ecco il report "ufficiale" della "gita".....bravo GG ottimo lavoro:
Spedizione Albania 2010
Albania terra tanto vicina quanto sconosciuta, limitrofo paese esotico di cui poco sappiamo. Dubbi e perplessità hanno accompagnato l'intera preparazione del viaggio, i commenti dei viaggiatori precedenti erano deludenti. La mia voglia di evadere e la simpatia del gruppo sono stati sicuramente i miei catalizzatori, la prospettiva di un bel periodo di merda al lavoro è stata invece la scintilla che ha incendiato la miccia.
Si parte.
Appuntamento a Lodi per organizzare la Pante mobile e alle 8.30 di sabato partiamo puntuali per raggiungere il porto di Bari dove un traghetto ci avrebbe fatto attraversare l'Adriatico nella notte. Fabrizio, Ema, Carletto, Antonello, il Pante ed io siamo il piccolo gruppo soft autogestito, a differenza degli alessandrini, torinesi e romani subito ci distinguiamo nell'organizzazione: 3 cabine prenotate per l'andata ed il ritorno! Tutti gli altri ammassati come immigranti sulla squallida moquette della nave! L'arrivo a Durazzo ci proietta nella nuova realtà che tutti noi chiamiamo Albania senza realmente conoscere il significato della parola stessa. Oltre la dogana ci sono 3 furgoni ed un Toyota mostruoso ad aspettarci, Edjon il nostro autista da subito ci fa un'ottima impressione a differenza del Mr.sotuttoio Ilian, padre del più noto Gent titolare dell'agenzia. Un ragazzo di 33 anni cicciotto dall'aspetto molto anglo americano sarà il nostro primo amico albanese! Dopo aver caricato le 6 canoe sul tetto, patiamo finalmente alla volta della valle del Kir per il primo fiume in programma. Le strade sono un disastro, buche e sterrati per fortuna non sono un problema per il nostro Jeeppone ma la velocità di crociera sarà molto penalizzante per l'intero viaggio. Arriviamo in valle nel pomeriggio, incrociamo il gruppo dei romani appena sbarcati dal tratto degli 8 canyons, un'Odissea a detta loro. Effettivamente un attento sguardo al fiume rivela subito il suo carattere decisamente poco amichevole: nicchie, imbuti e sifoni in mezzo a due strette pareti con acqua violentissima. Loro hanno praticamente trasbordato tutto maledicendo il momento in cui hanno deciso d'imbarcarsi. Tutti optiamo per il tratto superiore di III° rinviando al domani il tratto dei canyons. Proseguiamo quindi lungo la valle per raggiungere l'imbarco a monte ma la curiosità di buttare un'occhio nella gola che precede l'imbarco ci porta a percorrere altri 5Km circa di sterrato sui monti senza però trovare accessi per raggiungere il fiume. Rassegnati ritorniamo alla passerella più a valle, l'attraversiamo e risaliamo per un centinaio di metri il piccolo affluente destro del Kir, tanto per aggiungere qualche rapidella alla facile discesa. Scatta la prima ostiata, Ema ritarda e ce lo perdiamo nel fiume! Non vedendolo arrivare tutti noi pensiamo che sia più a valle, dopo averlo aspettato iniziamo la discesa, in realtà lui risaliva l'affluente per cercarci, quando ha capito che eravamo già nel Kir si è imbarcato e si è fatto parte del fiume in solitaria! No comment! La bella giornata di sole ed i soliti discorsi da pensionati rendono piacevole la tranquilla giornata fino a quando il Pante decide di dare una svolta alla discesa: proviamo l'eskimo!!! In una pozza lo sfi-ato si gira, tira fuori la pala e uno....e due...e tre....BAGNO!!! Lascio a voi miei cari lettori ogni commento, vi anticipo solo che tutto sarà documentato nel video della spedizione. Arriviamo dopo un'oretta allo sbarco dove il "ristorante" locale ci stava preparando la cena. Montiamo le tende, ceniamo e decidiamo di dare la prima svolta al programma della spedizione: fanculo al tratto dei canyons e andiamo sullo Shaala, fiume sconosciuto agli italiani ma fortunatamente ben noto agli austriaci! Sveglia all'alba del lunedì mattino per affrontare le 4 ore massacranti di trasferimento lungo valli e monti a dir poco meravigliosi, incrociando canyons vertiginosi e cascate mozzafiato, paesaggi d'altri tempi ci accompagnano lungo una strada che sembrava esser stata tracciata con le bombe a mano! Iniziamo ad intravvedere il fiume e l'eccitazione inizia a farsi sentire. Il colore smeraldo, l'abbondanza d'acqua e i rapidoni potenti ci danno il benvenuto sullo Shaala! Ispezioniamo il fiume dalla strada e optiamo per un tratto di circa 4Km di WW III°-IV°. I due ingenieri preferiscono saltare le prime potenti rapide, noi partiamo un po' più a monte abbastanza in tensione, l'acqua spinge e i buchi sono potenti. Ricompattiamo il gruppo ed ispezioniamo il primo passaggione. Interpretare il passaggio dalla riva non è facile, è al centro del fiume e in mezzo ai massi. Parte Antonello e passa bene, ci fa segno che il buco pesta ma si passa. Parto io e mi faccio scandelare ma per fortuna riesco a tenere la canoa e passo! E' la volta del Carletto che con la grinta di un bradipo affronta il passaggio che letteralmente lo fagocita in un gran bel tritone, BAGNO!!! Esce attaccato alla corda ma la canoa se ne va! Inutilmente la rincorro per un centinaio di metri, Antonello invece la insegue a bordo del suo kayak fino a quando pure lui s'infila in un altro buca--o poco più a valle, BAGNO!!! Smetto d'inseguire la canoa del Carletto ed aspetto che Antonello guadagni la riva aggrappato alla canoa, intanto perde la pagaia!!! Casino multiplo!!! ca--o faccio!?! La canoa è troppo lontana e allora mi butto per recuperare almeno la pagaia di Antonello. A monte i due ingenieri ed il Pante si stringono in un buco di culo microscopico e optano per una chickenway! Il Carletto prosegue lungo la riva sperando di ritrovare la canoa, noi ci reimbarchiamo e col culo stretto proseguiamo la discesa. Carlo recupera la canoa e tutti insieme ci spariamo gli ultimi chilometri di fiume WW goduriosissimi senza altri casini, fortunatamente! Allo sbarco Ed ci aspetta al piccolo villaggio col Jeeppone, il tempo di una veloce merenda, un'occhiata ad una pistola di piccolo calibro del barista, un'omaggio ai poveri locals, una dozzina di birre e poi ripartiamo per ripercorrere la strada dell'andata, gasati dalla grande discesa appena conclusa! Lungo la via del ritorno individuiamo un ponte che potrebbe essere l'accesso alle gole altissime del Kir che cercavamo il giorno prima, probabilmente mai esplorate prima da altri canoisti! Siamo al campo base, da soli, gli altri gruppi hanno fatto i canyons del Kir e sono ripartiti, non sappiamo nulla della loro giornata. La cena è pronta e durante il pasto decidiamo di percorrere le gole altissime e di evitare il tratto dei canyons, scelta che si rivelerà azzeccatissima! Siamo al martedì, la Jeeppona è pronta per partire, obbiettivo Kir supremo! La gola è fantastica, un III° continuo con almeno un paio di bei passaggi di IV° in una gola boschiva interrotta solo da magnifiche cascate, il morale è alle stelle! Arriviamo al primo passaggione, giudicato dal sottoscritto banale, centro destra per evitare il ribollimento...Apro io e passo anche se un po' tutto storto, un buco prima del passaggio butta a sinistra sul bananone che si rivelerà fatale per tutti gli altri! Il primo bagno è di Ema, seguono gli eskimi del Carletto, gli appoggi dell'Ing, il bagnone di Antonello e si finisce con la perfezione del Pante. Dopo i dovuti sfottimenti ripartiamo fino ad un imbuto che questa volta si ciuccia il buon Antonello che a visto lo giudica male! BAGNO!!! Il Pante parte all'inseguimento e fortunatamente passa indenne, un'attenta ispezione permette poi al resto del gruppo di passare senza casini. La discesa prosegue senza altri intoppi fino al campo base sul Kir che ora rinomineremo tratto medio, ebbene si, dopo la nostra esplorazione i tratti canoistici del kir saranno TRE!!! Dopo la consueta merenda ripartiamo alla volta dell'Osum, tratto di III° in una splendida gola calcarea rinomata per le sue innumerevoli cascate. Il mercoledì mattino ci imbarchiamo nel facile fiume, percorrendo le tre gole una più bella dell'altra, stando molto attenti agli insidiosissimi controroccia e ribollimenti vari che se distratti ci mettono ben poco a trarti in inganno. BAGNO!!! il Pante sta nuotando!?! Ma come?!?!? Il fiume è praticamente un piattone...Dopo averlo prima filmato e poi recuperato ci racconterà di essersi ribaltato a causa di una vipera che dall'acqua voleva saltargli sulla canoa per assalirlo!!! No comment...Arrivati allo sbarco troviamo il fedele Ed col solito Jeeppone che ci propone una cena al castello di un amico preannunciandoci cibo di gran qualità prima di rintanarci in un alberghetto fashion. La cena è a dir poco fantastica, siamo ormai a sud del paese e qui è tutto un altro mondo! Ed ci spiega che al nord vivono i contadini in estrema povertà mentre al sud gira il turismo e i paesi sono decisamente più organizzati. Siamo ormai al giovedì, il gruppo tiene, l'entusiasmo è alle stelle, tutti i dubbi sono ormai svaniti, la spedizione è senza dubbio un gran successo, ci spiace solo che chi ci ha preceduto non ha avuto la nostra fortuna! E' la volta del Langarica, affluente del Vjosa, dalla descrizione si tratta di uno strettissimo canyon di III° con addirittura una vasca termale all'uscita delle gole. Ed ci porta fino all'uscita delle gole dove incontriamo il gruppo dei torinesi e alessandrini, decisamente scontenti dello loro trip, si lamentano delle guide che li confinano sempre lontano dalle cittadine e li fanno mangiare sempre peggio! Tre muli ci aspettano per il trasporto dei kayaks, due ore a piedi in mezzo a boschi e prati ci separano dall’inizio della discesa. La passeggiata è piacevolissima, il sole splende e i colori splendono intorno a noi. Finalmente arriviamo alla partenza, il tempo di vestirci e scambiare qualche battuta con gli altri gruppi e poi via, giù lungo la gola del Langarica. Il fiume non supera il III° anche se le strette pareti levigate creano uno strano effetto di pendenza eccezionale la discesa prosegue senza intoppi sempre col naso all’insù. Il commento di tutti noi sarà che mai prima d’ora avevamo disceso una gola di simile bellezza, il canyon più bello di sempre. All’uscita delle gole incontriamo una sorgente termale, giusto il tempo di denudarci e siamo immersi nella tiepida pozza a galleggiare come anatre. Proseguiamo lungo il facile torrente fino ad incrociare il Vjosa, fiumone di volume III° con passaggioni di IV°, in particolare la prima rapida crea un paio di buconi veramente cattivi. La discesa è poco rassicurante, le rive sono dei tegoli mastodontici, un errore potrebbe veramente incasinare la discesa. Dopo un’oretta arriviamo allo sbarco dove ad attenderci c’ è il solito Ed sorridente con la sua birrazza che ci propone la solita cena fantastica dal suo solito amico che gestisce il solito ristorantino in mezzo ai monti. Passeremo poi la notte al Grand Hotel della città, come al solito con una spesa ridicola riusciamo ad avere sempre il meglio, grande Ed!!! Il venerdì sarà la volta del Devoll, imbarco per il tratto superiore di III°-IV° oppure partenza dall’affluente Verba III°-IV° per poi sfociare nel tratto di Devoll IV°-V°. Purtroppo il fiume attraversa ben due città e il tratto che dovremmo percorrere è una fogna a cielo aperto, ci rifiutiamo e optiamo per cercare l’ingresso del Verba tratto supremo nel tentativo di fare un’altra chicca. Questa volta la fortuna ci abbandona, arrivare all’ingresso del tratto alto non è possibile perché manca la strada, forse coi muli sarebbe possibile ma preferiamo mollare il colpo preferendo proseguire per portarci nei pressi dello Shkumbi, l’ultimo fiume. Ripartiamo lungo il lago che ci divide dalla Macedonia ed in poco più di un’oretta siamo sul nuovo fiume, una rapida occhiata alla cartina e decidiamo di andar a vedere uno degli affluenti. Bingo! Ne viene fuori una perla, il Bushtriza un bel IV° stile Gyr, un treno di onde senza sosta e senza morte che parte da sotto una strettissima gola con un rapidone di V°. Noi ci imbarchiamo più sotto, nei pressi di una magnifica cascata in riva destra, partiamo un po’ tesi ma tutto fila liscio, 20 minuti di adrenalina senza prendere una morta, E’ indubbiamente una prima, mai nessuno prima di noi ha messo il culo in questo fiume! Arriviamo infine nello Shkumbi, un fiumone di WW III° molto divertente che dopo lo stringi culo del torrente precedente ci sembra estremamente semplice. Giusto il tempo per una veloce merenda e siamo di nuovo in auto diretti a Tirana, la capitale. La cittadina è caotica, una copia di Milano ma molto più zaura. Arriviamo all’albergo e come al solito per pochi euro ci danno tre camere con addirittura vasca idromassaggio, poveri torinesi e alessandrini…Ceniamo splendidamente come al solito e finiamo la serata in un locale tipico dove si sbevazza e si commenta la splendida settimana albanese.
Il sabato mattina facciamo colazione da signori in un bel bar vicino all’albergo, un giro per la città diurna e poi via verso la vicina Durazzo dove ad attenderci ci sarà il traghetto per Bari. Salutiamo il mitico Ed e ci organizziamo per il carico delle canoe sul traghetto, passiamo la dogana e siamo a bordo, la vacanza è proprio finita. Il resto della domenica saranno più di 800 tristissimi chilometri di autostrada italiana…
Una settimana in questa terra sconosciuta ci ha fatto comprendere molto di questo mondo, sicuramente l'esperienza che abbiamo vissuto ci ha lasciato tanto nell'animo e ancora una volta ci ha mostrato un nuovo volto della vita.
Data: 04/05/2010 Autore: giorgiokick@yahoo.it