Roberto alla domenica mattina verso le ore 11,30 mentre risalivamo la gola, in auto, sulla strada lungo la riva sinistra. Durante i 15 minuti del passaggio in auto ci ha raccontato della sua incredibile disavventura...noi siamo rimasti "a bocca aperta" nell'apprendere di come certa gente si improvvisi in percorsi così lunghi, pericolosi ed isolati senza nessuna informazione minima e per lo più in solitaria!!! L'unico rammarico quello di non avergli offerto subito qualche barretta di cioccolata che avevamo con noi...vabbè...ci è venuto in mente dopo perchè in quel momento eravamo occupati ad ascoltare le sue parole.

Durante il tragitto fino alla macchina di Roberto abbiamo ribadito più volte la difficoltà del percorso...sia per la presenza di numerosi pericoli oggettivi (sifoni!!!) sia per la lunghezza e difficiltà di uscita dal fiume!!! Il nostro consiglio è stato quello di recuperare le forze per poi tornare a prendere la canoa lasciata in fiume...ma assolutamente senza continuare la discesa.

Che dire...è sbalorditivo apprendere che certa gente s'improvvisi in discese di questo tipo...concordo con le conclusioni di Frederik...ti è andata bene...anzi di lusso!!!

Le conclusioni alla fine le hai tratte da solo.

Ahjò!!!


roberto bauce

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Re: rubata attrezzatura [e avventura] sul Verdon
* Risposta #12 il: Ottobre 08, 2010, 08:02:19 pm *
si certo, io sono il primo che mi rendo conto dell'errore anzi degli errori che ho fatto, naturalmente si sono andato da solo ma coscente di potermela cavare; ma mai avrei pensato che qualcuno mi rubasse l'attrezzatura e poi un ero tranquillo del fatto che comunque potevo uscirne a piedi da un sentiero, invece non era così. x mè scendere senza attrezzatura era l'unica soluzione ed ero coscente di quanto rischiavo....
quel disgrazziato che mi ha rubato l'attrezzatura ha firmato la mia condanna...
Si vede che le mie raccomandazioni al cielo sono state ascoltate.... ::)

maurizio bernasconi

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Re: rubata attrezzatura [e avventura] sul Verdon
* Risposta #13 il: Ottobre 08, 2010, 09:25:06 pm *
Ciao Marco, visto che scrivi:
 La seconda regola deve essere la prima per te e per tutti coloro che, anche di recente, hanno filosofeggiato sulle discese "in solitaria" !!!
Questa è la mia opinione personale, senza polemica .............
Marco Pedroletti
Ti dirò che sono sorpreso e anche dispiaciuto per il tono leggermente acido di quel "filosofeggiato".  Mi sento bersaglio di ben tre punti esclamativi e di un gran numero di puntini. Ma sei autore di libri e avrai dislocato gli esclamativi e i puntini a ragion veduta.
Soprattutto per gusto della conversazione e siccome dunque il marchio di filosofeggiatore mi toccherà tenerlo, tanto vale che racconti in sintesi un paio di pernotti all'addiaccio in riva al fiume, avvenimento che sarà capitato a parecchi tra noi del resto.
Mi spinge solo il gusto di raccontare che ha sostituito in me, in buona parte, quello del fare, lo ammetto.
Occorre dire che il Verdon è famoso per aver costretto miriadi di canoisti a nottate da tregenda (quasi sempre in seguito a incidenti però e non all'imbuto di cui si parla più sopra, bensì nella zona del lungo trasbordo qualche chilometro prima di arrivare al lago). I meglio informati partono entro le dieci del mattino, ma qualche fantasista che si mette in acqua alle tre del pomeriggio arriva ogni anno. Chi conosce perfettamente il fiume e non fa assolutamente bagni può partire, quasi, all'ora che vuole, ben inteso.
A me è capitato nelle gole del Flumendosa di pagaiare al buio invernale e senza luna per parecchie ore, ma evitando il pernotto completo. La colpa era del gruppo troppo numeroso, ritardatario e riottoso a muoversi con energia in quel fiume per fortuna piuttosto facile.
La nottata di ghiaccio completa invece mi è occorsa una sola volta. Eravamo in tre, scendevamo da tredici giorni un fiume ingolato e gelido, con il grande Gionni Lanfredi di Soncino che molti di voi conoscono. Il terzo membro del gruppo, non ostante i miei insulti in svariate lingue, tergiversava facendo candele e, dopo undici ore di discesa, rapidissimamente fece notte, come succede ai tropici. Io e Gionni con un allungo quasi da gara raggiungemmo proprio per un pelo l'unico punto di gola dove era possibile sbarcare e lasciammo il terzo somaro da solo, prendendocene forzosamente tutta la pesante responsabilità. Il gruppo dunque era spezzato e seguì due strategie diverse per affrontare la notte. Io e Gionni, insofferfenti a tenere addosso la muta (io usavo ancora la gamba corta) dopo ore e ore in acqua decidemmo di spogliarci e nudi come vermi andammo a rubare banane risalendo un versante per circa 600 metri di dislivello. Avevamo una fame bestiale. Eravamo dimagriti otto-dieci chili durante la discesa ed eravamo all'inizio già notevolmente magri. Quando scoprimmo una capanna di contadini, quelli s'erano già barricati dentro per la notte. In certi luoghi isolati infatti si tira tutto in casa la notte, compreso attrezzi, scorte e il bestiame. Spiarono fuori e videro due fachiri, due asceti con barbe e capelli lunghi un chilometro e pelle biancastra come bollita dalla muta e dal freddo. Ci scambiarono per sadhu shivaiti erranti coperti di cenere e ci passarono un piatto di riso e lenticchie con te caldo, ma quanto a farci entrare vicino al fuoco che sentivamo crepitare... neanche a pensarci. Loro sapevano che il leopardo non uccide i pellegrini e gli ubriachi, dunque la coscenza era a tranquilla. Speravamo di rientrare eventualmente fra i pellegrini, perché alcoolici nisba. Nudi come Adamo passammo la notte coprendoci col fieno non veramente pulito dello stazzo. Mi accorsi subito che era un'esperienza bellissima ed ero, credo, felice di battere effettivamente i denti. Il terzo uomo, diciamo così, aveva passato la notte con la muta addosso in bilico su una pietra inclinata dove non era neppure possibile sdraiarsi e per me, che sono notoriamente avverso a ogni buonismo, gli stava a pennello. Questo però lo scoprimmo solo il giorno dopo quando già ci si prospettava la seccatura di andare lungo il fiume a cercare un eroe inutilmente assiderato. Se avesse tolto la muta, anche per un attimo, sarebbe assiderato certamente; reindossandola non si arriva a scaldarsi più.
Queste sono piccolissime avventure in confronto a quello che capita normalmente agli alpinisti. Per loro una notte appesi al chiodo è ordinaria amministrazione. Anche i patiti del canyoning però stanno rapidamente recuperando in questo campo e conosco alcuni frequentatori del nosto forum che hanno passato la notte in forra sotto lo scroscio del torrente andato improvvisamente in piena. Dovranno raccontare loro la storia però se vogliono.
Filosofeggiare per non diventare analfabeti di ritorno? può darsi.


Marco Pedroletti

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Re: rubata attrezzatura [e avventura] sul Verdon
* Risposta #14 il: Ottobre 11, 2010, 06:23:21 pm *
Chiosavo dicendo "senza polemica" ma, quando nella diatriba mi ci tirano dentro, quel po' di sangue toscano pulsante nelle vene mi si ripresenta con inaudito vigore. Scusa Maurizio se ho urtato la tua suscettibilità ma la tua personalizzazione del mio discorso mi ha meravigliato: il virgolettato era chiaramente un invito universale a non affrontare da soli la discesa di un fiume, di qualsiasi difficoltà, e mi spiace che, ricordando esperienze individuali vissute più o meno scientemente, tu ti sia sentito offeso. Se ho sbagliato definendo filosofeggiare quanto scritto sul forum (non solo da te) ti chiedo venia anche se il tuo ultimo racconto, soprattutto nella parte in cui descrivi la tua avversione ad ogni buonismo collegata alla seccatura di dover tornare nel fiume alla ricerca del terzo incomodo in precedenza abbandonato, mi ha allibito non poco. 
Marco Pedroletti