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ICF CANOE SLALOM COACHES SYMPOSIUM
Ettore Ivaldi:
Windsor non è solo il nome adottato dalla casa e famiglia reale britannica durante la prima guerra mondiale, ma diventerà nel memoria canoistica la località dove le donne entreranno definitivamente di diritto a gareggiare anche nella canadese monoposto. Forse la “doppia V” che condivide le parole Women e Windsor non sono una semplice fatalità! L’annuale “ICF Board Meeting” ha concretizzato ufficialmente alcuni aspetti discussi nel Symposium degli allenatori della canoa slalom giusto pochi giorni prima. Ecco quindi confermata l’entrata ufficiale ai prossimi campionati del mondo di Tacen (Slovenia) e Foix (Francia) delle donne in canadese sia per la categoria senior che junior, con la conseguente gara a squadra della specialità. Il meeting internazionale, che ha riunito i grandi capi della canoa internazionale, ha ufficializzato anche l’obbligatorietà dei caschi, dei salvagenti e delle canoe con omologazione ufficiale ISO 12402 e EN 1385 e successiva approvazione del sigillo ICF. Ufficiale anche che la Coppa del Mondo di slalom dal 2011 si disputerà su 4 prove - contro le 3 attuali - più una finale per un totale di 5 gare.
Soddisfazione quindi per la conferma dei cambiamenti prospettati e discussi fra gli allenatori che regalano allo slalom ancora qualche novità in un momento decisamente importante per questa disciplina.
Capire la portata di questi rinnovamenti non è facile soprattutto in relazione alla normativa dei materiali omologati come salvagenti e caschetti per non parlare delle canoe. Questo comporterà un adeguamento di tutti i materiali da parte degli atleti con conseguente esborso di denari per l’acquisto di nuova attrezzatura. Se il problema relativo ai salvagenti e ai caschi è abbastanza relativo anche se comunque impegnativo, ci sembra decisamente più complesso per le canoe. In sostanza l’ICF dovrà certificare tutti i vari modelli dei vari costruttori che dovranno sottoporre all’organo internazionale i loro prodotti per dimensioni, forme e pesi. Ovviamente ciò comporterà il pagamento di tutta una serie di diritti che l’ICF riconoscerà ai vari produttori. Il sigillo stampigliato sulle canoe diventerà un certificato di garanzia internazionale.
Speriamo però che l’ICF, oltre a dedicarsi a cambiare regole e numeri, possa rendersi conto che non è sufficiente la buona volontà del volontariato delle varie commissioni per fare il salto di qualità che tutti noi ci aspettiamo. Se escludiamo il presidente Jean Michel Pron, del boarding dello slalom, che è un dipendente della Federazione Francese Canoa Kayak distaccato all’ICF, i restanti membri sono volontari che devono fare i conti con la quotidianità di tutti i giorni fatta di lavoro, famiglia, figli e hobby personali. Così non è pensabile portare avanti progetti ambiziosi quali più presenza televisiva e più opportunità economiche per atleti, tecnici e dirigenti.
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
Skillo:
E qui si entra nel delirio.
Capisco che i materiali da cui dipende la sicurezza dell'individuo (caschi, salvagenti e, al limite, paraspruzzi) debbano rispettare criteri di qualità di un certo livello, ma che anche canoe e pagaie debbano essere marchiati e regolamentati mi pare troppo.
Se non ho capito male i costruttori dovranno presentare all'ICF i loro modelli perchè l'ICF li omologhi e li autorizzi ad essere utilizzati in gara poichè modelli e costruzioni saranno pre-giudicati "sicuri".
E se un atleta volesse presentarsi al via con una canoa o una pagaia non omologata? Non potrebbe fare la gara? Follia ...
Ma io mi ricordo benissimo con che canoa un giovanissimo Pollert, che allora correva per una Cecoslovacchia sicuramente povera, si presentò sul Noce ai mondiali del '93 (e se non erano i mondiali del 93 era una gara di coppa del 92 o per lì):
una specie di Fanatic che definire storto e malfatto sarebbe solo un ingentilimento della realtà, eppure con quella ciabatta ammaccata diede parecchia biada a canoisti con signore canoe.
Dal prossimo anno, quindi, questo non sarebbe più possibile? Dal prossimo anno solo canoe "fighe" e al diavolo i poveracci? ma non volevamo far si che 'sto sport si allargasse anche al terzo mondo?
Ma che diavolo di ragionamento è?
roberto.bussolino:
mi trovo perfettamente d'accordo con Skillo, inoltre vorrei sapere se questo regolamento è già ufficiale e da quando entrerà in vigore oppure se si tratta solo di una proposta, e se la F.I.C.K. dovrà recepirla nei suoi regolamenti, perchè in tal caso sarebbe un colpo mortale a quasi tutte le società. Mi domando anche se una canoa quando viene riparata o dopo alcuni anni, mantiene la omologazione o diventa inutilizzabile?
Ettore Ivaldi:
Caro Skillo e Roberto, come voi ben sapete “ambasciator non porta pena” anche se mi trovo decisamente combattuto a commentare quanto è stato deciso dall’ICF. Per la verità le decisioni prese erano nell’aria da un po’ di tempo e se ne era parlato a lungo già nel Symposium degli allenatori nel febbraio 2009.
Se da un lato alcuni cambiamenti sono importanti e necessari, dall’altro è evidente che l’aspetto pionieristico e romantico del nostro sport va via via perdendosi. Credo però che questa sia la strada per cercare di dirottare lo slalom nell’ottica dei “tempi moderni” e regolarizzare anche questi aspetti che permettono alla Federazione Internazionale di rientrare con delle “royality” da reinvestire. Non sarebbe una novità questa cosa visto che praticamente in tutti gli sport le Federazioni Internazionali e a volte anche quelle nazionali omologano i materiali che gli atleti usano in gara. Il più banale fra tutti è il pallone in tutti i suoi usi.
Bisogna creare un indotto importante per acquisire potere economico e di conseguenza potere contrattuale. Leggi di mercato che possono far fare la differenza ad una disciplina sportiva. Ora la questione che si apre è sempre quella: ci lasciamo trasportare dai sentimenti e dal cuore oppure apriamo la nostra mente a queste regole? Se accettiamo il primo caso dobbiamo anche accettare che lo slalom rimanga uno sport di secondo piano (anche se non lo sarà mai per chi lo pratica o lo segue) con il rischio concreto di uscire dai Giochi Olimpici, annullando la possibilità di entrare nel grande circuito televisivo. Progettare il futuro significa provare a lanciare lo slalom sul mercato mediatico e a quanto pare ci stanno provando. Regolamentare anche le canoe offrendo una sorta di omologazione internazionale ufficiale potrebbe essere una buona via per garantire quei produttori che impegnano parecchi soldi nella ricerca di nuovi modelli, mettendoli al riparo da chi invece i modelli li copia solamente. Quindi diventa quello che negli altri campi si definisce brevetto. Così facendo si eviterà il controllo barche alle gare se non a sorpresa, poiché al giudice di partenza basterà verificare che la canoa porti il numero e il marchio di omologazione, così come per i salvagenti e caschetti. E’ stato sollevato il dubbio, in fase di discussione, come Roberto ha sottolineato, nel caso una canoa vada al controllo a sorpresa e risulti non essere della lunghezza, larghezza e peso dovuto chi ne è il responsabile? La ditta che ha costruito la canoa e che è stata omologata dall’ICF? La risposta ovviamente è diversa da quella che si potrebbe pensare: rimane responsabile in ultima battuta l’atleta che ha gareggiato con quel mezzo. Quindi i problemi si sono risolti solo in parte per ciò che riguarda l’aspetto dei controlli.
Ricordo quando nel 1986 si discusse molto sulla modifica delle regole relative al peso delle canoe. Fino ad allora infatti non era previsto il peso minimo per ogni tipo di imbarcazione. La cosa si fece perchè i paesi meno abbienti non avrebbero potuto acquistare canoe leggere, decisamente più competitive ma altrettanto molto costose. Quello che in sostanza oggi potrebbe avvenire, come precisa Skillo, per il terzo mondo, per le canoe con omologazione.
Consideriamo anche il fatto che attualmente oltre il 90% di canoe da slalom vengono costruite in Slovacchia o in Repubblica Ceka e sono stati proprio questi grossi costruttori a spingere sull’ICF per questo cambiamento.
Ora la Fick ha due possibilità. La prima è quella di adeguarsi in toto al regolamento internazionale, che sarà operativo dal primo gennaio 2011, oppure lasciare solo in Italia la possibilità per alcuni anni di poter gareggiare con barche, salvagenti e caschetti non omologati. Ovviamente gli atleti che andranno a rappresentare l’Italia dovranno viceversa rispettare i regolamenti internazionali.
Il problema della Federazione Italiana, che poi a caduta sarà quello delle società, è a livello di responsabilità nel momento in cui dovesse succedere un pur minimo incidente. Infatti permettere di gareggiare con materiali non omologati, quando a livello internazionale invece è proibito, diventa decisamente dura difendersi in caso di contenzioso giudiziario.
In fine credo che, a questo punto, non abbiamo molte possibilità di cambiamento, ma abbiamo solo la certezza di doverci adeguare. Naturalmente prima si sa meglio è per tutti… dubito però che certe menti possano essere preoccupate per tutto ciò visto che non si pongono neppure il problema lasciando spazio al non sapere!
Di loro Dante ci parla nel VII canto dell’inferno, cerchio quarto: La ridda degli avari e degli spreconi - Virgilio spiega cosa sia la fortuna… ma come ha fatto l’Alighieri ad essere così attuale, preciso e mirato?
Oh creature sciocche,
quanta ignoranza è quella che v'offende!
Or vo' che tu mia sentenza ne 'mbocche
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
Gengis:
--- Citazione da: skillo - Dicembre 17, 2009, 10:00:20 pm ---E qui si entra nel delirio.
Capisco che i materiali da cui dipende la sicurezza dell'individuo (caschi, salvagenti e, al limite, paraspruzzi) debbano rispettare criteri di qualità di un certo livello, ma che anche canoe e pagaie debbano essere marchiati e regolamentati mi pare troppo.
--- Termina citazione ---
CHIEDO SCUSA e non voglio innescare nessuna polemica ,ma questa di Skillo la trovo la solita posizione all'Italiana come si sente parlare di regole/regolamenti si parte lancia in resta.
Io sono convinto che tutto il materiale deva essere testato ed omologato se ne guadagna in sicurezza, ai tempi dei Pionieri non si trovava niente , per avere un paraspruzzi bisognava essere raccomandati , i caschi la maggior parte non li usava ,guardatevi foto anni 60/70, e troverete elmetti enel, da moto, ecc.ecc.
Kayak omologati permettono ai Kayakisti Francesi pure essi omologati di poter navigare in mare fino a 6 miglia dalla costa, in Italia in assenza di regole puoi andare non oltre i 500 metri dalla battigia.
Io che da sempre mi sento Apolide, con più di 14.000 km. percorsi su acque dolci e salate sarei felice e contentissimo di frequentare un corso tenuto magari da uno a cui io ho insegnato ad andare in canoa che mi OMOLOGASSE, sempre se ritenuto idoneo sia chiaro, ad andare per mare fino alle 6 miglia.
Aspettiamo le regole , vediamole, ed eventualmente battiamoci per cambiarle.
Richiedo scusa.
Gengis
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