Che strano effetto vedere delle donne passeggiare con in mano una pagaia da canadese, eppure stanno diventando una realtà importante per un futuro già iniziato. Si muovono abili, come niente fosse, come se oltre 50 anni di storia non ci avessero comunque condizionati. L’effetto sorpresa diminuisce quando le vedi pagaiare su un canale che, se non eccessivamente difficile, lascia esprimere le loro peculiarità uniche per destrezza e reattività. La cosa, a detta di un mio amico, potrebbe anche sembrare eccitante…sinceramente, non ci avevo mai pensato. Devo ammettere che un 360 in canadese fatto da una donna non è cosa comune… forse con il tempo ci abitueremo, per il momento godiamo del gesto e del suo recondito significato.
Al mondiali di slalom di Seu prenderanno il via 23 atlete in rappresentanza di 13 nazioni. Stati Uniti, Spagna, Australia, Great Britain con 3 atlete, Nuova Zelanda e Taipei con 2, seguono con una Andorra, Cina, Canada, Portogallo, Slovacchia, Francia e Argentina. Si tratterà di una prima uscita ufficiale prima di entrare definitivamente nel programma iridato nel prossimo anno a Tacen in vista delle olimpiadi del 2016. Da quella data infatti il Cio ha posto dei chiari paletti sull’equità di partecipazione fra il numero di donne e di uomini.
A fine agosto l’ICF ha dato vita ad un training camp per questa specialità a cui hanno preso parte praticamente tutte le atlete che partiranno al mondiale, seguite e allenate da Cathy Hearn, ciunista in rosa ante litteram, e dal francese, ora allenatore australiano, Le Pennec. I due hanno passato molto tempo a far impratichire le ragazze: debordè, agganci, eskimi sono diventati oggetto di studio e di esercizio. Alla fine sembra proprio esserci un grande feeling fra donne e canadese.
Sono diverse le nazioni che hanno creduto nell’idea di lanciare a pieno titolo questa specialità anche per il settore femminile e ci sono team che si sono impegnate notevolmente. Prime fra tutte le australiane che sono arrivate qui con tre atlete: Rosalyn Lawerence, Jessica Fox e Leanne Guinea. Della prima tutto si può dire, ma non certo che non abbia fegato da vendere. A Tacen, ai premondiali, ha fatto il diavolo a quattro nel salto iniziale, vere e proprie battaglie epiche. Nell’Orlando Furioso non avrebbe sfigurato nella guerra tra Agramante e Carlo Magno attorno alle mura di Parigi . Lei, Rosalyn, tanto minuta quanto tosta, sorella di quella Jacquine Lawerence che a Beijing ha cinto il capo con una medaglia d’argento e che ha lasciato la canoa con gloria per dedicarsi alla vita di tutti i giorni, è la più giovane di tre sorelle. Chi di anni ne ha veramente pochi è Jessica Fox, già un talento in K1 e figlia di quei due fenomeni di Richard e Mirian Jerusalmi che assieme hanno riempito la casa di trofei e titoli iridati. Dal papà, l’austra-franco-britannica, ha preso gli occhi di ghiaccio e quella sensibilità sull’acqua che ha permesso al suo genitore di stravolgere principi tecnici che fino a quel momento sembravano indiscussi. Dalla mamma ha ereditato il sorriso, che non guasta mai, la classe femminile propria delle francesi, la grazia dei movimenti sulla canoa e la splendida pelle color ambra. Saranno i suoi quindici anni, sarà un fattore genetico, certo è che il futuro sportivo per lei è assicurato. Da un mix etnico ad una spagnola verace, Irati Goichocea, che dopo aver sfiorato la qualifica in k1 ha posto risorse ed energie nella mezza pagaia con grande successo e soprattutto con impressionante abilità. Irati che incarna il vero sangue iberico, con i suoi capelli neri, la sua parlata, la sua postura e le sue movenze fisiche, ci ammalia in canoa con gesti semplici, ma efficaci. Chi invece usa la forza anche nella canadese è la britannica Fiona Pennie, anche lei uscita dalla squadra del kayak donne è rientrata nella canadese. Quanta voglia di pagaiare nei suoi occhi e quanta passione e , se pur bastonata ed esclusa, dopo aver toccato l’olimpo, non esita a utilizzare questo tempo per cercare una nuova vita, nella specialità del futuro.
Insomma le emozioni non mancano e sicuramente queste donne sapranno incantarci con gesta da raccontare a lungo.
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi - Campionati del Mondo di Canoa Slalom - La Seu d'Urgell settembre 2009