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Buchi e Ritorni
renzo monelli:
In fiume ci sono due grossi pericoli; l'inesperienza e la sottovalutazione. Per il resto sono normali errori che si possono fare qualsiasi cosa si intraprenda e che generalmente non hanno particolari conseguenze. Si deve scendere con gente che sa quello che fa e con calma imparare dalle scelte e dalle valutazioni che queste persone fanno, seguire le istruzioni che ti daranno, guardare i passaggi da affrontare il più possibile per memorizzare e ripetere, avere sempre tutta l'attrezzatura completa (casco e giubbotto compresi). Fare esperienza significa affrontare gradualmente difficoltà superiori solo quando si è completamente padroni nell'affrontare le difficoltà minori, iniziando quindi con un corso presso un canoa club che poi ti seguirà anche in futuro perchè continuerete a scendere insieme. Quando nella mia lunga vita canoistica non ho evitato "il" buco da evitare, sono stato succhiato canoa compresa e sputato fuori dopo una quindicina di metri e qualche capello bianco in più, naturalmente previa frullatina di qualche minuto, tanto per ristabilire le distanze. Pensa te quanto può influire il giubbotto. I buchi cattivi sono come l'AIDS; quando li conosci, li eviti. L'importante e imparare a vederli per tempo e a riconoscerli. Il fiume non è li per romperti le ossa ma per farsi conoscere. L'importante è averne il giusto rispetto. Buon futuro in acqua.
Renzo
Andrea Gangemi:
Sottoscrivo in pieno il messaggio di Renzo
Appunto
Se 'sta storia del togliersi il salvagente è mitologia, vediamo di ucciderla una volta per tutte. ;)
maurizio.beccafichi:
Bravo Renzo, messaggio corretto ed equilibrato.
Andrea leggilo attentamente e segui i consigli.
Niente altro.
Saluti.
Maurizio beccafichi
stefano caprile CCN:
Anche io non conosco nessuno che si sia salvato sganciandosi il salvagente.
E' vero però questo principio: la via d'uscita da un rullo è sott'acqua, più vicino possibile al fondo. Per cui, se proprio sei stato tanto folle da finire in un rullo e non avere neppure predisposto una sicura, appena la corrente ti sbatte sotto, nuota verso il fondo (ammesso che tu riesca a capire da che parte sia). Il salvagente conta relativamente, anche con quello nei buchi profondi si può restare sotto 10 secondi e più.
Questa è teoria. La pratica è un'altra storia.
Farsi un bel corso di canoa con prove di nuoto attraverso buchi "buoni" con sicure imbragate sulla riva consente di capire bene la differenza tra teoria e pratica e mi associo al consiglio che altri ti hanno dato in proposito.
Ciao
GIUSEPPE MAZZALI:
Circa 20 anni fa ho conosciuto un ragazzo di Revere (Mn) che seppur principante si è avventurato con un K1 da discesa nel rullo mortale del Mincio a Borghetto.
Lui è stato uno dei pochi (compresi i pescatori)che ne è uscito vivo. E raccontava che dopo aver girato nel rullo per un po ha avuto la brillante idea di sganciare il giubbotto ed assecondare la forza della corrente che lo ha portato sul fondo
per mollaro una decina di metri dopo il rullo , sotto i furbastri avevano messo dei ferri perciò si è anche tutto escoriato . La canoa non l'ho più ritrovata. Ma quella forse l'ha raccolta qualcuno più a valle. Si è salvato dal rullo ma purtoppo nemmeno lui lo può raccontare visto che è stato stroncato da una malattia incurabile 5 anni fà. Pace all'anima sua ma per lui quella volta ha funzionato . Che abbia avuto la fortuna di trovare la direzione del fondo?
Ciao
Giuseppe
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